giovedì 26 dicembre 2019

il natale, qui, non cambia mai.

A quanto pare, non dico sia destino, che mi suona un po' troppo aulico...ma di sicuro è consuetudine che nella mia famiglia il natale debba sempre essere un periodo di merda.
Tendo a non parlarne troppo, perchè quando lo faccio le persone mi guardano con l'occhio strano, come se stessi esagerando o interpretando in negativo piccolezze quotidiane.
Quando sono in vena aggiungo qualche dettaglio, giusto per dare un'idea. Lasciamo stare lo spirito dei natali passati, che per fortuna non viene a trovarmi; adesso certamente è migliore di quando ero bambina, non ci sono solo lacrime, nessuno inveisce biascicando ubriaco, nessuno è in casa di cura, nessuno cerca di avvelenarsi e nessuno rompe stoviglie.
Ma se vogliamo andare sul recente, sei anni fa  è morto mio suocero esattamente la vigilia di Natale, e le cose hanno continuato ad andare in questa direzione, Natale è sempre funestato da qualcosa di luttuoso o quasi e quest'anno sembra non fare cessioni. 
Neanche questa volta siamo riusciti a dare a i bambini un natale "normale", normale nel senso affettivo, nel senso del sfruttare la festività per trovarsi con le persone care, mica tanto altro.
A livello scenografico siamo sempre le solite pippe, non abbiamo neanche un vero albero, ma questa volta le ragioni sono ottime e pesano circa 14 kg... Prima nella micro casa non ci sarebbe stato, e avevo optato per una di quelle cinesate di feltro con le palline attaccate con velcro. Adesso con la casa un po' più grande è tornato lui, appeso a una finestra con il suo nastrino.
Va detto che ai bambini in realtà piace, soprattutto al piccolo distruttore. 
È il piccolo distruttore il motivo principale per cui non c'è un vero albero in casa nostra, perché non avevo le forze nella voglia di combattere contro la sua tensione alla totale distruzione di qualsiasi cosa. Saranno i terrible two, famoso periodo dai 2 ai 4 anni in cui il genitore invecchia di 2-4 anni al mese, sarà che essere il fratello minore vuol dire doversi ricavare uno spazio,sarà che semplicemente ha un carattere difficile, o come dicono le brave persone un carattere forte, sarà che assomiglia al padre da bambino, un terremoto esploratore.
Io però sono veramente stremata. E' un bambino affettuoso, dolce, sveglio, chiacchierone, ma anche tremendamente testardo, costantemente in sfida con me e con suo padre per qualsiasi cosa, deciso all'indipendenza più totale: il suo grido di guerra è "faccio ioooooo". 
Due settimane fa a pompieropoli suo fratello ormai quasi cinquenne si rimpinzava di cibo evitando con cura di fare scale o salire su gru, mentre lui , meno di un metro di energia pura, si inerpicava ovunque strillando "vado io vado da solo mamma Guardami che vado da solo sulla scala", mentre un esilarato pompiere lo bardava con l'imbragatura più piccola mai vista.
Io li amo tantissimo entrambi, e a volte urlo tantissimo con entrambi. Poi mi dispiace, ululare come un lupo in agonia. Ma succede.
Essi nel frattempo sopravvivono ai natali atroci e alle genitoriali furie, e crescono.
Così simili e così diversi, sempre dietro a cercarsi e poi a discutere, a giocare insieme e poi a litigare.
La cosa bella è che giochicchiano insieme. A volte per 5 minuti, a volte per mezz'ora. Che per me è già tanto.
Anche perchè il piccolo comincia a interessarsi ai semplici giochi di società che facciamo io e il fratellone, e non è male ogni tanto farsi un "memory" o qualche gioco cooperativo col tabellone, dopo aver corso lottato ballato e dipinto con le mani per ore ore ore oreeeeee.
Va detto cheTopo è cresciuto molto, è un po' dispettoso verso la piccola belva ma è anche protettivo e molto giocoso. E' sempre un po' refrattario all'obbedire subito, ma sta diventando più responsabile su tante cose, e cerco di gratificarlo per questo.
Patato, che forse dovrei soprannominare Attila, ama follemente il suo "dadone", che cerca incessantemente. Salvo poi, quando si arrabbia, prenderlo a pizze in faccia. Con mia contrarietà.
Che lo so, che i fratelli si menano da sempre e sempre lo faranno.
Ma da sempre le madri intervengono e, nel mio caso, a volte insorgono con un "Per favore, per favore..fate i normali!!!". Specialmente quando tento di fotografarli. E a turno, se non insieme, essi producono espressioni che vanno dal beota all'indemoniato, avendo cura di non passare mai, mai, mai, dal banale sorriso.

mercoledì 13 novembre 2019

ricette di cui vado fierissima. il gelato mono ingrediente e la vellutata sorpresa

Un po' i soldi, che non sono tanti. Un po' il tempo, poco anche quello. Un po', anche, che sono una creatura non di solo materialismo, il fatto che non mi piace sprecare, non mi piace vivere immersa nella plastica e negli additivi.
Così ci sono un paio di "ricette" che amo.
Perchè sono risparmiose di tempo, di soldi, di alimenti, di tutto.
E sono buone. Buone buone buone.

Il mio colpo segreto quando i pargoli vogliono un gelato, o qualcosa di dolce: il GELATO DI BANANA.
DI banana, non ALLA banana.
Che mica l'ho inventato io, me l'ha passato un'amica e poi ho scoperto che spopola online.
Comunque sia, la meraviglia è...che si fa con la banana. e basta.
Si prende la banana matura, la si fa a rondelle.
La si congela.
E poi, quando si vuole gelatare, si prende la banana congelata e la si frulla finchè non diventa cremosa. Non troppo che poi si scalda e non è più gelato.
Avendo due figli che mi assomigliano...noi 3 (il babbo no) aggiungiamo un po' (a volte tanta) cannella, e magari anche un biscotto al cioccolato, quando frulliamo il tutto.
E poi fine, ce lo mangiamo.
Io garantisco che è uno spettacolo.
Nel mio  caso a volte aggiungo un po' di latte senza lattosio (piccolo intollerante) che oltre ad addolcire rende più cremoso il tutto.


La vellutata "sorpresa" invece tra me e me la chiamo "vellutata scarti", perchè la faccio con gli scarti delle verdure.
Qui si è onnivori, quasi, ma la verdura la fa da padrona.
E così mi restano un po' di "scampoli" di zucchine, le foglie appassite del cavolo cappuccio, un paio di carote grinzose, l'esterno più duro del finocchio.
Cose che, ammetto, non sempre avevano un ruolo in cucina, da me.
C'è stato un periodo in cui ero più sul pezzo, poi....impegni stanchezza scazzi vari, mi sono persa un po'.
E ora che ho ripreso, sono davvero soddisfatta.
Sì, mi soddisfo con poco, lo so.
ma è figo.
Prendi tutta questa verdurina di scarto (tipo le foglie del sedano rimaste in giro, quella cipolla dimenticata in frigo e così via...), la fai a pezzetti e la metti in un sacchetto in freezer.
E man mano aggiungi verdura, finchè il sacchetto non è pieno.
Io tengo due sacchetti, così aggiungo verdura di qua e di là e le verdure sono più variate.
Quando il sacchetto è pieno..zacchete!, in pentola, sul fuoco con un po' di acqua. E si fa cuocere il tutto, piano piano. Poi via di minipimer.
Un po' di spezie e di erbe (mai sottovalutare lo splendore del timo, e del prezzemolo fresco), un pizzico di sale e rosmarino, un filo d'olio.
E la vellutata a sorpresa (visto che ogni volta gli ingredienti sono in proporzione variabile) è fatta.
Ed è buona.
Le belve la mangiano volentieri, soprattutto con un po' di crostini di pane secco dentro (anche qui, rosmarino e altre erbette, sempre).

Sì, sono davvero fiera, nonchè soddisfatta.

giovedì 10 ottobre 2019

è sempre giovedì

Ma domani..è già giovedì? Sì.
Ma di nuovo? Sì.
Ma "ieri"...era lunedì...che cavolo. Eh già...

Ci stanno volando via i giorni, sempre a lavoro, di corsa, incastra gli orari della babysitter, prenota gli esami, compra le scarpe che ormai gli van piccole, e la felpa, ricordati una felpa, prepara la borsa per nuoto, e le ciabatte per judo?
E' sempre lunedì, col pensiero che si riparte.
E' sempre giovedì, con un weekend faticoso alle porte, e giorni che non si sa dove sono finiti.
Passa velocissimo.
Anche sulla mia pelle, sul mio viso, sui primi capelli bianchi, il tempo mi sembra accanirsi a doppia velocità, negli ultimi tempi.
C'è sempre qualcosa di cui preoccuparsi, qualcuno per cui preoccuparsi.
C'è sempre un motivo per l'insonnia delle 3.
E' sempre lunedì, ed è sempre giovedì. E in mezzo, il finesettimana da domatori.

giovedì 12 settembre 2019

Spannolinamento (la seconda volta)

A me la sola parola SPANNOLINAMENTO faceva venire l'ansia e le palpitazioni.

Topo lo abbiamo spannolinato in inverno, con le educatrici di quel cavolo di nido che ci hanno aiutato zero (storia lunga, storia di un nido che era un fiore ed è diventato un'erbaccia) e con lui che non è che fosse proprio interessatissimo alla faccenda.
Io lo spannolinamento l'ho vissuto malissimo, con l'ansia, con la paura del giudizio altrui (costante), col nido che rompeva ad ogni incidente.

(Io lavoro alla scuola dell'infanzia e gli incidenti capitano anche qui. E MAI, dico MAI, ho colpevolizzato bambino o genitori, anzi. E guai se una collega lo facesse!!!)

E poi. Eccoci qua.

Al mare. Con Topo e Patato.
Il quale Patato (che andrebbe rinominato Argentovivo), a 22 mesi, decide che lui "PIPI' COME DADO".
e comincia a tentare di issarsi per fare pipì in piedi nel water.
Water al quale non arriva. Pipì in piedi che non governa in alcun modo.
Ma non c'è verso. Ulula come una belva ferita se proviamo a mettergli il pannolino.
E io, allora, terrorizzata, cedo.

Spannoliniamo. Anche se io pensavo di farlo un anno dopo.

E niente...Patato si è spannolinato (non di notte, anche se spesso mi chiama per fare pipì).
Ma di giorno sì.
Qualche incidente, soprattutto i primi tempi, qualche dimenticanza se è troppo preso a giocare o se ha bevuto come un cammello.
Ma via i body e sotto le canottiere.
Via i pannolini e sotto le mutandine recuperate dal cassetto del fratello (sì, brutalmente uso per entrambi la stessa taglia, tanto Topo è alto e sottile e Patato è più massiccio).

Quando timorosa l'ho comunicato al nido, mi hanno solo detto "Beh, se non è una cosa forzata va benissimo".
Al massimo, qui, quella che è stata forzata sono io :-).

E insomma, niente, qua il nido è ricominciato e andiamo bene. Un paio di pipì sfuggite al controllo, ma va bene.
In questi giorni anche una seconda bimba "grande" al nido si sta spannolinando, così saranno in due e penso che sarà di aiuto a entrambi per diventare sempre più autonomi.

Qui si cresce. A vista d'occhio (e di orecchio, ma è un'altra storia).

sabato 24 agosto 2019

estate

le ombre vicine delle nostre teste edei nostri assurdi cappelli

le vostre piccole orme sulla spiaggia fino al mare

i baci del piccolo che mi costringe a fermarmi mentre pedalo perche deve darmene uno su ogni guancia

le domande del grande che si chiede dove finisce il cielo

la vostra pelle profumata di latte. solare

la stanchezza terribile che ogni anno ci fa dire.. basta anno prossimo al mare non ci veniamo, sapendo già che non è vero

giovedì 6 giugno 2019

Voce

Molto vero.
Ci penso, ultimamente, anche alla luce di quanto mi sta capitando a livello lavorativo.
Il Filosofo parla della mia "ingenuità" e del fatto che tendo a dimenticare che tutti, tutti, indossano una maschera, almeno finchè, in alcuni casi, non si riesce ad andare oltre.
Vero, anche questo.
Ma ho ritrovato le parole di Ellis, che diceva che alcune delle idee irrazionali più forti nella mente umana sono:

  1. Io essere umano adulto, ho assolutamente bisogno (estrema necessità o esigenza) di venire (sempre) amato, stimato e approvato da tutte le persone signficative  del mio ambiente.
  1. Io devo assolutamente essere sempre perfettamente adeguato, competente e di successo in tutto quello che faccio e sotto ogni aspetto altrimenti sono indegno di valore, valgo poco o niente. 

Ecco. 
Io sono stata cresciuta da una voce che mi diceva che tutto questo era esatto, e che io non avrei mai potuto ottenere davvero il punto 1, perchè non sarei mai stata capace di adempiere al punto 2.
 E' qualcosa che sapevo, ma che tendo anche a perdere di vista dopo un po', essendo parte di me smetto di vederlo e di ricordarlo.
Indossare sempre occhiali gialli, o blu, o rossi, fa sì che tutto assuma una sfumatura gialla, blu, rossa, e dopo un po' ci si abitua e quello diventa il "vero" colore delle cose.

venerdì 31 maggio 2019

la stanchezza. ho scoperto l'acqua calda (e finisce che mi lavo con la fredda).

Sono stanca.
Stanchissima.
Lo so che è un po' il mio leit motiv, ma cavolo..sono davvero MOLTO stanca.
E grazie, ho due figli PICCOLI, perchè in fondo anche il grande è piccolo, ho un lavoro full time fuori casa e lavoro in casa anche, e ho un lavoro che mi fa stare tutto il giorno con bambini piccoli.
In pratica esco di casa e torno a casa e cambiano i rapporti numerici e affettivi, ma ..il livello di stress, di attenzione, di fatica fisica...è moooolto simile con variazioni, ma il tema resta quello.
Al momento la mia vita è solo bambini. Miei, altrui.
E' una vita in cui di notte a volte nel dormiveglia confondo i miei figli e i bambini a scuola.
I miei bambini di scuola hanno dai 3 ai 6 anni (anzi una ne ha 2 e mezzo). E i miei figli 4 e quasi 2.
Mi autogiustifico se nel dormiveglia mi incasino, alle volte, dopo i turni lunghi e il nonstop delle notti in cui Patato col cavolo che dorme.
Mi accorgo, scoprendo l'acqua calda, che questo mi devasta.
Che è il mio primo anno COSI'.
Prima non avevo figli, poi uno, poi ho ripreso a lavorare con due, ma part time e poi era già metà anno scolastico.
Stavolta sono in una scuola pesante, full time, con tutto quello che comporta, e full time in casa, in famiglia. E anche se esiste la mitica babysitter, non è che il peso su di me sia lieve.
E io sono arrivata a fine maggio sdrenata.
Ho ancora un mese di scuola poi sarà per un po' famiglia full time, ma mi sembra una vita.
E so che il mio lavoro non è il chirurgo nè il pompiere, ma io sono sdrenata. Distrutta.
Più mentalmente che fisicamente forse, ma il non staccare mai da questo universo di infanzia è veramente pesante.
E per quanto i figli crescano in fretta, sono ancora piccoli, e ancora finisce che se voglio fare una doccia ne ho sempre (almeno) uno con me, e una volta finito di sistemare e lavare lui...a me resta una veloce sciacquata con acqua fredda e la speranza, a volte mal riposta, di essermi almeno sciacquata tutta.

martedì 30 aprile 2019

cose sparse

1. Da tua madre hai ereditato la dote di considerare improvvisamente sbagliata quasi ogni tua decisione, purchè ormai operativa e irrevocabile.

2. Sei così stanca che a volte ti guardi  allo specchio all'improvviso e dici: "oddio, e chi è sto vecchio in casa mia?"

...we flew to Los Angeles, where I secured a new passport. The picture in my stolen one wasn’t half bad, but in the new one I look like a penis with an old person’s face drawn on it.

(Adoro Sedaris, questa frase mi torna in mente oggi come non mai).

3. Ci sono cose che non puoi dire neanche a tuo marito, perchè pur sapendo anche lui che sei stanca e distrutta e che ogni tanto hai bisogno di sfogarti a caso...poi ti dice che se pensi cose del genere sei più pazza di tua madre. Colpo basso, considerando il disagio psichiatrico grave della stessa.

4. al primo raggio di sole che ti colpisce, se non hai la protezione 50 esplode l'eritema solare, e l'irritazione interiore. Eppure da quando sei mamma vorresti una primavera decente e non questa cosa strana, che tenere i bambini in casa è una tortura medievale (per TUTTI).

5. I tuoi figli crescono velocissimi.
Il grande ha, a voler essere ottimisti, un carattere forte, il piccolo anche, con meno isterismo.
Il grande a 4 anni suonati comincia a non avere più quel bisogno voglia di coccole di prima, anche se le gradisce ancora.
Il piccolo in questo è ancora piccolo, e sei ancora autorizzata anzi invitata a baciarlo e spupattolarlo il più possibile annusandolo come un cane da tartufo.
Con i capelli corti è improvvisamente bimbo grande, insegue il fratello per giocare e per farsi valere e a volte ti sembra che cresca anche troppo veloce.
Sarà l'essere il secondo, che tempra.

6.Cominci a farti domande, e non sai rispondere.

7. Continui a rimandare i controlli e gli esami, sai che non è che se non vedi le cose non ci sono, ma ti nascondi dietro la gestione familiare e lavorativa che ti impediscono di esistere. Il che è vero, ma certe cose dovresti impor(te)le.

martedì 26 marzo 2019

i figli degli altri

I figli degli altri sono più tranquilli. Più posati. Meno incazzosi. meno rompipalle. Più ordinati. Più pettinati. Più obbedienti. Meno fastidiosi coi fratelli.
I figli degli altri luccicano sempre un po'.

A volte mi sembra che i figli degli altri siano così soprattutto perchè..perchè anche le mamme degli altri sono diverse da me: le mamme degli altri hanno figli tranquilli bravi educati obbedienti mai un problema mai un capriccio mai una gelosia mai una pipì addosso.
I loro figli si sono spannolinati da soli a un anno e mezzo e hanno sempre condiviso i loro giochi volentieri con fratelli cugini e sconosciuti che passavano di lì.
I loro figli non dicono cose sgarbate, non fanno capricci, non hanno giornate no, non danno mai neanche una spinta per sbaglio.

O così raccontano.

Io me lo chiedo, se sono io che sbaglio. Che dei miei figli dico il buono, ma anche le rotture di palle e le arrabbiature che mi generano.
Mi sembra di sentir parlare/leggere solo di figli quasi perfetti, con l'unico difetto di essere troppo buoni/remissivi/pacati.
Mi chiedo come mai, mi chiedo se sia la paura di essere giudicate, se sia il pensiero di fare un torto ai figli non lodandoli sempre o se sia la paura di offrire il fianco a critiche altrui.

Non lo so.

Sono davvero pochi i casi in cui senti un genitori dirti che sì, anche i suoi figli a volte qualche cazzata la fanno.
Sono rimasta stupita, pochi anni fa, scoprendo il blog "Vita da papà", perchè l'autore parla di sè e dei suoi figli in maniera normale.
Sarà che lui è un padre, e non una madre, e quindi PUO' essere NORMALE?
Essere un genitore che ama i suoi figli e li vede meravigliosi ma ogni tanto anche un po' rompi e litigiosi e faticosi?

Non lo so. Penso che sulle madri ci sia più pressione, e anche più giudizio: se i tuoi figli rompono, è colpa tua, soprattutto. Tuo marito magari TI AIUTA (altra cazzata, ma non ho il tempo di pensarci ora), ma comunque...sei tu responsabile no?
Forse per questo le madri degli altri hanno figli perfetti? Perchè devono averli?
O forse no. Forse i loro figli sono davvero meglio educati, meno agitati e più pazienti.
Forse sono io che non sono tanto capace.

giovedì 28 febbraio 2019

ci faccio caso

Mi manca, scrivere.
Era il mio hobby, la mia passione anzi, la mia fonte di soddisfazione, di riconoscimenti e, perchè no, di vile ma utile denaro.
mi manca, ma non ho tempo ed energie per farlo.
Ci sono esercizi che mi farebbero tanta tanta gola, come le famose "pagine del mattino", ma non ce la posso fare. Mi alzo alle 6.30, e se non parto per andare ad aprire scuola devo fare le cose di corsa e poi alzare i bambini e poi portarli e poi andare a lavoro e poi...
Però mi manca.
ne ho preso coscienza.
Non è facile neanche avere coscienza di me stessa, ultimamente.
Ci sono stati mesi più neri, in questo senso, in cui mi sentivo davvero rarefatta.
Poi i mesi passano, cioè passano i giorni, che volano, e le settimane dove è sempre lunedì e sempre venerdì e sempre sabato mattina con la piscina e sempre domenica sera con la settimana da gestire.
Mi sembra(va) di andare un po' meglio.
Come se il tempo mi si stesse di nuovo concedendo un po', come se di nuovo ci fossi anch'io.
In realtà...non so. Non è che ci sia uno spazio "io", non ancora.
Lo spazio è il lavoro, e poi i bambini a casa, e poi le cose di casa e di famiglia da fare, e poi le cose da sistemare, di cui occuparsi. e le persone, di cui occuparsi.
Si sono, anzi no ABBIAMO sistemato alcune cose, e nel frattempo altre si sono fatte avanti.
E sempre più spesso mi ritrovo ad avere quattro figli, di cui due di una settantina d'anni.
E sono stanca. E spesso preoccupata. E spesso pure a corto di energie e di pazienza.
Le cose vanno bene, dai. Mi esercito a riconoscere quello che ho, quello che abbiamo, quello che siamo.
Mi esercito, come diceva Vonnegut.
Quando siete felici, fateci caso.
Non so meditare, non ho un dio da pregare, ho la convinzione che sia il caso, se si riesce, di godersi il buono. Quello che c'è.
E di buono ce n'è tanto, ma tanto.
E' mescolato nel casino, mescolato in mezzo al delirio e ai bisogni e alle paure e agli imprevisti brutti.
Sono stanchissima, e devo impegnarmi, per farci caso.
Ma devo farcela. Perchè ci sono troppe cose buone.

martedì 15 gennaio 2019

Nel frullatore tutti insieme (rumorosamente)

Io sono creatura non troppo sociale, soprattutto nei grandi gruppi. Chiacchiero con pochi umani alla volta, per esempio.
Considerando che prima eravamo tre in famiglia e ora quattro, non si arriva a numeri che inibiscano la mia logorrea selettiva: ergo...sto crescendo due figli mooolto amanti della parola.

Topo è direi affetto alle volte da vera e propria diarrea verbale, mi scusino la parola. Non sta zitto quasi mai: capita che parli anche nel sonno. Io mi sveglio, tendo l'orecchio per capire se arriva la chiamata dalla sua stanza...e invece no. Sta dormendo. Solo che disquisisce di qualcosa.
Parla sempre. A volte da solo. Spesso pretende un interlocutore. Il quale magari gli racconti una storia inventata, alla quale lui possa contribuire quando vuole.
Commenta i cartoni animati, il cibo, il traffico, la cacca che sta facendo, i propri pensieri.

Patato...Patato cresce come una piccola sorridente e urlante zucca.
Ripete quasi tutto quello che sente dire, con risultati alterni, spesso molto buffi.
Ormai ha quasi 17 mesi e le parole padroneggiate non sono moltissime, ma le ripete talmente tanto che si addormenta parlando. Quelle che non sa dire le modifica a piacimento e comodo suo, e spesso e volentieri urla direttamente la sua opinione /gioia /rabbia /frustrazione.
Ho davvero due bambini "misurati".

Topo cresce anche lui, tanto. Sarà che lavorando a scuola per me i bambini di 5 anni sono già i miei "grandi", ma lui a quasi 4 già lo vedo un bimbo grande, appunto.
Ama fare "i compiti"(attività varie tipo schede operative, labirinti, colora taglia incolla etc.), arrampicarsi sugli alberi finchè non lo si vede più, le storie...e fare moltissimo casino con gli amici.
Tanto che anche le maestre, che mi conoscono, mi hanno detto che è tanto buono, tanto interessato, tanto autonomo...e tanto rompicoglioni quando ci si mette.
E io lo so.
Oh se lo so.

Patato ama follemente suo fratello, lo insegue gli salta sopra lo bacia e lo prende a sberle (e io qui intervengo, giuro, anche subito. ma lui riesce sempre ad assestargliene un paio belle toste prima che io possa fermarlo). Lo imita in tutti i modi, specialmente nelle cose che l'altro padroneggia e lui ancora no, come le scale, le corse, i salti assurdi.
Il filosofo li osserva bonario mentre si azzuffano o fanno casino insieme, e io sto cominciando ad essere sempre più come lui: finchè non si menano (troppo forte) non intervengo.
Sono sempre più in sintonia con poche mamme "relax", i cui figli possono giocare col mio senza che nessuna di noi debba aspettarsi mille volte "mamma lui ha fatto mamma lui ha detto". E senza che nessuna di noi due si senta in obbligo di intervenire quando possono benissimo fare da soli.
Comincio a essere insofferente (come mamma, come maestra lo sono da un pezzo) verso bambini e genitori troppo "gne gne gne": Mamma lui mi ha fatto la lingua, tesoro non fare le scale, hai solo 4 anni, Bimbi non si litiga, Mamma digli che deve fare come ho detto io...

Soprattutto sul "non si litiga" io la penso come Daniele Novara, e per fortuna ho un marito concorde, se no era la fine.

Insomma...tutto procede, caoticamente e rumorosamente.
Con grandi abbracci, grandi pianti, grandi casini e grande stanchezza.
A volte li guardo e mi sembra ancora impossibile essere qui. Con loro.