giovedì 31 agosto 2017

Una questione di scelte


La vita è questione di scelte.
Fare il genitore… è questione di scelte.
Ieri sera, potevo scegliere.
Patato stranamente si è addormentato (stremato da quanto aveva ciucciato nelle 4 ore precedenti, immagino), verso le 8, cosa che fa molto raramente.
Di solito passo la serata con lui sulla tetta e con Topo sulla schiena, o sul fianco libero, a leggere librini o a tentare di giocare con lui anche se in maniera piuttosto “statica”.
Ieri sera potevo scegliere.
Dopo una giornata lunga e insonne (preceduta da una notte complicata), potevo scegliere se buttarmi a peso morto sul letto, approfittando del sonno di Patato...o se dedicare del vero tempo a Topo. Un tempo senza piccola idrovora che blocca le braccia della sua mamma.
Neanche a pensarci...o meglio, qualche secondo di pensiero c’è stato, lo ammetto, ma poi la scelta è stata facilissima.
Dormirò quando Patato sarà un pelino più grande e comincerà a farsi dei pisoli un po’ più spesso.
E ho dedicato quell’ora prima della nanna di Topo solo a lui, tenendolo in braccio e coccolandolo, permettendogli finalmente di essere di nuovo lui “il bimbo piccolo “ (chiama così suo fratello, nessuno gli ha mai detto che lui è "quello grande" o altre cose che non condivido...): in braccio, cullato, vezzeggiato. Cosa che io faccio ogni volta che posso..ma avermi tutta per sé gli è piaciuto molto.
Tutte le sere prima di mandarlo a letto con il Filosofo gli dico che gli voglio tanto tanto bene e che se ha bisogno di me basta chiamarmi.
Ieri sera prima di andare mi ha buttato le braccia al collo dicendomi “voio tatto tatto bene mamma!”...e ci è mancato poco che io mi squagliassi in lacrime…

Mi sembra di essere un’equilibrista...non professionista. Una che si è trovata all’improvviso a camminare sul filo: e che non sa mai quando cascherà giù di nuovo.

Nel frattempo...nel frattempo penso e cerco di concentrarmi su questi momenti, su quelli buoni, e di non pensare troppo avanti nel tempo, anche solo a tra qualche mese, che bisognerà cominciare a trovare strategie per far dormire Topo nella sua camera (e far sì che Patato, pure lui, dormicchi un po’ di più nella carrozzina… finché ci sta, nella carrozzina. Perchè poi saranno altri cazzi...va beh...devo spegnere il cervello).

Basta. Voglio concentrarmi sui momenti buoni. Perchè se no davvero ripiombo giù e non posso permettermelo ora. Si prospettano giorni di maltempo, chiaramente nel fine settimana. E lì serviranno davvero tutte le risorse e le energie di cui dispongo. 
Faccio del mio meglio.

lunedì 28 agosto 2017

nero su bianco


Magari scrivere aiuta. Anche perché non ho nessuno con cui parlarne. Con cui parlare davvero.
E allora..vediamo.
Cosa mi fa stare così male?
Il Filosofo ha ragione: ho due figli sani, ho avuto un secondo parto senza problemi, ho un figlio maggiore che non ha ancora cercato di uccidere il fratellino...e allora perché non me la godo?
La risposta breve è che non lo so.
La risposta lunga è che razionalmente capisco, ma a livello emotivo e credo proprio anche ormonale sono una tempesta, un casino, un abisso.
E non riesco, per ora, a venirne realmente fuori.
Quando sono sola con Patato, soprattutto di notte, piango spesso.
Negli altri momenti, con Topo che mi osserva come un falco, non posso farlo. Topo vuole la sua mamma, e io cerco di dargliela, la sua mamma. Anche se c’è quasi sempre un piccolo bimbo attaccato al seno, di questa mamma.
E allora Topo si infila nel cuscino da allattamento, e io cerco di non sgridarlo anche se arriva un po’ sgarbato, oppure appena Patato dorme mi fiondo da Topo per stare con lui e giocare.
O leggo librini mentre allatto. E guardo Heidi, e qualsiasi cosa di Myazaki insieme a tutti e due.
Ma non riesco a stare tranquilla.
Sono triste, stanca, e soprattutto preoccupata per il futuro.
Mi preoccupa tra un mese la gestione da sola di due bambini perché il Filosofo sarà via di casa di nuovo tantissimo tempo.
Mi preoccupa che al settimo mese di Patato dovrò tornare a lavoro...e come cazzo farò con lui? Il nido, immagino...se me lo prendono.
E se lo fanno...con che cuore lo manderò così piccolo?
Mi preoccupano le mattine in cui comincerò alle 7.30, vuol dire fuori casa ben prima delle sette...e chi penserà ai bambini? Chi li alza, li veste, li porta al nido?
So che questo problema ci sarà per anni e anni, perché per anni e anni andranno a scuola e non potranno fare da soli.
Dovrò trovare una babysitter, qualcuno di sensato e di disponibile a fare orari del cavolo, all’alba e nel freddo invernale, per portare a scuola due bambini.
Qualcuno di fidato, visto che dovrà anche girarci in macchina.
Mi preoccupa questo inverno, con un Patato piccolissimo e un Topo che si ammalerà, come ogni inverno: mi preoccupa il contagio, e mi preoccupa la gestione di due bambini malaticci o malati e soprattutto di Topo malato che diventa malmostoso e faticoso e io ne avrò anche un altro mini a cui pensare.
lo so, ce l’hanno fatta in tanti prima di me.
Ma io ho paura lo stesso.
E ho paura perché mi sento terribilmente sola. Siamo io e il Filosofo e basta. E se uno di noi due si inceppa per qualche motivo siamo direttamente catapultati nella cacca.
Nessun aiuto in famiglia, inutile ormai anche chiedere.
Pochi soldi per pensare a un aiuto esterno, e comunque..come trovarlo? Ci sto provando, sto informandomi...ma...a quanto pare le babysitter sono come l’araba fenice, e quelle poche ci sono vogliono, anche giustamente, orari di lavoro fissi e anche estesi.
E io non posso offrire nessuna delle due condizioni, temo.
Chissà cosa succederà. In qualche modo sopravviveremo, lo so. ma come?
Vorrei essere più serena, o avere almeno qualche piano in essere. E invece mi sembra di navigare a vista e di non sapere come superare i prossimi mesi.

giovedì 24 agosto 2017

Crisi....o solo baby blues...non lo so.

Anche Topo era così, fin dall'inizio lui era così.
Tetta tetta tetta e altra tetta ancora.
Sempre. Di notte pause di circa 45 minuti.
Di giorno meno.
E pianti se non poteva tettare sempre perchè non c'era niente da tettare.
E c'era l'aggiunta di latte artificiale.
All'inizio davvero poca. Poi sempre di più..e man mano siamo arrivati anche bene allo svezzamento, in fondo non è successo niente di male.
ma io ci stavo male. Stavo male perchè non riuscivo a dare solo il seno.
Stavo male perchè voleva sempre tettare e io ero stanca morta e dolorante e bloccata con lui sulla tetta per 23 ore su 24.
E ora stiamo tornando a questo schema?
Pareva quasi di no.
Questa volta ho più latte, anche se di nuovo non ho avuto chissà che montata.
E questa volta mi sembrava di avere imparato la lezione: se serve il latte artificiale si dà il latte artificiale e non succede niente di male.
E questa volta pareva che Patato riuscisse a stare anche un'oretta di seguito senza tetta, soprattutto di giorno.
Lo so che ha solo una settimana di vita (auguri amorino), ma siamo di nuovo in questa fase di...tetta tetta e tetta.
E io sono un po' in crisi.
So, davvero SO che passerà. Che passeranno le settimane e poi i mesi, che lui crescerà e non sarà più un neonato e così via...ma adesso che ci siamo dentro, e ci siamo dentro da pochissimo...e io sono in crisi.
Sono stanca. Dormo poco, troppo poco.
ho il seno costantemente dolorante e strizzato da lui.
E appena dorme un attimo corro da Topo e cerco di dedicare tempo a lui. Con l'ansia che però Patato si svegli e cominci a urlare.
E in quel caso arriva il Filosofo con lui in braccio e mi dice, come se io fossi tanto ritardata da non essermene accorta, che piange. E aggiunge, come sempre: "secondo me ha fame".
Io sono terribilmente stanca.
Probabilmente finiremo per dare la famosa aggiunta anche a Patato, e anche stavolta il pensiero mi fa sentire un po' inadeguata. Meno che con Topo, almeno.
Ma non riesco a non chiedermi perchè io non riesco ad avere una normale gestione dell'allattamento...perchè???
Lo so. Passerà. Passerà.
Topo avrà momenti di gelosia pesante, e passeranno.
Patato crescerà, e non ci sarà più tetta, ma roba frullata e poi cibo solido e tutto quanto.
E loro giocheranno insieme e si picchieranno e io ricorderò questi giorni solo con tenerezza.
ma adesso sono in crisi.
E di nuovo, la storia si ripete, non ho nessuno a cui dirlo.
Perchè il massimo che mi sento dire in risposta è: passerà.
E questo razionalmente lo so.

domenica 20 agosto 2017

Un parto da protagonista

Ed eccoci qui. In 4.
E' insieme strano e quasi (quasi) già normale, essere 4.
per ora però prevale lo strano.
Comunque, in quattro.
Io avevo, in particolare, due paure:

1. che Patato nascesse proprio nei 2 giorni e mezzo in cui mio padre era in ospedale --> non avremmo avuto aiuti, soprattutto di notte, e avrei dovuto fare tutto da sola

2. che si arrivasse all'induzione di nuovo.

Se ne è realizzata solo una, e abbiamo avuto anche una gran fortuna, perchè alla fin fine..abbiamo risolto anche quella.

Mio padre è stato ricoverato mercoledì 16 agosto di pomeriggio.
Io stavo benino, doloretti vari, lombalgia, il solito.
Di mattina avevamo fatto la spesa e di pomeriggio è arrivata un'amica di Topo a giocare nel parco.
Alle 18 circa li ho lasciati con il Filosofo e la mamma della bimba, e sono venuta in casa a preparare la cena.
Ho sentito mia cognata, illustrandole le mie paure e lei, miracolissimo, mi ha detto che se proprio proprio fosse successo di notte, lei riusciva a venire da noi (a 25 km), perchè tanto aveva marito a casa e pure tata dei bambini disponibile per emergenze.
Perfetto. Ci salutiamo col suo augurio che non si arrivi a lunedì 21 con l'induzione.
Si fa sera e torna Topo, gli dò la cena, facciamo un po' di giochi, leggiamo 4 volte lo stesso librino e poi ci alziamo dal divano.
Ore 20.45, Topo vuole un giocattolo che è in alto: mi allungo per prenderlo e....si rompono le acque!!!!

Allora è così che succede? Che senso di bagnatissimo. Aiuto, sto facendo una pozzanghera.
Siccome sono positiva al tampone, vestiamo Topo e partiamo per l'ospedale. Avvertiamo mia cognata che dice che arriva per le 11.
In reparto trovo dottoressa giovane e gentile che mi ha già scollato 2 volte le membrane la settimana prima.
Mi visita e conferma: collo pervio a due dita, raccorciato al 50%, membrane rotte.
Ok, ricovero. Topo si gode il giro in ospedale, con tanti strumenti strani e le ostetriche che lo vezzeggiano.
Mi danno la camera e cominciano a tentare di inserirmi la via per la flebo.
Fanno un po' di casino (rottura della vena, 3 dolorosi infilaggi sbagliati) ma poi ce la facciamo e comincio la prima dose di antibiotico, mentre il Filosofo torna a casa per mettere a letto Topo e aspettare la zia.
Io, memore della fatica con Topo, cerco di riposare. Non riesco a dormire, ma avendo la camera tutta per me (l'altro letto è vuoto,fortuna!!!) mi stendo, chiudo gli occhi e  quando sento le contrazioni (fastidiose e basta) mi esercito a rimanere rilassata senza "chiudere".
Non riesco a non pensare a Topo, mi sembra di averlo abbandonato e ho paura che si svegli di notte e vada in crisi.
Il Filosofo torna, e mi dice che ha detto alla zia di chiamarlo subito se Topo va in crisi. Siamo in sintonia, su questo punto, e la cosa mi rassicura.
Pian piano le contrazioni aumentano, e ho bisogno di stringergli la mano quando sono al picco.
Non sappiamo che ore sono, ma dopo un po' lui suona e arriva una giovane ostetrica sorridente che mi dice "via..andiamo in sala travaglio dai".
Lì mi visita: 3 cm circa,tutto molto morbido. mi propone il travaglio in vasca. é circa l'1 e 30 del mattino.
La vasca si rivela un'idea stupenda. l'acqua è veramente caldissima, o a me sembra tale, poi abituandomi mi sembra solo caldina...il Filosofo si siede sul bordo e mi tiene puntato sui reni il telefono della doccia.
Io comincio a sentire male, ma male sul serio. Contrazioni vicini e potenti. "Davvero ottime" dice l'ostetrica, che mi sta monitorando tutto il tempo (che bella invenzione il tracciato wireless).
Ecco..pensavo di essere pronta, preparata al dolore, ma cazzo se fa male.
Le contrazioni sono così vicine, così forti (il Filosofo poi mi dirà che le vedeva sul monitor e si preoccupava perchè dal picco non scendevano mai più giù di 85-90) che io comincio a perdere le speranze di farcela da sola, senza epidurale. Peccato che di notte in realtà non la facciano, perchè questi stronzi pubblicizzano l'ospedale come dotato di percorso di analgesia, ma in realtà c'è solo infrasettimana in orario d'ufficio.
Ho iniziato ad andare in crisi, a dire che non ce la facevo, che era tropo doloroso.
Filosofo e ostetrica a turno mi rassicurano, mi dicono che vado benissimo, l'ostetrica dice che sto respirando bene e che se riesco ad assecondare il dolore farò presto.
Io mi concentro per farlo.
Stavolta, al contrario del primo parto, mi sento davvero io la protagonista.
Capisco cosa succede, sento il corpo che si modifica, sento il dolore che cambia man mano.
Sento quando sto cedendo alla paura e mi concentro per non chiudere, per lasciar fare.
Ma continuo ad avere paura. A un certo punto l'ostetrica mi dice "dai vieni voglio visitarti...così vedi come vai bene!"
Esco dalla vasca, sono passate le 3.30, fatico a sedermi e sdraiarmi sul lettino perchè ogni movimento scatena dolori. Dentro di me sento che comincia il bisogno di spingere. Ma devo aspettare...
Mi visita: 9 centimetri (forse 10 in contrazione)!!!
9 centimetri? davvero?!?!
Ci siamo!!! Posso spingere.
Non ce ne andiamo dalla sala travaglio.
Si comincia a finire: le spinte.
Di nuovo, stavolta ci sono. Sono presente. Non ci sono 40 persone addosso a me, solo l'ostetrica e il FIlosofo che mi abbraccia chinato su di me.
Sento ogni cosa che succede, il dolore, il movimento di Patato che vuole uscire.
La testa che si incorona mi fa urlare come mai avrei creduto, un dolore allucinante...ma vuol dire che ci siamo.
Altre 2 spinte ed eccolo appoggiato sul lettino tra le mie gambe, con una massa di capelli lunghi e nerissimi.
Non piange. Perchè non piange? lo chiedo due volte, forse 3. Nessuno mi risponde.
Poi, finalmente, piange.
E me lo appoggiano sul petto. Ore 4.07 di giovedì 17 agosto.
E' una cosa meravigliosa, che con Topo purtroppo non ho potuto vivere, quanto avrei voluto.
Il Filosofo, stanco, torna a casa e noi restiamo lì sul lettino a cominciare a  conoscerci e a succhiare il capezzolo.
E' stato un parto davvero diverso dal primo, sarà stato perchè non ho dovuto fare induzione? perchè ero più pronta? Perchè era il secondo?
Sicuramente tutto questo e anche di più.
Comunque...è stato doloroso e faticoso...ma io c'ero davvero. Ed è andato tutto bene. Che cosa stupenda.

p.s. mi hanno dato un solo punto. Peccato che mi abbia cucita un'ostetrica diversa, di quelle vecchio stile...che non mi ha voluto fare l'anestesia. "cosa vuoi che sia, un punto, ormai...".
Veramente...fa male, così a secco, essere cuciti. Poi l'ha pure tolto e ridato perchè non le piaceva.
Che cazz...


venerdì 11 agosto 2017

eccheccazzo però...(malmostosità oltre i livelli di guardia)

Mi sono rotta le palle.
Ho cercato in ogni modo di NON far sapere in giro la data presunta (PRESUNTA) del parto.
Ma, chiaramente, un marito che invece dice " a me non crea problemi dirla" inficia leggermente la strategia.
Così ora mezzo porco mondo sa che la data era il 10 agosto (ohhhh il giorno di San Lorenzo, che cosa carina...ohhh!).
E tutti ci hanno tenuto a
1. bombardarmi di domande se fosse nato o meno,
2. vedi punto 1, nonostante su whatsapp il mio stato dica "NO, NON ANCORA": mi scrivono e chiedono se è ancora valido o se ho solo dimenticato di aggiornarlo...
3. farmi notare che cambiava anche la cazzo di cazzo di luna. E che quindi avrei partorito sicuramente.

Che due grandissimi coglioni.

NO. Non ho partorito.
NO. la luna non c'entra un cazzo con i parti, non c'è niente di scientifico nè di sensato.
NO. Non sto tranquilla, no, non riesco a fare finta di niente e non pensarci così succede.
NO. Non sta succedendo un cazzo.
Sì, lo so che le mie compagne di corso preparto stanno partorendo tutte a termine o prima e sono primipare.
Sì, ho la pancia bassa.
Ma la se la ginecologa alla visita, dopo DUE SCOLLAMENTI DELLE MEMBRANE di cazzo del mio utero, se lei mi dice che la testina è ancora alta, e se ho poche contrazioni che cazzo ci posso fare???

Ho paura. Di una nuova induzione. Ma non solo.
Ho paura di una nuova manovra di Kristeller, o come cazzo si chiama, che l'altra volta ho pensato che sarei morta e mi terrorizza riprovarla.

Non so più cosa fare.
Sono stanca. Sono esausta.
E la settimana prossima l'unico aiuto su cui potevamo pensare di contare un po', mio padre, va in ospedale.
Per cui è molto probabile che io mi faccia travaglio e parto da sola, attaccata al monitoraggio come l'altra volta e senza potermi neanche muovere.

NO. NON STO CALMA. MA PROPRIO PER UN CAZZO.
Sono. Stanca. Morta.