Visualizzazione post con etichetta Topo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Topo. Mostra tutti i post

mercoledì 5 gennaio 2022

Ricominciamo

 A gennaio a me ricomincia solo la datazione dell'anno.
Per il resto i miei inizi sono sempre a settembre, e non sono neanche particolarmente originale in questo.
Negli ultimi mesi Topo ormai più che un topo è un Puledro, lungo lungo e pieno di spigoli. Cresce come un asparago, ci manca poco che sia alto come me e tra un po' avrà sette anni.

La primaria procede, passione per la matematica e qualche insofferenza verso lo stare sempre al banco con la mascherina.


Patato...è entrato a 4 anni suonati in una specie di fase edipica in cui mi ama follemente, è sempre una belva ed è sempre un panzerotto bassetto. A volte mi chiedo se il fratellone spilungone non poteva mollare al piccolo qualche centimetro, e invece mi sa che saranno per sempre l'articolo IL.

Patato o meglio Gnomo è una belvetta, indipendente ma all'improvviso bisognoso di presenza, curiosissimo e anche piuttosto testardo.

4 anni e mezzo quasi e su certe cose è più avanti del fratello, su altre non mi esprimo neanche, siamo indietro come i meloni a dicembre.

Insomma...affrontiamo il 2022 con la sensazione di essere sempre sulla ruota come criceti, mentre i figli, che nel bene e nel male occupano la maggior parte del mio spazio del mio tempo e dei miei pensieri, crescono a vista d'occhio e diventano persone sempre più "altro" da me.

venerdì 24 luglio 2020

la fine del nido. E di un'epoca.

Quando Topo concluse il nido, io ero tranquillissima.
Sarà che le cose si sono concluse un po' freddine, per via di mancanza di professionalità della titolare, sarà che avevo Patato piccolino da gestire e che Topo a 3 anni e mezzo era prontissimo per andare.
Sarà che quest'anno il nido lo abbiamo vissuto poco, sarà che Patato deve ancora fare 3 anni ed è pure così bassetto rispetto al suo fratellone lunghissimo che pare più piccolo.
Sarà che le educatrici mi hanno dato la scatola con dei lavori bellissimi, sarà...
Sarà che è il mio ULTIMO asilo nido, e sarà che col nido si chiude una fase importante di prima infanzia.
Patato comincerà la SCUOLA dell'infanzia, e io ci lavoro e lo so che è diverso.
Cambia tutto. Non sarà più nell'ambiente "nidoso" dell'asilo nido (i nomi sono molto rappresentantivi in questo caso), ma sarà a scuola.
E' tutto diverso, per lui....e per me che ora...non so...mi sento come se davvero si chiudesse un'epoca importante.
Sarà questo e quello, sarà anche che nella mia vita personale stanno cambiando irreversibilmente alcune cose.
Ma insomma. Ho lasciato Patato, ho preso la scatola. Sono arrivata in macchina, l'ho aperta. E sono scoppiata a piangere. Ecco.

martedì 26 maggio 2020

Evolvi o muori, madre!

Evolvo.
A fatica. Ma evolvo.
Capita(va, prima della quarantena), che il Filosofo mi indicasse in giro quelle che definisce Supermamme.
le mamme che, SOLE, gestiscono almeno 2 bambini. Di solito 3.
Di solito almeno uno è un lattante.
E tendenzialmente sono belline e tutte curate.
Io tendenzialmente sembro una scimmia in agonia.
Detto ciò, sto evolvendo.
A me portare i bambini al parco da sola non è mai sembrato semplice. Anzi. Un delirio.
Uno se ne andava di là, uno di qua, se possibile verso il parcheggio, o a portata di calcio dalle altalene.
E invece...ce la faccio. Circa.
Io a piedi, loro sulle biciclette, perchè Patato pazzo è troppo piccolo per potermi fidare ad essere anch'io su ruote.
ma insomma..ce ne andiamo al parco insieme, senza che a me venga un colpo.  Per ore.
Capita che io finisca per informarli, a voce abbastanza alta (c'è chi lo chiamerebbe urlo), che sono due mostri.
Non che la cosa li turbi.
Però insomma, mi sento orgogliosa di me.
Riesco a fare una cosa che molte donne fanno serenamente ad occhi chiusi. Io la faccio sudando, imprecando tra me e me e spesso arrivando a fine giornata lurida di polvere fango e resina.
Ma lo faccio.
Oh yeah.

giovedì 16 aprile 2020

Un dentino. E il mio letto, mamma.

Un dentino.
Il PRIMO dentino.
Topo ha perso il primo dentino.
E' cominciata due giorni fa, quando è arrivato da me dicendo: Non arrabbiarti mamma, ma forse mi sono rotto un dente.
E poi ha aperto la bocca. E dietro a un incisivo, un po' storto, stava spuntando un altro dente.
E l'incisivo dondolava.
Poi oggi, mangiando un biscotto...tac.
Il dentino è caduto.
E ora ha la finestrella in bocca e aspetta la fatina dei denti.
Io in realtà non ho mai avuto alcuna fatina, ma il Filosofo ha provveduto a imbastirne la storia.
D'altra parte, come lui mi ricorda spesso, la mia infanzia
dickensiana fa sì che io abbia alcune lacune 😃.
Comunque sia, insomma...diventiamo grandi, no?
Voglio dire, cadono i dentini, l'altezza aumenta a dismisura, le domande pure...e poi...cadono i denti, cavolo!!!
Non ero pronta, non del tutto insomma.
Crescono. Crescono velocemente.
Da quanto Patato dorme da solo? Mica tanto, no???
Eppure le prime notti veniva spesso da noi, con il suo Winnie Pooh sottobraccio. E si addormentava nel lettone.
L'altra notte, erano le 5 di mattina. E' arrivato perchè doveva fare pipì, e io in preda a un momento di coccolosità acuta dopo me lo sono portato nel lettone. Pensando va beh dai, due orette insieme che vuoi che sia.
E invece no.
Mamma. Mamma? Voglio andare nel mio letto.Ah, ok. E si stava già avviando. Poi mi ha chiesto di accompagnarlo, ma insomma.
Crescono.
Bisogna che ci faccia l'abitudine.


lunedì 6 aprile 2020

Crescere insieme

Il grande ha compiuto 5 anni a metà marzo. Il piccolo farà i 3 a metà agosto.

Fratelli.

A volte, ancora, quando dico "i miei figli" o "tuo fratello" o "suo fratello" ho un attimo di esitazione. Come se mi aspettassi che saltasse fuori qualcuno a dirmi "hey hey non barare, figli?! Fratelli?! Che dici!".
Non lo so perchè. Non ho ancora superato il passato? Non del tutto, direi.
Poi sono anche figlia unica, e cresciuta in mezzo ad adulti e vecchi.
Sarà per quello che mi fa ancora strano?
Boh.

A volte li guardo quando sono insieme, li sbircio di sottecchi e mi chiedo come sia, essere fratelli.
Un po' me lo insegnano loro.

E' tanto, essere fratelli: si è fratelli sempre, e in tanti modi.
Li vedo, il grande che fa finta di niente ma è contento quando il piccolo lo imita in tutto e lo prende a fulgido esempio di ogni umana genialità.
Il piccolo che deve fare TUTTO quello che fa l'altro, soprattutto se spericolato.
Hanno due caratteri un po' diversi, il grande istrionico e sensibile, il piccolo testardo e curiosissimo.
Si cercano molto, sempre di più: prima era soprattutto Patato a correre dietro al fratellone, adesso anche l'altro chiama il fratellino per giocare e combinare guai.

Giocano insieme, il miracolo si sta realizzando.
Non per ore, eh, ma a giri di 15-30 minuti alla volta.
Costruiscono capanne, soprattutto. Creano mini comunità di peluche in cui loro sono i fratelli /genitori/accuditori dei loro cuccioli.
A volte vanno anche a caccia di mostri.

Capita spesso che il grande, magnifico costruttore di impalcature incredibili di lego, si infuri perchè l'altro è un perfetto guastatore quando ci mette.
ma di solito il mio perentorio "non picchiare tuo fratello" è rivolto al piccolo.
Per il resto, hanno ancora competenze molto diverse, anche se entrambi sono super chiacchieroni e desiderosi di molte molte moltissime attenzioni.

Patato balla tantissimo e canta e vuole suonare (sì, ho ceduto e presto arriverà un mini ukulele), Topo vuole costruire ingegneristiche architetture, raccontare storie incredibili e sapere nei dettagli in che modo dovrebbe mai funzionare una macchina del tempo visto che il tempo va avanti e non indietro e tornare indietro significherebbe che  noi esistiamo anche indietro ma non è possibile perchè saremmo doppi (tutto questo senza mai prendere fiato).

Topo ha cominciato a dormire da solo nella sua camera a 3 anni e mezzo, Patato invece ha cominciato da paio di settimane, un po' prima rispetto al fratello...sempre tardi rispetto a quei bambini che dormono da soli dal primo giorno di vita.
ma insomma...a me a dire il vero tenermelo di fianco andava bene, lo ammetto.
E devo dire che credevo andasse peggio, e invece...
E invece la sera lo metto a letto, e lui pigola e canta e discute finchè non arriva il fratello a dargli un bacio.
poi sentiamo Topo che fa le scale del letto a ponte, e quando si sdraia sopra le nostre teste Patato lo chiama, per dirgli che gli vuole tanto bene.
E l'altro risponde anch'io. E poi chiama lui, per dare la buonanotte. E alla fine si placano entrambi. Per un po', perchè, di notte ci sono pipì, risvegli e altro.
ma insomma, va bene.
Qualche volta, Topo si sveglia da un incubo. E se prima chiamava, ora ha cominciato a scendere le scale e intrufolarsi nel letto del fratello. E li trovo la mattina, addormentati con le teste vicine.
Altre volte verso le 6 me ne trovo uno o due nel letto, co winnie pooh e goldrake di peluche, pure.
E allora la faccenda si fa un po' affollata, in effetti.
Ma se fossero questi i problemi...


mercoledì 11 marzo 2020

Dentro casa. Cosa facciamo oggi, mamma?

Dentro casa. O a circa 50 passi da casa, nel giardinetto recintato a cui si accede solo con la chiave. Deserto sempre, se no nemmeno lì.
Cosa facciamo oggi, mamma?

Fino ad oggi eravamo andati al vicino mare, a tirare i sassi al fiume, nel bosco.
Ora è tutto troppo lontano, non si può.
Forse il bosco, sempre deserto anche lui, che in bici lo raggiungi in 5 o 6 minuti da casa, ma meglio di no, per ora.
Ce ne stiamo a casa. Dentro casa, sul terrazzo, dietro dai garage, nel giardinetto.
Cosa facciamo oggi, mamma?
Faccio del mio meglio.
Per i miei figli, per i miei bambini lontani, i miei bimbi di scuola. Che anche se non siamo scuola dell'obbligo siamo scuola e siamo insegnanti.
Cerco di unire le due cose, quando posso.
Utilizzo, bieco lavoro minorile?, i miei figli (o meglio le manine, inquadrate nel video), per proporre ai piccoli a casa piccoli lavori, disegni, attività.
Leggo storie a tutti, ai miei e agli altrui, sempre col cellulare che mi riprende storta e che impietoso mostra i cedimenti improvvisi della pelle (i 40? lo stress? chissà) e mi fa sentire così ridicola. Ma anche così gratificata quando i bambini rispondono, e il telefono trilla e ci sono i disegni e i messaggi vocali.
In casa, disegnamo, pasticciamo coi colori a dita e con le tempere solide (grande invenzione davvero), con la carta di ogni tipo, con lo scotch carta (che roba fantastica é?!).
Facciamo bagni in poca acqua con molti pentolini e travasiamo fino alla follia.
Probabilmente ingrasserò come un krapfen ripieno, perchè qua si cucina. Tantissimo.
Patato vuole partecipare a modo suo, il suo leitmotiv è "lo posso assaggiare?"
Topo, dall'alto dei suoi ormai cinque anni (domenica, niente festa ma...torta sicuro, per stare in tema), aiuta e dirige.
Quantità di risotti, di vellutate, di polpette, di chips di zucchine (libidinose, non ne avanzano mai), di pizza, di biscotti. Ne usciremo rimbalzando, probabilmente.
Le due trottole di casa corrono anche molto. non importa come e dove. Riescono a correre anche sul divano. Si inseguono. giochiamo a nascondino, a strani giochi di finzione in cui dopo un po' perdo il filo, a buttarci in lotte scoordinate.
Balliamo molto (al momento le nostre hit sono Footloose e I'm still standing), soprattutto io e Patato, mentre Topo improvvisa arrampicate selvagge dovunque trovi un appiglio.
Nelle uscite al giardino deserto, osserviamo. Scaviamo come cani da tartufo. Oggi una lucertola particolarmente lenta è stata oggetto di ammirazione per molti minuti (arrampicata sulla mia mano a godersi il sole e, immagino, il mio calore animale). Con la lente di ingradimento ogni cacca di piccione è tutto un mondo.
Abbiamo trovato il guscio abbandonato di una chiocciola e qualche pezzo di corteccia.
Cosa facciamo oggi, mamma?
Le nostre giornate sono routinarie,a modo loro.
Abbiamo disegnato e colorato la scansione della giornata, così sappiamo sempre cosa faremo poi.
Si comincia con pipì /lavaggio, colazione, pulizie di casa e poi "compiti"/gioco in casa/gioco fuori e si prosegue così per tutto il giorno.
Cercando di fargliela pesare il meno possibile, mentre devono, per amore o per forza, scoprirsi e riscoprirsi come fratelli. Diversi, ma grande risorsa l'uno per l'altro.

sabato 4 gennaio 2020

addio passeggino addio

Complice questo inverno troppo mite, si sta fuori casa più di quanto pensassi.
E quindi...passeggiate, uscite, momenti al parco vicino casa. Quale momento migliore per dire addio, dopo 5 anni di onorato servizio, al passeggino?
E' stato uno dei pochi acquisti fatti nuovi nuovi quando stava per nascere Topo.
Ha la sua navicella (usata ben poco) e il passeggino vero e proprio (sfruttato parecchio).
Quando Topo aveva poco più di due anni e Patato sarebbe nato di lì a 3 mesi, io e il Filosofo abbiamo deciso che il passeggino sarebbe servito al nuovo piccolo di casa.
E così, colui che da quel momento sarebbe diventato il figlio grande, nè è stato abbastanza rapidamente sfrattato.
Non da un giorno all'altro, ma abbastanza in fretta. Non volevamo farlo a ridosso dell'arrivo di Patato, e così abbiamo anticipato un po'.
Ora Patato ha poco più di due anni, proprio come il fratello allora. E anche se NON arriveranno nuovi piccoli in casa..perchè fare discrimazioni? :-).
E quindi...via il passeggino per tutti. Anche perchè in effetti da dopo l'estate l'abbiamo usato davvero poco.
Alla fine è più che altro un ingombro in garage, visto che ormai se si esce si cammina tutti, e piuttosto,. in caso di viaggio in auto, nel bagagliaio ci mettiamo le loro bici.
Si chiude un'altra epoca, con questo passaggio.
Sarà che l'abbiamo comprato che io avevo il pancione tanto desiderato e faticosamente raggiunto, sarà che appunto, è stato il nostro unico acquisto, tolte un paio di tutine e qualche pantalone (e quintali di pannolini....), ma me lo ricordo bene.
Ricordo la macchina vecchia, col bagagliaio troppo piccolo e noi che incastrammo un pezzo sul sedile di dietro, pensando a quando lì il posto sarebbe stato occupato dall'ovetto.
Sono passati cinque anni. Era inverno anche allora, e Topo sarebbe nato un paio di mesi dopo.
E il tempo è volato, ragazzi se è volato.

giovedì 26 dicembre 2019

il natale, qui, non cambia mai.

A quanto pare, non dico sia destino, che mi suona un po' troppo aulico...ma di sicuro è consuetudine che nella mia famiglia il natale debba sempre essere un periodo di merda.
Tendo a non parlarne troppo, perchè quando lo faccio le persone mi guardano con l'occhio strano, come se stessi esagerando o interpretando in negativo piccolezze quotidiane.
Quando sono in vena aggiungo qualche dettaglio, giusto per dare un'idea. Lasciamo stare lo spirito dei natali passati, che per fortuna non viene a trovarmi; adesso certamente è migliore di quando ero bambina, non ci sono solo lacrime, nessuno inveisce biascicando ubriaco, nessuno è in casa di cura, nessuno cerca di avvelenarsi e nessuno rompe stoviglie.
Ma se vogliamo andare sul recente, sei anni fa  è morto mio suocero esattamente la vigilia di Natale, e le cose hanno continuato ad andare in questa direzione, Natale è sempre funestato da qualcosa di luttuoso o quasi e quest'anno sembra non fare cessioni. 
Neanche questa volta siamo riusciti a dare a i bambini un natale "normale", normale nel senso affettivo, nel senso del sfruttare la festività per trovarsi con le persone care, mica tanto altro.
A livello scenografico siamo sempre le solite pippe, non abbiamo neanche un vero albero, ma questa volta le ragioni sono ottime e pesano circa 14 kg... Prima nella micro casa non ci sarebbe stato, e avevo optato per una di quelle cinesate di feltro con le palline attaccate con velcro. Adesso con la casa un po' più grande è tornato lui, appeso a una finestra con il suo nastrino.
Va detto che ai bambini in realtà piace, soprattutto al piccolo distruttore. 
È il piccolo distruttore il motivo principale per cui non c'è un vero albero in casa nostra, perché non avevo le forze nella voglia di combattere contro la sua tensione alla totale distruzione di qualsiasi cosa. Saranno i terrible two, famoso periodo dai 2 ai 4 anni in cui il genitore invecchia di 2-4 anni al mese, sarà che essere il fratello minore vuol dire doversi ricavare uno spazio,sarà che semplicemente ha un carattere difficile, o come dicono le brave persone un carattere forte, sarà che assomiglia al padre da bambino, un terremoto esploratore.
Io però sono veramente stremata. E' un bambino affettuoso, dolce, sveglio, chiacchierone, ma anche tremendamente testardo, costantemente in sfida con me e con suo padre per qualsiasi cosa, deciso all'indipendenza più totale: il suo grido di guerra è "faccio ioooooo". 
Due settimane fa a pompieropoli suo fratello ormai quasi cinquenne si rimpinzava di cibo evitando con cura di fare scale o salire su gru, mentre lui , meno di un metro di energia pura, si inerpicava ovunque strillando "vado io vado da solo mamma Guardami che vado da solo sulla scala", mentre un esilarato pompiere lo bardava con l'imbragatura più piccola mai vista.
Io li amo tantissimo entrambi, e a volte urlo tantissimo con entrambi. Poi mi dispiace, ululare come un lupo in agonia. Ma succede.
Essi nel frattempo sopravvivono ai natali atroci e alle genitoriali furie, e crescono.
Così simili e così diversi, sempre dietro a cercarsi e poi a discutere, a giocare insieme e poi a litigare.
La cosa bella è che giochicchiano insieme. A volte per 5 minuti, a volte per mezz'ora. Che per me è già tanto.
Anche perchè il piccolo comincia a interessarsi ai semplici giochi di società che facciamo io e il fratellone, e non è male ogni tanto farsi un "memory" o qualche gioco cooperativo col tabellone, dopo aver corso lottato ballato e dipinto con le mani per ore ore ore oreeeeee.
Va detto cheTopo è cresciuto molto, è un po' dispettoso verso la piccola belva ma è anche protettivo e molto giocoso. E' sempre un po' refrattario all'obbedire subito, ma sta diventando più responsabile su tante cose, e cerco di gratificarlo per questo.
Patato, che forse dovrei soprannominare Attila, ama follemente il suo "dadone", che cerca incessantemente. Salvo poi, quando si arrabbia, prenderlo a pizze in faccia. Con mia contrarietà.
Che lo so, che i fratelli si menano da sempre e sempre lo faranno.
Ma da sempre le madri intervengono e, nel mio caso, a volte insorgono con un "Per favore, per favore..fate i normali!!!". Specialmente quando tento di fotografarli. E a turno, se non insieme, essi producono espressioni che vanno dal beota all'indemoniato, avendo cura di non passare mai, mai, mai, dal banale sorriso.

martedì 15 gennaio 2019

Nel frullatore tutti insieme (rumorosamente)

Io sono creatura non troppo sociale, soprattutto nei grandi gruppi. Chiacchiero con pochi umani alla volta, per esempio.
Considerando che prima eravamo tre in famiglia e ora quattro, non si arriva a numeri che inibiscano la mia logorrea selettiva: ergo...sto crescendo due figli mooolto amanti della parola.

Topo è direi affetto alle volte da vera e propria diarrea verbale, mi scusino la parola. Non sta zitto quasi mai: capita che parli anche nel sonno. Io mi sveglio, tendo l'orecchio per capire se arriva la chiamata dalla sua stanza...e invece no. Sta dormendo. Solo che disquisisce di qualcosa.
Parla sempre. A volte da solo. Spesso pretende un interlocutore. Il quale magari gli racconti una storia inventata, alla quale lui possa contribuire quando vuole.
Commenta i cartoni animati, il cibo, il traffico, la cacca che sta facendo, i propri pensieri.

Patato...Patato cresce come una piccola sorridente e urlante zucca.
Ripete quasi tutto quello che sente dire, con risultati alterni, spesso molto buffi.
Ormai ha quasi 17 mesi e le parole padroneggiate non sono moltissime, ma le ripete talmente tanto che si addormenta parlando. Quelle che non sa dire le modifica a piacimento e comodo suo, e spesso e volentieri urla direttamente la sua opinione /gioia /rabbia /frustrazione.
Ho davvero due bambini "misurati".

Topo cresce anche lui, tanto. Sarà che lavorando a scuola per me i bambini di 5 anni sono già i miei "grandi", ma lui a quasi 4 già lo vedo un bimbo grande, appunto.
Ama fare "i compiti"(attività varie tipo schede operative, labirinti, colora taglia incolla etc.), arrampicarsi sugli alberi finchè non lo si vede più, le storie...e fare moltissimo casino con gli amici.
Tanto che anche le maestre, che mi conoscono, mi hanno detto che è tanto buono, tanto interessato, tanto autonomo...e tanto rompicoglioni quando ci si mette.
E io lo so.
Oh se lo so.

Patato ama follemente suo fratello, lo insegue gli salta sopra lo bacia e lo prende a sberle (e io qui intervengo, giuro, anche subito. ma lui riesce sempre ad assestargliene un paio belle toste prima che io possa fermarlo). Lo imita in tutti i modi, specialmente nelle cose che l'altro padroneggia e lui ancora no, come le scale, le corse, i salti assurdi.
Il filosofo li osserva bonario mentre si azzuffano o fanno casino insieme, e io sto cominciando ad essere sempre più come lui: finchè non si menano (troppo forte) non intervengo.
Sono sempre più in sintonia con poche mamme "relax", i cui figli possono giocare col mio senza che nessuna di noi debba aspettarsi mille volte "mamma lui ha fatto mamma lui ha detto". E senza che nessuna di noi due si senta in obbligo di intervenire quando possono benissimo fare da soli.
Comincio a essere insofferente (come mamma, come maestra lo sono da un pezzo) verso bambini e genitori troppo "gne gne gne": Mamma lui mi ha fatto la lingua, tesoro non fare le scale, hai solo 4 anni, Bimbi non si litiga, Mamma digli che deve fare come ho detto io...

Soprattutto sul "non si litiga" io la penso come Daniele Novara, e per fortuna ho un marito concorde, se no era la fine.

Insomma...tutto procede, caoticamente e rumorosamente.
Con grandi abbracci, grandi pianti, grandi casini e grande stanchezza.
A volte li guardo e mi sembra ancora impossibile essere qui. Con loro.

lunedì 3 settembre 2018

Settembre di nuovo

Posto che poi, fatta la risonanza, la diagnosi è di due antipatiche ernie discali, settembre é qui.

Con tutto il suo essere settembrino.
Con il mio ingresso in una scuola nuova.
Con l'ingresso di entrambi i miei figli in scuole nuove. Infanzia uno. Asilo l'altro.

Io non ci sarò al loro primo giorno di scuola.
Né al  secondo. Perché io a sarò alla scuola dove lavoro a inserire i figli degli altri.

Sì, lo dico con un po' di scazzo, perché mi pesa:perché faccio mille incontri coi genitori e ogni volta spiego l'importanza dell'inserimento e il ruolo del genitore. Che ironia eh?

Va beh che Topo non fa chissà che inserimento:lo si porta e per una settimana non dorme a scuola e stop.
Però almeno poterlo accompagnare il primo giorno...Uff.
Patati invece farà orarii progressivi.  La prina settimana lo accompagna il Filosofo poi chissà.

Non per niente sono qua che fondo il telefono a forza di contattare possibili babysitter che facciano anche trasporto pupi.

E insomma è settembre e io tento di fare, più che buoni propositi, un po'di buoni programmi.

Ho preparato il calendario settimanale da stampare x tutta la. famiglia e attaccare sulla porta d'ingresso. Così tutti (leggasi il. Filosofo) sapremo dove dobbiamo essere e quando.

Sto stilando il menu settimanale, che rincorro da anni con pessime fortune. Ma che sta diventando imperativo per alleggerirmi il carico organizzativo (con buona pace di chi dice che é una cazzata, io lo vivo eccome sulla mia pelle il charge mental!).
In realtà sarà un becero menu piuttosto fisso del tipo che le uova te le becchi tutti i martedi, il seitan tutti i mercoledì e la vellutata tutti i sabati...ma finché di 8 mani leuniche 2 che cucinano sono le mie..zitti e mosca.

E i bambini crescono, Patato é un terremoto dolcissimo e Topo é agitato e chiacchierone e io faccio del mio meglio ma poi mi scapa l'urlo e mi pento ma intanto ho già urlato.

E devo progettare armadio dei bambini e letto x Patato che tra un po' dormirà con suo fratello.
Che Topo, nella casa nuova, dorme da solo (conn ausilio di fantastica lampada cielo stellato! ).
Che poi un po' si sveglia Patato, un po' Topo chiama per improvvisa sete notturna (vuole compagnia in realtà perché l'acqua è li), le notti sono frammentate e le giornate lunghe.

E a me sembra che il tempo sia elastico e  volte voli all'improvviso e me li ritrovo con due faccine nuove che il giorno prima non  avevano.

E poi devo iscrivere Topo a nuoto.
e me stessa a ginnastica posturale. Che se no, mi dicono, altro che ciclo di cortisone, stavolta.
E insomma, così.

La parola d'ordine di questo autunno inverno é sopravvivenza.

lunedì 2 luglio 2018

in diretta dal mare

Topo costruisce edifici visionari quanto di durata effimera (li fa proprio sulla riva del mare...e spesso alla fine ci salta pure sopra).
per qualche motivo la sua opera (svolta cantando) scatena interesse in altri bambini che vorrebberk contribuire ma vengono invariabilmente trascinati via dai genitori.

Patato ha già trovato una sua rigida routine.
Marciare dritto fino al mare, finché un'onda non lo sommerge. recuperato dai flutti e messo sulla sabbia, ne afferra una manciata e la mangia.
Rinvigorito, ricomincia a marciare dritto fino al mare. Ad libitum.

Entrambi sono perfettamente impanati di sabbia, pur indossando le ridicole mute da mare del lidl, che almeno riducono il rischio ustione

mercoledì 20 giugno 2018

Pedalare. Senza rotelle. Quasi lacrime (della mamma)

Mi pensavo diversa.
mi pensavo una che vive certe cose al meglio e non si agita e non è che si fa venire le strette al cure. E invece poi capita.
Quando il mio (lasciatemelo dire, che qua diventa sempre più grande...) Topo aveva un anno e qualcosa io e il Filosofo ci siamo messi alla ricerca della bicicletta per lui.
Quella con le rotelle? O la balance bike di cui tutti cominciavano a parlare?
Io spingevo per la seconda, temendo al contempo di fare una cazzata.
Alla fine visto che poi il Filosofo meno si incasina la vita meglio sta...ha fatto decidere me.
E abbiamo scelto la bici senza pedali.
Presa al decathlon, costava relativamente poco e andava bene per i nostri scopi.
Subito implementata con clacson a forma di testa di tigre (decathlon pure lui) e provata.
Il primo mese non è stato in grado di usarla, poi pian piano.
Fino ad arrivare ai suoi 3 anni, sfreccianti (davvero, io correvo per stargli dietro) sulla sua bicicletta.
Ogni tanto mio padre rompeva le scatole sul prendergli una bici con le rotelle. Ma veniva zittito.
poi i cugini ormai grandi ci hanno passato due bici.
Una "normale", pedali e niente rotelle, e una enorme con rotelle, lasciata dai miei perchè io volevo "srotellarla" e usarla tra anni.
Mio padre ha praticamente obbligato Topo ha usarla, dicendo che era necessaria. Io non sono d'accordo, ma non credo che un paio di giorni di bici con rotelline abbiano fatto chissà che danno.
Comunque...arriviamo a 3 settimane fa.
Topo ha chiesto di provare la bici con i pedali "normale":
Provata, tenuto da me. E non gradita. Dopo 5 minuti era sulla sua balance bike tutto contento.
E poi..arriviamo a ieri sera.
In garage mi chiede la bici senza ruotine. E coi pedali.
La prende. Io lo sostengo per due o tre minuti.
Poi gli dico "amore scusa mi fa male la schiena, aspetta che cambiamo posizione".
Lui paziente si ferma. Io mi sistemo la maglietta, sposto la borsa sull'altra spalla...e lui...lui SE NE VA. PEDALANDO. DA SOLO.
Come una cretina io lo fissavo. Ebete. Ho tirato fuori il telefono e chiamato il Filosofo. Ripetendo, al suo "pronto", solo un "sta pedalando. Sta pedalandoooo!!".
Poi ammetto di aver anche girato un video di una decina di secondi mentre (finalmente di nuovo semi padrona di me) gli correvo dietro.
Video che ancora riguardo stupefatta.
Da lì non si è fermato, ha pedalato in salita in discesa sul prato ovunque. Ha pedalato. Così.
Perchè adesso Topo sa andare in bicicletta. La bici da grande.
Il mio piccolo amato Topo. Il mio piccolo? Topo...
E a me è quasi scesa la lacrima.
Il mio bimbo cresce. Tanto.

domenica 17 giugno 2018

una lunga storia d'amore..col pannolino. Spannolinamento lungo, baby.

L'estate scorsa molte amichette di Topo si spannolinavano.
A due anni e mezzo. In tre giorni, e cazzi vari.

Topo NON era pronto. Peraltro io stavo per partorire, non mi sembrava il momento migliore per chiedergli di crescere ANCHE da quel punto di vista.

E così, ho pensato di aspettare.
Siamo arrivati intorno a Natale, a quasi 3 anni di Topo.
Che si nascondeva per fare la cacca e dopo non voleva mai essere cambiato. Un delirio.
E così a GENNAIO, metà gennaio, io ho deciso che era il momento di provare il famoso...spannolinamento.
Non mi aspettavo di farlo in tre giorni, ma non sapevo in realtà cosa aspettarmi.
Le dade del nido non mi sono state di aiuto, la responsabile ha avviato una politica di "assumiamo personale inesperto che lo pago meno" e non aveva voglia di impegnarsi in uno spannolinamento invernale, a detta sua praticamente il male puro.
Ma il problema restava.
Così abbiamo cominciato comunque.
A casa niente pannolino, a scuola mutanda pannolino per il primo mese.
Gran stronzata, a parer mio, ma tant'è.
Ho comprato al mercato una ventina di mutande, avevamo vasino e riduttore pronti.
E abbiamo cominciato.
Spiegando a Topo cosa stava succedendo, eh?
E andando in bagno sul vasino ogni 20 minuti.
I primi due giorni non abbiamo MAI azzeccato il momento giusto. Si è fatto pipì addosso almeno 20 volte, in 2 giorni. Forse di più.
Teneva il pannolino per il sonno pomeridiano e notturno.
La prima settimana è passata così, al nido una certa resistenza, a casa si proseguiva con risultati molto scarsi.
Festeggiamenti a ogni pipì nel vasino.
Cacca sempre addosso ma quella non la contavamo neanche.
Ho cominciato poi, di testa mia, una cosa che non so quanto sia valida ma per noi ha funzionato!
Un foglio, con una serie di caselle.
prima 5. Poi 10. Poi 15. E alla fine delle caselle, in ogni foglio, un gelato disegnato.
Il premio per le pipì nel vasino o nel water.
Ogni 2 ore circa lo portavo in bagno (primi giorni ogni 20 minuti, poi mezz'ora, poi un'ora).
arrivati a 15 pipì siamo passati a 20...e poi niente più premi, solo festeggiamenti.
Per arrivare a così tante pipì nel vasino ci è voluto tanto...non ricordo quanto.
Settimane a dirgli "devi fare pipì? Ti scappa? Devi andare in bagno? Facciamo pipì?"
E così via...
Ricordo che a marzo, per il suo compleanno, al nido andava con le mutande, ma lì (e io credo c'entrasse lo scazzo per il mio aver voluto cominciare) lo aiutavano poco.
A casa ormai un certo ritmo c'era, al nido no.
Va bhe. In pochi giorni poi anche al nido la situazione è cambiata e Topo ha cominciato a dire quando doveva fare pipì. Da solo.
E a cominciato poi anche a farla solo in piedi, fregandosene del vasino.
Per la cacca si rifugiava in giro per casa, chiedendo espressamente di farla nelle mutande.
Nel frattempo niente pannolino per il pisolo pomeridiano, un incidente ogni tanto nel sonno, ma pochi pochi.
Poi una sera...cacca nella doccia. Durante la doccia.
Mi viene un'idea. La sera dopo, mi dice che deve fare cacca e gli chiedo se vuole farla nella doccia. Chiuso dentro e da solo.
Mi dice di sì.
Bene. Comincia il periodo "cacca in doccia".
Anche questo rinforzato coi premi (5,10, 15)
Che è durato un paio di mesi. Io gli proponevo il water, ogni tanto provava ma no, non andava.
Una sera, a metà maggio, gli ho detto "amore la doccia mi serve per lavare Patato, puoi fare cacca nel water se ti scappa adesso?"
Risposta "certo mamma".
E da allora...cacca nel water. Anche qui..premi (ogni 10 cacche, ora siamo a ogni 20. E' il secondo giro da 20 cacche...e direi che con questo chiudiamo.
Anche perchè a forza di pipì e cacche si è "guadagnato" una bella collezione di libri di Winnie the witch, e ormai è tutto ben avviato e collaudato.
Per il pannolino notturno ci penseremo poi.
Ogni tanto di notte si sveglia e vuole fare pipi nel water, ma più spesso la fa addosso. Di certo io non ho fretta.


Ah, dimenticavo. in questi mesi mi hanno detto di tutto.
Che dovevo sgridarlo. Punirlo.
Che se non riuscivo in 3 giorni avevo un problema io. O lo aveva lui.
Che dovevo fargli lavare le sue mutande sporche (periodo cacca solo addosso).
Io non ho fatto nulla di tutto questo. Anche se un paio di volte in caso di pipì addosso dopo che gli avevo appena chiesto "andiamo a farla?" mi sono un po' spazientita.
Mi sono anche pentita, ma poi mi sono detta che sono umana e che capita.


E questa, insomma, è la nostra lunga storia d'amore con il pannolino. Una storia che non è ancora finita. Ma che, ho fiducia, finirà.

domenica 10 giugno 2018

Di corsa. 9 mesi. Camminate. Pensieri sparsi

Come sempre riesco ad avvicinarmi al pc solo di nascosto e in silenzio e per pochi minuti.
perchè i miei figli sentono nell'aria la vibrazione del mio corpo che sta per sedersi sulla sedia qui davanti allo schermo, e si svegliano. O si fanno male. O hanno bisogno di me "subito adesso mamma è un'emergenza" (che di solito vuol dire che vuole farmi vedere come sa stare in equilibrio sul divano sulla testa).
Colgo l'attimo ora che per un miracolo karmico stanno dormendo contemporaneamente.

Patato ha quasi 10 mesi. Un'enormità.
Ha cambiato faccia di nuovo e, come suo fratello, ha cominciato a camminare a 9 mesi spaccati.
Adesso non gattona neanche quando ha fretta.
Avanza speditissimo sulle sue gambe storte (ma proprio storte) emettendo grida belluine (quando qualcosa o qualcuno si allontana mentre lui cerca di raggiungerlo), gioiose (quando qualcosa qualcuno gli va incontro), stupite (tra sè e sè).

Dicono che un primo figlio chiacchierone ne porta un secondo taciturno.
Al momento Topo è una macchina sempre caricata a chiacchiere, a volte si ferma mentre siamo in giro e mi chiede "ci fermiamo a chiacchierare un po'?".
Patato gorgheggia grida strilla lalla e borbotta tutto il giorno.
Mi domando se le dicerie non siano sbagliate.

Io sto arrivando fritta alla fine di giugno e alla fine dell'anno scolastico.
Dopodichè porteremo i due pargoli al mare per vedere se possiamo risparmiarci notti insonni, giorni orrendi e miliardi spesi in  cure per raffreddori otiti mal di gola...
Siamo stati al mare 2 giorni e già si vedevano gli effetti (cosa non esce da quei minuscoli nasi!!!). In realtà gli effetti sono visti anche su noi genitori, spappolati.
Non so come usciremo da una vacanza più lunga.
Peraltro la parola vacanza è quantomeno inappropriata...boh mi riposerò di notte, spero, se Patato comincerà a deliziarmi con qualche notte un po' tranquilla.

Ormai lo svezzamento è totale, da più di un mese niente più seno, ogni tanto quando facciamo la doccia insieme Patato guarda le sue due vecchie amiche con aria nostalgica, ma niente di più. La consapevolezza che non allatterò mai più mi ha dato un po' di malinconia, ma anche questa sta sfumando.

Per qualche giorno, forse dopo un colpo di sole, abbiamo persino vagheggiato l'idea di provare a fare il terzo.
Poi abbiamo desistito. Definitivamente, stavolta.
Svariati motivi. A volte quando vedo donne con grandi pancioni girare qua e là mi viene un vago desiderio: ma sono abbastanza consapevole di me stessa da capire che è un desiderio più teorico nostalgico che altro. E soprattutto...il vago desiderio del pancione...non c'entra un cavolo con l'avere poi un terzo figlio FUORI dal pancione.
E insomma. Che altro?
Topo è totalmente e felicemente e DIURNAMENTE spannolinato.
Ma di questo vorrei parlare per bene.
per raccontare che esistono anche gli spannolinamenti lunghi, non veloci, e non precoci. Che a leggere i forum pare che se a due anni non l'hai ancora fatto tu e tuo figlio avete dei grossi problemi.

Il trasloco procede. Cambiamo casa, facendo uno scambio con i miei, i quali in seguito a problemi fisici di mio padre e alla mobilità ridotta di mia madre...ci cedono una casa più spaziosa della nostra e vengono qui. Dove in due io e il Filosofo siamo stati bene per anni.
Il trasloco è a carico mio , sia il nostro che il loro, e non è una roba leggera. Ma comincio a vedere la luce in fondo al tunnel. Anche perchè non è tanto la nostra roba il problema..quanto far stare tutto il mondo di mia madre in un appartamento normale...lasciamo stare.
Diciamo solo che il mio minimalismo assoluto in quanto a vestiti oggetti scarpe e varie...paga eccome!

venerdì 18 maggio 2018

Sordità rinogena.


Il nostro primo incontro è stato l’estate 2017. O forse la primavera, non sono sicura del mese.
Perchè le cose erano cominciate prima, ma io non me ne ero accorta.
E di questo mi sento in colpa, anche se mi rendo conto che non si può sapere tutto.
Però non posso non pensare che avrei dovuto sapere capire intuire indovinare.
Insomma, era estate, l’estate dei due anni di Topo, e lui correva nel parco qua e là, e andava svelto già con la sua biciclettina.
E non si fermava, quando lo chiamavo. Dovevo urlare.
E ripetere le cose un mucchio di volte.
Non era mica l’unico, eh?
Solo che davvero, c’era da strillare.
E a volte sembrava che mi prendesse in giro. Che ci prendesse in giro. Perchè chiedeva di ripetere, come se non stesse mai ad ascoltarti quando gli parlavi.
E parlava tantissimo. Ma non bene. Conosceva un sacco di parole, ma i suoi discorsi si capivano a fatica. Capiva tutto, alla seconda o terza volta in cui gli ripetevi.
Una sera, in casa c’era silenzio. E al suo terzo “eh?” di fronte a una frase normalissima e breve, si è avvicinato a me. Avvicinato guardandomi in faccia, guardandomi le labbra.
E io e il Filosofo finalmente abbiamo aperto gli occhi.
O meglio, è stato il Filosofo, che per un attimo si è innervosito all’ennesimo dover ripetere e poi si è chiesto “ma non è che NON SENTE???”.
E così abbiamo cominciato le prove casalinghe. Parlargli standogli di fianco o alle spalle. Usare toni di voce diversi.
E sembrava che avessimo ragione. Non sentiva.
A questo punto era settembre 2017, con qnche un minuscolo Patatp appena arrivato e il caos e tutto quel che ne consegue.
Abbiamo chiesto alla pediatra una visita. Le abbiamo spiegato i dubbi.
Ha detto di fare delle indagine.

L’esame da fare si chiama ESAME AUDIOMETRICO CONDIZIONATO INFANTILE.

Ho cominciato a telefonare.
L’ASL qui non lo fa.
La pediatra dice di provare con medici privati.
Li chiamo TUTTI. Nessuno tratta bambini così piccoli, l’esame per i bambini richiede un tipo di attrezzatura speciale, perché l’esame va fatto con la collaborazione del bambino e non è una cosa da poco, con bambini sono i tre anni.
Continuo a telefonare.
Telefono al cup regionale. Mi dicono, dopo lunghi minuti, di attendere. Mi passano un numero. Telefono. Mi dicono che non è quello giusto. Di chiamare il Sant’Orsola. Chiamo. arriviamo quasi alla prenotazione poi mi dicono “lei non risiede a Bologna. non facciamo prenotare chi non risiede a Bologna. Chiami la libera professione”.
Chiamo.
Mi dicono che questo esame non esiste. Mi metto a piangere al telefono. Esasperata. Mi dicono che l’esame in libera professione non lo prenotano, di chiamare il Cup regionale.
Torno dalla pediatra. Mi dice di insistere a chiamare Bologna.
Richiamo, risultati zero, se non sei di Bologna puoi morire.
Chiamo ancora tutti i privati, anche a Bologna. Nessuno.
Alla fine mi sposto, chiamo ancora, ma altrove. Ecco, troviamo un ospedale che fa questo esame. Appuntamento un mese dopo.

Aspettiamo il mese. Con una paura terribile di scoprire cose terribili.
Appuntamento alle 9.30 del mattino. Lascio un minuscolo Patato con suo padre e io e Topo partiamo.
In ospedale gli dicono che gli faranno un piccolo esame non doloroso. Ok. Gli fanno male, ma dicono che capita. Lui si consola, aspettiamo ancora.
Finalmente l’esame audiometrico, occorre la sua collaborazione e Topo è bravissimo. Collabora, è paziente, è attento.

Risultati: TIMPANOGRAMMA BILATERALMENTE PIATTO. PERDITA DI UDITO DI CIRCA IL 40%.

Dobbiamo passare dall’otorino.
Sono le 10.45 e Topo è stanco.
L’otorino SI DIMENTICA di noi. Alle 12.30 stremata blocco la tizia che fa la prima accoglienza, la quale mi dice che l’otorino...boh...era uscito per un caffè. Lo chiamano. si era dimenticato ed era andato a fare i cazzi suoi a pranzo.
Torna, scocciato.
Dice a Topo di pazientare. Topo pazienta.
Poi gli infilano nel naso il tubo per la FIBROSCOPIA.
E all’inizio tutto bene, poi comincia a urlare perché gli fa male e io devo sdraiarmi SOPRA DI LUI praticamente, per tenerlo giù. Mentre implora di smettere.
Un momento lunghissimo e orribile.

Diagnosi finale, SORDITA’ RINOGENA.

Cure...cure termali, lavaggi, aerosol, ma se non migliora bisognerà capire se operare alle adenoidi o che cazzo di altro fare per la sordità.
A questo punto abbiamo fatto le cure termali..la cura col cortisone e tutto il resto.
Dopo due mesi di nuovo esami e test audiometrico.

Timpanogramma piatto bilaterale. Sordità uguale.
Nel frattempo Topo parla parla ma non sentendo...parla male. L’otorino ci dice che Topo è un miracolo di bravura, a parlare tanto nonostante il sentire così male.
Sento una logopedista (col parere contrario di mia suocera...a cui mio marito l’ha detto...perchè secondo lei “lui è intelligente e può fare da solo”).

La logopedista lo vede. Lo ascolta. Lo testa.
Mi dice, anche lei, che visti i suoi test, Topo è bravissimo. Grazie, mamma commossa.
Mi dice anche che Topo ha bisogno di tanto lavoro, che gli mancano tanti fonemi. che bisogna lavorare già ora perché se no resterà troppo indietro poi.
Non esco serena da questo incontro.
Chissà che mi pensavo...forse che mi avrebbe detto che in realtà il problema era minimo, niente di che, signora lei esagera.

Mi sono sentita una merda, una madre del cazzo che non sa proteggere suo figlio e capire quando ha bisogno di aiuto.
Ma tant’è. Serve logopedia.

 Mi sono attivata. Ci siamo attivati: abbiamo trovato i soldi, incastrato i tempi e cominciato.
Topo è sempre stato molto bravo e molto collaborativo, devo dire.
E nell’arco di un paio di mesi abbiamo visto grandi miglioramenti.
Poi abbiamo rifatto le cure termali, e nel frattempo c’è stato il corso di “musica e movimento”, frequentato solo grazie agli angeli custodi di questo blog!
Anche quello è stato utilissimo perché lo ha aiutato a concentrarsi nel sentire e nell’ascoltare, oltre che ad articolare alcuni suoni giocando.
Meraviglioso.

Dopodichè...tra malattie varie, nuovo ciclo di cure termali.
Stavolta con anche il politzer, che Topo ha affrontato senza neanche una lacrima (e qui è stata l’infermiera a dirmi stupita questa cosa, che niente lacrime meritava grande stupore per il fastidio che dà).
Topo è sempre estremamente collaborativo con i dottori, forse il suo imprinting neonatale con l’UTIN e tutto il resto gli ha lasciato l’idea che con i medici bisogna averci a che fare e non si scappa, non so.

E finalmente ennesimo test audiometrico...che dice...evvivaaaa, Topo ha recuperato molta parte dell’udito. Il timpanogramma da un lato è piatto, dall’altro si muove ma non è la curva giusta. Ma ci arriveremo, e intanto ci godiamo il fatto che sente meglio.
E che, a sentire la logopedista, ancora 2 o 3 incontri e poi possiamo interrompere perché sta andando benissimo.

E’ una storia in divenire, adesso con gli ultimi cambi di clima si è raffreddato e di nuovo sente meno, ma adesso sappiamo come muoverci e come aggredire il catarro.
E sappiamo come lavorare sul linguaggio (ormai parla quasi chiaramente del tutto..soprattutto se non ha troppa fretta. E parla tantissimo, come sempre!).
Non so quando potremo dirci davvero fuori da questo discorso della sordità rinogena, ma da quando abbiamo cominciato ad affrontare la cosa mi sono sentita meglio. Odiavo il senso di impotenza.

Che altro dire.

Che a volte non si nota subito.

Che a volte noi insegnanti ce ne accorgiamo (mi è capitato quest’anno) che i bimbi hanno già 4 o 5 anni, che qualcosa non torna nel linguaggio. E magari è proprio legato, all’origine, alla sordità rinogena.

Che quando si hanno dubbi è meglio insistere un po’ con la pediatra o il pediatra, e magari farsi prescrivere un test audiometrico (anche se è un’odissea averlo, insistete).

Che a volte non è che una madre è sempre una demente apprensiva.

Che un bambino a quasi tre anni capisce benissimo se qualcosa non va e se glielo si spiega, che deve andare dalla logopedista perché lei sa come si dicono bene tutte le parole, poi lui ci va anche contento, perché vuole farsi capire quando parla.

Che adesso, anche quando ci sono le ricadute, le cose vanno meglio in questo senso e per me è una gioia infinita.

martedì 24 aprile 2018

Crollo

Dicevo che ero stanca, giusto?
Che ero mooooolto stanca.
Che ero giù.
Che ero mooooolto giù.

Ma ero stanca morta e quindi ero giù, o ero giù e mi si sono depresse le difese immunitarie?
Non lo so.

So che ho avuto febbrona, mal di gola, raffreddore, mal di testa mostruoso, cervicale impazzita.
Improvvisamente. Da sabato mattina.

Tutto questo di sabato, con i bambini a casa, mi pare giusto.
il giorno dell'open day dei nidi, ca va sans dire.
Ho visto i nidi. Ho cucinato. Cucinicchiato.
Finto di giocare con i lego a un gioco strano con un nonno pesce, Hulk e una montagna di tè, ma in realtà capivo ben poco.

Oggi sto meglio. Fisicamente meglio. Moralmente anche. In realtà sono stanca. Stanchissima.
Ho un sonno bestiale. Sono stufa. Stanca. Demolita. Preoccupata.
Ma almeno...comincio a stare meglio.
E continuo ad aver bisogno di una mano, cazzo porca paletta.

venerdì 16 marzo 2018

3 anni d'amore


Avrei voluto aver il tempo di scrivere qualcosa di bello, ieri.
ieri era il 15 marzo.
3 anni fa l’amore grande della mia vita nasceva. Riguardavo le foto e mi è presa una certa malinconica tenerezza per quel minuscolo cucciolo che ora mi guarda con gli occhioni enormi e i capelli folli sulla testolina che lo fanno sembrare un fiammifero in perpetuo movimento.
Il mio Topo.
Avrei voluto avere il tempo di scrivere, ma mercoledì notte Topo ha cominciato a vomitare. Giovedì mattina ha cominciato anche Patato (e vedere l’amore piccolo della mia vita così distrutto è orribile).
E oggi siamo qua, con un neo treenne con la febbrina e un quasi settemesenne con febbre e vomito.
Nel caos totale. Due adulti con mal di gola e influenza, due bambini con il virus intestinale e la febbre.
Ma tra una vomitata e una corsa sul vasino, tra un lavaggino nasale e una rigurgitata a spruzzo, andiamo avanti.
Ho avuto un momento di crisi, quando li avevo in braccio entrambi, entrambi febbricitanti, entrambi disperati e urlanti che non riuscivo in nessun modo a calmare.
ma pare che il peggio stia passando.
Ho rimandato la festa di Topo, ho chiamato il pasticcere per spostare la super torta e affittato la saletta per la settimana dopo. Ho rifatto il giro degli inviti e ricontrollato la lista delle cose da fare.
Ho farcito entrambi i bambini di tachipirina serale, e anche questa notte è passata.
Festeggeremo, Topo mio, festeggeremo.

lunedì 15 gennaio 2018

Il tempo di qualità

Mi sono spesso sentita dire che l'importante, coi figli, è il tempo di qualità. Non la quantità.
Che poi si fosse tanto tempo di qualità sarebbe il massimo, immagino.
Ad avercelo.
Mi ci sono interrogata un sacco, su questa cosa.
Alla fine...sono arrivata ad una conclusione, probabilmente un po' mi sto autoassolvendo, non lo so.
Difficile fare un'analisi precisa di se stessi.
Comunque...la mia conclusione è che ai miei figli, e in particolare a Topo, faccia bene il tempo con me.
Il tempo. Non necessariamente un tempo ottimo, dedicato montessorianamente a lui.
Io e Topo chiacchieriamo molto, mentre facciamo la spesa, mentre cuciniamo, mentre andiamo di qua e di là.
Cucinare con lui (faccio iooooo, apro ioooo, mescolo iooooo) richiede più o meno il triplo del tempo e anche il triplo del casino...fare la spesa io e lui anche (perchè vuole prendere, portare, pesare), ma è tempo insieme.
E' di qualità? non lo so.
Ho deciso che per me il tempo di pessima qualità è tempo quando io sono al telefono, o quando sono arrabbiata per cavoli miei o troppo stanca per essere presente a me stessa.
per il resto...c'è il tempo al parco immersi nel fango che neanche i marines in addestramento, ma c'è anche il tempo in macchina nel traffico, durante il quale al massimo cantiamo qualche canzone.
C'è il tempo per lui abbracciati e il tempo condiviso, mentre io allatto ed è tanto se riesco, nel frattempo, a leggere un libro.
Io sono sempre stanca, stanca, stanca.
Patato mi sputa in faccia il latte artificiale e vorrebbe solo pappa e tetta. Soprattutto di notte.
Topo è particolarmente sul pezzo nella ricerca di attenzione attiva: chiacchieriamo, mamma, facciamo, mamma, leggiamo, mamma.
Perdo capelli a ciocche, mi domando quando resterò calva, e quando ricomincerò a poter dormire un po'.
La qualità del tempo...la cerco. Ma mi accontento.

venerdì 5 gennaio 2018

4 mesi...no ormai 5.

Il fatto è che Patato ha già 4 mesi, anzi, stiamo correndo verso i 5.
 E così come i primi due mesi sono stati lunghissimi, soprattutto le notti..adesso il tempo mi scorre tra le mani e mi sembra di stare sempre e solo correndo...e che tutti e due i miei figli mi crescano sotto gli occhi a velocità folle.
Continuo ad essere stanchissima, il Filosofo è non pervenuto causa immersione in tesi da scrivere e, complici le vacanze scolastiche di Topo, io non so più neanche cosa significhi lavarsi i capelli,o sedersi a tavola senza sembrare la dea Kalì che taglia carne, offre pera, cuoce pasta e asciuga pozzanghere di acqua mentre ingurgita gli spaghetti senza neanche condirli.
Patato cresce.
Abbiamo ricevuto in prestito un seggiolone Ikea (l’altro di mia cognata non stava in casa..un conto è in tre, un conto in 4, quando gli spazi sono sempre quelli) e sta con noi a tavola anche se ancora non è iniziato un vero e proprio svezzamento. Solo frutta, ma lui non sarebbe d’accordo, anzi esprime tutta la sua contrarietà alla sua non partecipazione al pasto comune.
E quindi lunedì, complice il ritorno al nido di Topo, cominciamo. Non ce la potevo fare a cominciare il delirio brodo+verdura+farina adesso con tutti e due a casa.
 E’ troppo incasinato, TUTTO.

Chi mi diceva che quando hai due figli la fatica e il casino non raddoppiano, ma si moltiplicano, aveva ragione.
 Ma aveva ragione anche il cugino del Filosofo che rifletteva: “è un casino assurdo..ma ci sei dentro. E in qualche modo vai avanti, e finché lo vedi da fuori pensi che tu non ce la farai mai...ma poi ci sei dentro e devi farcela per forza”.

 E’ vero. In sintesi...evolvi o muori. E quindi...evolvi.

 E ce la fai.
E se con UN neonato/bebè per casa ti sembrava impossibile avere impegni extradomestici, cucinare, fare altro che prenderti cura di lui...con un bambino E un bebè, tutto quello che sembrava impossibile diventa magicamente la norma.
DEVI uscire di casa, DEVI cucinare, DEVI avere cura di qualcun altro che non è il bebè, e che ha bisognissimo di te.
E lo fai.
 Io, continuo a dirlo, con una fatica boia.
Ma in effetti, a viverci dentro ti rendi conto che lo stai facendo, anzi a volte non ti rendi neanche conto, ma solo se ci pensi.
Mesi fa, 5 mesi fa, poco prima che Patato nascesse, mi chiedevo come avrei fatto e pensavo sarebbe stato terribile. Forse non immaginavo quanto sarei arrivata stanca alla sera, ma non immaginavo neanche che avremmo in realtà preso un nostro ritmo in maniera così naturale.

Sarà che Patato, come mi dicono essere molti secondi figli, è veramente un patatone.
Adora suo fratello, che gli faccia le coccole o gli salti in testa: lui lo guarda con gli occhioni a cuore e ridendo.
 Accetta di buon grado cose che Topo giammai: si addormenta da solo, ogni tanto, si addormenta in situazioni di casino totale, accetta lunghe trasferte, sballottamenti, attenzione più che condivisa quasi totalmente devoluta ad altri che a lui in diversi momenti.
E io lo amo follemente.
Prima che nascesse mi chiedevo come avrei potuto amare qualcuno anche solo metà di quanto amo Topo.
Poi è nato Patato. E ho pensato: Cavolo, posso farlo. Amo tantissimo questo nuovo cucciolo.
E invece...non avevo idea di cosa stessi dicendo.
 Adesso, lo so.
 Adesso che passano i mesi e io mi rendo conto che lo amo ogni giorno di più, che mi si gonfia il cuore solo a guardarlo quando mi vede e si illumina e mi sorride.
 Poi guardo Topo e me lo mangerei di baci e mi scopro a pensare che davvero è incredibile questa cosa dell’amore che, come il casino, non raddoppia...si moltiplica proprio!!!

giovedì 7 dicembre 2017

Zuppa di strega. Ovvero, le mangi eccome, le verdure

Topo è nella fase in cui passi da bambino onnivoro a rompicoglioni bambino che non vuole le verdure.
Se le vede. Se le sospetta nel piatto.
che palle.
Al nido mangia tutto, almeno.
A casa no. A casa rompe e strarompe.
E allora entra in azione..bricomamma in cucina.
Siccome sto realizzando una sottospecie di "calendario dell'avvento" che in realtà non avventa...cioè è un calendario, sì, ma contiene attività da fare insieme quel giorno e andrà da domani al 6 gennaio (per superare indenni le vacanze topesche di natale), ho deciso di anticipare d un giorno.
Si comincia oggi il tentativo di convertire nuovamente il piccoletto a un regime che comprenda anche i vegetali.
Ieri sera abbiamo letto insieme (cinque volte di seguito...perchè noi se un libro ci piace diventiamo un filino ossessivi) una storia illustrata molto molto carina:
Una zuppa cento per cento strega.

La storia è semplice, ma in alcuni punti gli espedienti letterari sono un po' complessi per un bimbo di neanche 3 anni (o almeno per il mio ) e ho semplificato un po', ma è ben disegnato e soprattutto...parla di una strega che fa una ZUPPA molto semplice: CAROTE, PATATE e PORRO.

Nel libro, ottima cosa, le verdure sono disegnate in modo riconoscibile, proprio come quelle vere.

E sono verdure facili da trovare.

E una vellutata di verdure si fa in poco tempo e con poca fatica culinaria.
A prova di pargolo non troppo paziente.

Siccome cucinare ci piace (complice l'avergli comprato a prezzo ridicolo grembiule e cappello da cuoco), stasera dopo il nido...si replica la zuppa della strega.

Non so se sarà un successo, ma so per esperienza quanto "metterci le mani" aiuti a incuriosire e  voler poi provare quello che si ha nel piatto.

E insomma...stasera cucina Topo per tutti. E devo dire che il piccolo chef ha reagito alla proposta con grande entusiasmo, quindi per ora l'iniziativa è un successo.

Prossimamente replicheremo con "Prosciutto e uova verdi".
Oh yes.
Anche perchè tra un mesetto cominciamo lo svezzamento di Patato...e non vorremo mica che cresca imitando il fratello nel rifiutare tutto ciò che di verde compare nel piatto!!!!!!