venerdì 30 dicembre 2022

buona fine

 C'è sempre qualcuno che si fa vivo, verso il 30 dicembre, con un messaggio che dice solo: buona fine e migliore inizio. A volte in omaggio c'è qualche faccina alla fine della frase: due calici che brindano, una bottiglia, un fuoco d'artificio.
Mi ha sempre messo a disagio, il 31 dicembre, tranne forse tanti anni fa, quel capodanno a 15 anni, nella sala del PDS coi manifesti elettorali e le sedie di plastica.
Ricordo che stavo bene. Mi sentivo bene, ed era capodanno.

Non ricordo altri 31 dicembre così.

Poi sono passati gli anni, ricordo alcune serate a casa di amici di qualcuno, Luca che faceva una quantità di mascarpone da sfamare tutta la città ed era buonissimo e aspettavamo tutti di finire di cenare per tuffarci dentro il cucchiaio e quella sera che il cantante che si credeva irresistibile mi ha detto "aspetta tesoro, sono quasi pronto per te" e io cercavo solo il bagno e gli ho chiesto scusa io, io a lui, mentre lui con gesto fluido rinfoderava tutto nei pantaloni.

Negli ultimi anni capodanno non esiste, quasi nessuno mi chiede più "cosa fate a capodanno" e va benissimo perchè rispondere "niente" diventa un po' strano quando non puoi più appellarti alla scusa dei bambini troppo piccoli/troppo stanchi/troppo difficili da gestire.

Capodanno mi mette a disagio lo stesso, riesce a farmi sentire in difetto il mio "niente", mi sento sottilmente, ma neanche tanto sottilmente, inadeguata, sbagliata, per l'ennesima volta fallimentare.
Per il momento non è una gran fine. Non so quanto l'inizio potrà essere migliore.

mercoledì 29 giugno 2022

Briciole

I figli continuano a crescere, e come nel monologo di Mattia Torre "i figli invecchiano". Invecchiano me.
Sono spuntati altri capelli bianchi, con loro l'idea l'esigenza la questione del tingere, coprire, colorare.
La pelle perde collagene, la mia. La loro è splendida, sempre, ricoperta di crema solare a strati successivi. E di sabbia. E di polvere. E di colore. E di briciole.
Corrono e saltano.
Il puledro grande è tutto ginocchia e gomiti e occhi giganteschi spalancati e il Filosofo si chiede "chissà, credo sia gay, dovremo sostenerlo più che mai e prepararlo al futuro, se non andrà via dall'Italia...".

Il topo piccolo mi dice ancora di mettere la collana e gli orecchini perchè così ci sposiamo e sono ancora la mamma più brava del mondo e profumata di vaniglia.
E' una cosa fragile che sta per finire e io lo annuso sulla testa e penso che stanno crescendo velocemente.
A volte mi proietto senza volere nel futuro, in avanti di anni, e mi chiedo come sarà, cosa sarà.

A volte all'improvviso nel presente ritrovo sprazzi di me stessa e per un attimo mi sento in colpa come se mettere a fuoco me significasse sfocare loro. Anche se non è vero.
Anche se loro stessi sfocheranno me, ed è giusto così, portandomi a vivere nella loro visione periferica dove sta chi è la base sicura mentre tu te ne vai per il mondo.

E' un periodo strano, anelo a tempi miei e contemporaneamente li sbircio crescere e mi dico "ci siamo quasi", i bambini non restano per sempre bambini perchè, fortuna, continuano a vivere e crescere.

Mi faccio mille domande e non trovo le risposte, ho tanta di quella confusione dentro di me su me stessa che ho paura che trabocchi, a volte, e che loro se ne accorgano.
Per ora ai loro occhi sono sempre io, la stessa. Solo con qualche capello bianco. Con qualche ruga in più.

A volte distolgo lo sguardo perchè non vedano dentro ai miei occhi la bufera che sto cercando di attraversare.

mercoledì 5 gennaio 2022

Ricominciamo

 A gennaio a me ricomincia solo la datazione dell'anno.
Per il resto i miei inizi sono sempre a settembre, e non sono neanche particolarmente originale in questo.
Negli ultimi mesi Topo ormai più che un topo è un Puledro, lungo lungo e pieno di spigoli. Cresce come un asparago, ci manca poco che sia alto come me e tra un po' avrà sette anni.

La primaria procede, passione per la matematica e qualche insofferenza verso lo stare sempre al banco con la mascherina.


Patato...è entrato a 4 anni suonati in una specie di fase edipica in cui mi ama follemente, è sempre una belva ed è sempre un panzerotto bassetto. A volte mi chiedo se il fratellone spilungone non poteva mollare al piccolo qualche centimetro, e invece mi sa che saranno per sempre l'articolo IL.

Patato o meglio Gnomo è una belvetta, indipendente ma all'improvviso bisognoso di presenza, curiosissimo e anche piuttosto testardo.

4 anni e mezzo quasi e su certe cose è più avanti del fratello, su altre non mi esprimo neanche, siamo indietro come i meloni a dicembre.

Insomma...affrontiamo il 2022 con la sensazione di essere sempre sulla ruota come criceti, mentre i figli, che nel bene e nel male occupano la maggior parte del mio spazio del mio tempo e dei miei pensieri, crescono a vista d'occhio e diventano persone sempre più "altro" da me.

lunedì 19 luglio 2021

cicale

 Siamo invasi dalle cicale.
Nelle zone un po' più "boscose" se ne alzano a centinaia ad ogni nostro passo nel verde.

Il grande, non oso più chiamarlo Topo ora che sembra più un lungo fiammifero, per qualche motivo le teme.
A me fanno schifo.
Il piccolo, d'età e di statura, povero lui, le trova interessanti e inquietanti insieme.

A me, comunque fanno schifissimo. Per carità, passiamo un mucchio di tempo a raccogliere gli esoscheletri, a osservarle con la lente...e a saltare via quando all'improvviso se ne alzano troppe.

L'estate è strana anche quest'anno, nonostante facciano quasi tutti finta di niente, la pandemia non è finita affatto, anzi.
I bambini se ne rendono conto solo in parte, la loro vita è il più normale possibile, almeno la normalità che conoscono loro, soprattutto il quasi quattrenne che non ha memoria di una vita pre pandemia.

Io sono irrequieta, anche se avere un po' di tempo libero grazie al centro estivo ha fatto sì che potessi fare cose rimandate da mesi e mesi, con grande soddisfazione del mio lato minimalista.

 Andiamo avanti così, un po' a vista, un po' nella speranza che le cose non precipitino di nuovo.



martedì 18 maggio 2021

Luce nel tunnel? O il solito treno in galleria...

 Mi domando se ciò che percepisco, alle volte, sia la sensazione di luce in fondo al tunnel. O se sia invece il treno che ci avanza dentro, al tunnel, venendo proprio verso la mia faccia.
Tra lockdown e "semplice" passare del tempo, i bambini crescono, diventano sempre più fratelli e sempre più diversi tra loro.
Il grande che ama i robot e la magia, e il piccolo che quando si fa male stringe i denti e riparte subito.
Il grande  che si offende e recrimina per ore, il piccolo che dice "è stato dado" anche quando l'ho visto chiaramente rovesciare l'acqua per terra.
Il grande che a settembre inizia la primaria, il piccolo che a 3 anni e mezzo non vuole essere accompagnato a scuola, ma vuole che io resti al cancellone mentre lui se ne va da solo alla sua sezione, ovviamente la più lontana.


Loro crescono. Cambiano.
Io non cresco più, se non di peso (grazie tiroide).
Io invecchio, con una certa velocità tra l'altro. Sarà che ho sempre dimostrato meno anni, ma adesso mi sto mettendo in pari eccome.


Sarà che comunque il coronavirus ci ha portato a vivere un anno e mezzo che non mi sarei mai aspettata, un anno che è stato tutto un'attesa e un aspettare che passasse, ma mi sembra che ci sia una specie di tunnel intorno a me.
E io ci cammino dentro, e mi sembra di vedere un po' di luce in fondo.
A volte mi sembra impossibile pensare alla vita di prima,e alla vita "dopo" il virus, e vorrei essere più fiduciosa, e meno arrabbiata, e meno esasperata e meno tutto.
non lo so.
mi domando se sia luce che vedo, o un treno. O l'ennesima illusione.
Nel frattempo domani ho la seconda dose di vaccino.
Si va avanti.

domenica 18 aprile 2021

Di che cosa hai paura?

 Di che cosa hai paura mamma?

Che vi possa succedere qualcosa, che vi investa una macchina mentre io sono con voi e vedo e non riesco a impedirlo o mentre io non sono con voi e non riesco a impedirlo, che qualcuno ti faccia soffrire...Oppure le grandi altezze, e ho paura delle barche perché ho paura del mare e dei suoi abissi, e anche il buio, ho gli incubi in cui sono in mezzo a un mare buio...ho paura dell'abbandono, da sempre, ho paura di non essere una brava mamma, ho paura di sbagliare tutto...


Beh amore...ho un po' paura dei cani di grossa taglia, finché non li conosco. E ho paura delle armi da fuoco, Non mi piacciono.

domenica 11 aprile 2021

in rete

 L'altro giorno il Filosofo mi ha chiesto "ma qualcuno ti legge ancora? ma qualcuno, i blog, dico, li legge ancora?".
Non ne ho idea. Cioè, sì, sono certa che qualcuno i blog li legge ancora. Io, per dire.
Ci sono fior di professionisti interessanti, ma anche persone che lo fanno per hobby, persone a cui pur da lontano sono affezionata.
Poi, in senso lato, non lo so. Non so quanto successo abbiano oggi i blog, in tempi di tik tok e di attenzione sempre più breve, visiva e istantanea.

Di certo, quando scrivevo di infertilità, ricerca e tutto quanto, era molto importante per scambiare idee, pensieri e emozioni con altre donne in situazioni simili alla mia.
Adesso, adesso mi manca in generale, l'interazione con altri adulti. Interazione possibilmente vis a vis, che di virtuale qualcosa c'è, con tutte le formazioni e le riunioni via meet che sto facendo.

Ma mi piace ancora scrivere. E' la cosa più costante della mia vita, l'amore per la scrittura. Ho sempre avuto una pessima grafia, e ho imparato a usare la tastiera in maniera piuttosto veloce ed efficiente, anche se, quanto la tastiera non è qwerty, vado in crisi perchè la mia memoria digitale continua a cercare i tasti nella stessa posizione.

Insomma, alla fine, la domanda del Filosofo è filosoficamente interessante, un albero che cade fa rumore se nessuno lo sente? Un blog è un blog se nessuno lo legge?
Boh. Non so sicura che, per quanto riguarda il mio blog, la risposta mi interessi.
E' il mio diario online, un diario pubblico, ma allo stesso tempo privato perchè in fondo, in questa sovrabbondanza di informazioni e simili...il mio si perde al punto da diventare di nuovo invisibile.

Ah, la rete, la rete.