lunedì 19 novembre 2018

ma le vere madri single, come fanno?

No dico, quelle vere.
non quelle dei film. Che hanno la messa in piega. Un fisico scultoreo (anche se si nutrono di gelato e bibite). E quando proprio sono stanche e sbattute, lo mostrano solo perchè si legano i capelli (di solito con le treccine o i codini).

Dico le madri vere. E non è che parlo di gente con 3 lavori e almeno 4 figli.
Dico quelle con anche "solo" un figlio E un lavoro.
Come fanno a sopravvivere e a non impazzire?

Il filosofo riassume tutto in un "NON PUOI. Semplicemente non esiste la possibilità di cedere".
E ok. é vero sicuramente.
ma...posto che sia così...come fanno?

Io ho fatto il genitore single, insomma, il genitore SOLO più che altro.
E l'ho fatto per quasi un mese. Potrei dire per "neanche" un mese intero, ma per me è stato quasi un mese.

Il Filosofo è stato immobilizzato per un po', infortunio sul lavoro (muscolo del polpaccio staccato dal tendine e grosso ematoma) e io mi sono trovata con

2 figli piccoli e una specie di figlio grande.

Laddove in particolare il figliolo grande era (e mi metteva) particolarmente in difficoltà, in quanto bloccato su un cavolo di divano perchè non poteva neanche girare con le stampelle.

E così all'improvviso eccomi qui a gestire tutto.
Il lavoro full time (e una delle colleghe più teste di gran cazzo che mi sia capitata da secoli), i bambini, il cambio di ora che mi porta via la luce del pomeriggio, la casa che diventa un casino, mia madre che smette i farmaci e dice cose orribili.

E ho pensato, sinceramente, che avrei dato di matto. Cosa che qualche volta è successa anche.
Ho pensato anche che non ce l'avrei fatta e che sarei crollata completamente. Questo almeno non è accaduto.
Ne siamo usciti. E' stata dura, però.
Topo comincia a giocare con suo fratello, ma quasi mai spesso non bene.
Patato si è preso ovviamente mille malattie al nido, con febbri e catarri vari.
E il Filosofo...beh...che dire.
Di notte Patato si svegliava mille volte per raffreddore e altro, Topo magari si svegliava solo un paio di volte a notte....ma ogni volta significava alzarmi andare da lui stare li finchè non dormiva, il tutto sperando che non si svegliasse anche l'altro, il quale dorme vicino a me nel lettino senza sbarra tra me e lui.
Immane fatica. Sonno mostruoso, tutto il giorno, senza potermi riposare perchè stacchi da scuola e vai a prendere i bambini, e poi magari ci sono i giorni in cui neanche stacchi, fino a quasi notte, e i bambini li prende la babysitter (santa donna!).

Ecco sì, io sono stata una madre "sola" ma neanche del tutto, perchè potevo contare sulla babysitter.
Senza sarebbe stato non tanto folle,quanto impossibile. Perchè i miei orari a volte sono semplicemente incompatibili con quelli dei bambini. Chi sarebbe andato a prenderli, o preparato loro la cena, o sarebbe stato con loro mentre io ero a scuola per riunioni, o a volte per colloqui con genitori di figli altrui?

Sono stata stanca a dei livelli che non credevo possibili, la schiena sempre più rotta e ogni tanto ho urlato con i bambini, quando non avrei voluto nè dovuto. E ho pianto un po', quando nessuno mi vedeva, e ho pensato cose varie non particolarmente sensate.

Alla fine il mese è passato. Il Filosofo è in piedi gira con una sola stampella. Appena lui si è rialzato, per quanto fosse ancora precario nei movimenti, io ho avuto un discreto crollo con febbre e spossatezza mostruosa. La quale non ha inficiato alcuno dei miei ruoli di mamma maestra e tutto quanto. Ho semplicemente aggiunto tachipirina alla mia dieta, perchè non potevo fermarmi.
Ma almeno non dovevo anche occuparmi al 100% di una terza persona, il che è stato già un grosso miglioramento.

Siamo sopravvissuti. Ma la domanda resta.
Come fanno le madri single, quelle che sono single sempre?
Spero per loro che abbiano tutte qualcuno che dà loro una mano, una babysitter, un'amica, un fratello.
Magari anche più di una persona.
E comunque hanno tutta la mia stima.
Io non so se sopravviverei. O forse sì, sicuramente sì, perchè per i miei figli sopravviverei eccome, e farei quanto di meglio posso. Ma, ecco, non so in che condizioni sopravviverei.