giovedì 26 dicembre 2019

il natale, qui, non cambia mai.

A quanto pare, non dico sia destino, che mi suona un po' troppo aulico...ma di sicuro è consuetudine che nella mia famiglia il natale debba sempre essere un periodo di merda.
Tendo a non parlarne troppo, perchè quando lo faccio le persone mi guardano con l'occhio strano, come se stessi esagerando o interpretando in negativo piccolezze quotidiane.
Quando sono in vena aggiungo qualche dettaglio, giusto per dare un'idea. Lasciamo stare lo spirito dei natali passati, che per fortuna non viene a trovarmi; adesso certamente è migliore di quando ero bambina, non ci sono solo lacrime, nessuno inveisce biascicando ubriaco, nessuno è in casa di cura, nessuno cerca di avvelenarsi e nessuno rompe stoviglie.
Ma se vogliamo andare sul recente, sei anni fa  è morto mio suocero esattamente la vigilia di Natale, e le cose hanno continuato ad andare in questa direzione, Natale è sempre funestato da qualcosa di luttuoso o quasi e quest'anno sembra non fare cessioni. 
Neanche questa volta siamo riusciti a dare a i bambini un natale "normale", normale nel senso affettivo, nel senso del sfruttare la festività per trovarsi con le persone care, mica tanto altro.
A livello scenografico siamo sempre le solite pippe, non abbiamo neanche un vero albero, ma questa volta le ragioni sono ottime e pesano circa 14 kg... Prima nella micro casa non ci sarebbe stato, e avevo optato per una di quelle cinesate di feltro con le palline attaccate con velcro. Adesso con la casa un po' più grande è tornato lui, appeso a una finestra con il suo nastrino.
Va detto che ai bambini in realtà piace, soprattutto al piccolo distruttore. 
È il piccolo distruttore il motivo principale per cui non c'è un vero albero in casa nostra, perché non avevo le forze nella voglia di combattere contro la sua tensione alla totale distruzione di qualsiasi cosa. Saranno i terrible two, famoso periodo dai 2 ai 4 anni in cui il genitore invecchia di 2-4 anni al mese, sarà che essere il fratello minore vuol dire doversi ricavare uno spazio,sarà che semplicemente ha un carattere difficile, o come dicono le brave persone un carattere forte, sarà che assomiglia al padre da bambino, un terremoto esploratore.
Io però sono veramente stremata. E' un bambino affettuoso, dolce, sveglio, chiacchierone, ma anche tremendamente testardo, costantemente in sfida con me e con suo padre per qualsiasi cosa, deciso all'indipendenza più totale: il suo grido di guerra è "faccio ioooooo". 
Due settimane fa a pompieropoli suo fratello ormai quasi cinquenne si rimpinzava di cibo evitando con cura di fare scale o salire su gru, mentre lui , meno di un metro di energia pura, si inerpicava ovunque strillando "vado io vado da solo mamma Guardami che vado da solo sulla scala", mentre un esilarato pompiere lo bardava con l'imbragatura più piccola mai vista.
Io li amo tantissimo entrambi, e a volte urlo tantissimo con entrambi. Poi mi dispiace, ululare come un lupo in agonia. Ma succede.
Essi nel frattempo sopravvivono ai natali atroci e alle genitoriali furie, e crescono.
Così simili e così diversi, sempre dietro a cercarsi e poi a discutere, a giocare insieme e poi a litigare.
La cosa bella è che giochicchiano insieme. A volte per 5 minuti, a volte per mezz'ora. Che per me è già tanto.
Anche perchè il piccolo comincia a interessarsi ai semplici giochi di società che facciamo io e il fratellone, e non è male ogni tanto farsi un "memory" o qualche gioco cooperativo col tabellone, dopo aver corso lottato ballato e dipinto con le mani per ore ore ore oreeeeee.
Va detto cheTopo è cresciuto molto, è un po' dispettoso verso la piccola belva ma è anche protettivo e molto giocoso. E' sempre un po' refrattario all'obbedire subito, ma sta diventando più responsabile su tante cose, e cerco di gratificarlo per questo.
Patato, che forse dovrei soprannominare Attila, ama follemente il suo "dadone", che cerca incessantemente. Salvo poi, quando si arrabbia, prenderlo a pizze in faccia. Con mia contrarietà.
Che lo so, che i fratelli si menano da sempre e sempre lo faranno.
Ma da sempre le madri intervengono e, nel mio caso, a volte insorgono con un "Per favore, per favore..fate i normali!!!". Specialmente quando tento di fotografarli. E a turno, se non insieme, essi producono espressioni che vanno dal beota all'indemoniato, avendo cura di non passare mai, mai, mai, dal banale sorriso.