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domenica 20 agosto 2017

Un parto da protagonista

Ed eccoci qui. In 4.
E' insieme strano e quasi (quasi) già normale, essere 4.
per ora però prevale lo strano.
Comunque, in quattro.
Io avevo, in particolare, due paure:

1. che Patato nascesse proprio nei 2 giorni e mezzo in cui mio padre era in ospedale --> non avremmo avuto aiuti, soprattutto di notte, e avrei dovuto fare tutto da sola

2. che si arrivasse all'induzione di nuovo.

Se ne è realizzata solo una, e abbiamo avuto anche una gran fortuna, perchè alla fin fine..abbiamo risolto anche quella.

Mio padre è stato ricoverato mercoledì 16 agosto di pomeriggio.
Io stavo benino, doloretti vari, lombalgia, il solito.
Di mattina avevamo fatto la spesa e di pomeriggio è arrivata un'amica di Topo a giocare nel parco.
Alle 18 circa li ho lasciati con il Filosofo e la mamma della bimba, e sono venuta in casa a preparare la cena.
Ho sentito mia cognata, illustrandole le mie paure e lei, miracolissimo, mi ha detto che se proprio proprio fosse successo di notte, lei riusciva a venire da noi (a 25 km), perchè tanto aveva marito a casa e pure tata dei bambini disponibile per emergenze.
Perfetto. Ci salutiamo col suo augurio che non si arrivi a lunedì 21 con l'induzione.
Si fa sera e torna Topo, gli dò la cena, facciamo un po' di giochi, leggiamo 4 volte lo stesso librino e poi ci alziamo dal divano.
Ore 20.45, Topo vuole un giocattolo che è in alto: mi allungo per prenderlo e....si rompono le acque!!!!

Allora è così che succede? Che senso di bagnatissimo. Aiuto, sto facendo una pozzanghera.
Siccome sono positiva al tampone, vestiamo Topo e partiamo per l'ospedale. Avvertiamo mia cognata che dice che arriva per le 11.
In reparto trovo dottoressa giovane e gentile che mi ha già scollato 2 volte le membrane la settimana prima.
Mi visita e conferma: collo pervio a due dita, raccorciato al 50%, membrane rotte.
Ok, ricovero. Topo si gode il giro in ospedale, con tanti strumenti strani e le ostetriche che lo vezzeggiano.
Mi danno la camera e cominciano a tentare di inserirmi la via per la flebo.
Fanno un po' di casino (rottura della vena, 3 dolorosi infilaggi sbagliati) ma poi ce la facciamo e comincio la prima dose di antibiotico, mentre il Filosofo torna a casa per mettere a letto Topo e aspettare la zia.
Io, memore della fatica con Topo, cerco di riposare. Non riesco a dormire, ma avendo la camera tutta per me (l'altro letto è vuoto,fortuna!!!) mi stendo, chiudo gli occhi e  quando sento le contrazioni (fastidiose e basta) mi esercito a rimanere rilassata senza "chiudere".
Non riesco a non pensare a Topo, mi sembra di averlo abbandonato e ho paura che si svegli di notte e vada in crisi.
Il Filosofo torna, e mi dice che ha detto alla zia di chiamarlo subito se Topo va in crisi. Siamo in sintonia, su questo punto, e la cosa mi rassicura.
Pian piano le contrazioni aumentano, e ho bisogno di stringergli la mano quando sono al picco.
Non sappiamo che ore sono, ma dopo un po' lui suona e arriva una giovane ostetrica sorridente che mi dice "via..andiamo in sala travaglio dai".
Lì mi visita: 3 cm circa,tutto molto morbido. mi propone il travaglio in vasca. é circa l'1 e 30 del mattino.
La vasca si rivela un'idea stupenda. l'acqua è veramente caldissima, o a me sembra tale, poi abituandomi mi sembra solo caldina...il Filosofo si siede sul bordo e mi tiene puntato sui reni il telefono della doccia.
Io comincio a sentire male, ma male sul serio. Contrazioni vicini e potenti. "Davvero ottime" dice l'ostetrica, che mi sta monitorando tutto il tempo (che bella invenzione il tracciato wireless).
Ecco..pensavo di essere pronta, preparata al dolore, ma cazzo se fa male.
Le contrazioni sono così vicine, così forti (il Filosofo poi mi dirà che le vedeva sul monitor e si preoccupava perchè dal picco non scendevano mai più giù di 85-90) che io comincio a perdere le speranze di farcela da sola, senza epidurale. Peccato che di notte in realtà non la facciano, perchè questi stronzi pubblicizzano l'ospedale come dotato di percorso di analgesia, ma in realtà c'è solo infrasettimana in orario d'ufficio.
Ho iniziato ad andare in crisi, a dire che non ce la facevo, che era tropo doloroso.
Filosofo e ostetrica a turno mi rassicurano, mi dicono che vado benissimo, l'ostetrica dice che sto respirando bene e che se riesco ad assecondare il dolore farò presto.
Io mi concentro per farlo.
Stavolta, al contrario del primo parto, mi sento davvero io la protagonista.
Capisco cosa succede, sento il corpo che si modifica, sento il dolore che cambia man mano.
Sento quando sto cedendo alla paura e mi concentro per non chiudere, per lasciar fare.
Ma continuo ad avere paura. A un certo punto l'ostetrica mi dice "dai vieni voglio visitarti...così vedi come vai bene!"
Esco dalla vasca, sono passate le 3.30, fatico a sedermi e sdraiarmi sul lettino perchè ogni movimento scatena dolori. Dentro di me sento che comincia il bisogno di spingere. Ma devo aspettare...
Mi visita: 9 centimetri (forse 10 in contrazione)!!!
9 centimetri? davvero?!?!
Ci siamo!!! Posso spingere.
Non ce ne andiamo dalla sala travaglio.
Si comincia a finire: le spinte.
Di nuovo, stavolta ci sono. Sono presente. Non ci sono 40 persone addosso a me, solo l'ostetrica e il FIlosofo che mi abbraccia chinato su di me.
Sento ogni cosa che succede, il dolore, il movimento di Patato che vuole uscire.
La testa che si incorona mi fa urlare come mai avrei creduto, un dolore allucinante...ma vuol dire che ci siamo.
Altre 2 spinte ed eccolo appoggiato sul lettino tra le mie gambe, con una massa di capelli lunghi e nerissimi.
Non piange. Perchè non piange? lo chiedo due volte, forse 3. Nessuno mi risponde.
Poi, finalmente, piange.
E me lo appoggiano sul petto. Ore 4.07 di giovedì 17 agosto.
E' una cosa meravigliosa, che con Topo purtroppo non ho potuto vivere, quanto avrei voluto.
Il Filosofo, stanco, torna a casa e noi restiamo lì sul lettino a cominciare a  conoscerci e a succhiare il capezzolo.
E' stato un parto davvero diverso dal primo, sarà stato perchè non ho dovuto fare induzione? perchè ero più pronta? Perchè era il secondo?
Sicuramente tutto questo e anche di più.
Comunque...è stato doloroso e faticoso...ma io c'ero davvero. Ed è andato tutto bene. Che cosa stupenda.

p.s. mi hanno dato un solo punto. Peccato che mi abbia cucita un'ostetrica diversa, di quelle vecchio stile...che non mi ha voluto fare l'anestesia. "cosa vuoi che sia, un punto, ormai...".
Veramente...fa male, così a secco, essere cuciti. Poi l'ha pure tolto e ridato perchè non le piaceva.
Che cazz...


venerdì 11 agosto 2017

eccheccazzo però...(malmostosità oltre i livelli di guardia)

Mi sono rotta le palle.
Ho cercato in ogni modo di NON far sapere in giro la data presunta (PRESUNTA) del parto.
Ma, chiaramente, un marito che invece dice " a me non crea problemi dirla" inficia leggermente la strategia.
Così ora mezzo porco mondo sa che la data era il 10 agosto (ohhhh il giorno di San Lorenzo, che cosa carina...ohhh!).
E tutti ci hanno tenuto a
1. bombardarmi di domande se fosse nato o meno,
2. vedi punto 1, nonostante su whatsapp il mio stato dica "NO, NON ANCORA": mi scrivono e chiedono se è ancora valido o se ho solo dimenticato di aggiornarlo...
3. farmi notare che cambiava anche la cazzo di cazzo di luna. E che quindi avrei partorito sicuramente.

Che due grandissimi coglioni.

NO. Non ho partorito.
NO. la luna non c'entra un cazzo con i parti, non c'è niente di scientifico nè di sensato.
NO. Non sto tranquilla, no, non riesco a fare finta di niente e non pensarci così succede.
NO. Non sta succedendo un cazzo.
Sì, lo so che le mie compagne di corso preparto stanno partorendo tutte a termine o prima e sono primipare.
Sì, ho la pancia bassa.
Ma la se la ginecologa alla visita, dopo DUE SCOLLAMENTI DELLE MEMBRANE di cazzo del mio utero, se lei mi dice che la testina è ancora alta, e se ho poche contrazioni che cazzo ci posso fare???

Ho paura. Di una nuova induzione. Ma non solo.
Ho paura di una nuova manovra di Kristeller, o come cazzo si chiama, che l'altra volta ho pensato che sarei morta e mi terrorizza riprovarla.

Non so più cosa fare.
Sono stanca. Sono esausta.
E la settimana prossima l'unico aiuto su cui potevamo pensare di contare un po', mio padre, va in ospedale.
Per cui è molto probabile che io mi faccia travaglio e parto da sola, attaccata al monitoraggio come l'altra volta e senza potermi neanche muovere.

NO. NON STO CALMA. MA PROPRIO PER UN CAZZO.
Sono. Stanca. Morta.

mercoledì 12 luglio 2017

Ne ho le prove: il moto perpetuo esiste eccome (un Topo, una madre sferica e una distesa d'acqua salata)

Al mare Topo si diverte.
Si sta qualche minuto sotto l'ombrellone, a scavare.
Poi si va sul bagnasciuga. io scavo, lui riempie la buca.
poi mi chiede di fare un castello, che lui spiana.
Poi andiamo a prendere secchielli e secchielli di acqua.
Poi un bagnetto. Poi di nuovo in giro.
Poi dai giochi vicino al bar.
Poi un bagno.
Poi sul bagnasciuga.
Ad libitum...

Considerando che io sono alta un metro e un barattolo, ora la mia circonferenza è maggiore della mia altezza, che bel donnino.

Unendo le due cose si ottiene... lui che va da tutte le parti e io che tento di stargli dietro.

Ansimo come un Dart Fener sotto stress, faccio il bagno con la maglietta perchè il sole mi dà ancora più fastidio del solito, prendere in braccio Topo richiede un gioco di gambe erculeo.
In pratica...sono arrivata al nono mese.

Con una stanchezza porca, devo dire.
ma vedere la faccia del mio Topolo mentre si fa un accuratissimo shampoo di sabbia e zompa in acqua cercando le onde del padre di Ponyo (non abbiamo la tv e non conosciamo Peppa Pig..ma Myazaki non ce lo leva nessuno)...tutto questo ripaga.

E' stato un weekend faticoso sudaticcio e pieno di zanzare, ma è stato bello.
ora non so cosa faremo.
Forse andremo un giorno e una notte, ma considerando che il Filosofo proprio quel giorno è  a Rimini per robe sue...sarebbe un giorno tutto MIO a gestire la piccola trottola pazza. 
Non so ancora se me la sento.
Vedremo.
Anche se pensare al suo sorriso mi fa quasi capitolare.

martedì 6 giugno 2017

...ma non basta mai? Sono stanca.

Sono stanca.
Dopo i mesi immobili, dopo le malattie, dopo la paura del diabete gestazionale...ora ci sono gli acidi biliari.
Mi sembra giusto. Proprio giusto.
Certo.
Ma che cazzo cazzo cazzo cazzo!!!
perchè non posso vivere una gravidanza normale e serena? Perché?!?!?!
Ora..gli acidi biliari non sono altissimi, ma comunque fuori dal range giusto.

E quindi si parla di colestasi. Quella cazzo di roba che dovrebbe essere rara, roba da 1% delle gravidanze.
Ma vaffanculo.
Vaffanculo anche alla dottoressa che prima mi ha terrorizzata sulle possibili conseguenze, dicendomi anche che devo SEMPRE sentirlo muovere o correre in pronto soccorso, poi mi ha detto che non devo stare lì con la faccia lunga perchè intanto cominciamo la cura, e poi ha chiosato con un:
"eh, nell'altra gravidanza il diabete gestazionale, stavolta la colestasi...ma insomma non vuol mai stare tranquilla?"
Ahah. Rido davvero. sei proprio simpatica.
Vorrei prenderti a pugni finchè non mi stanco.

Il Filosofo mi ricorda che anni fa anche solo la possibilità di una gravidanza ci sembrava un miracolo, e che ora siamo alla 31esima e stiamo andando avanti.

Lo so.
ma sono stanca lo stesso.

Il fatto di avere avuto un percorso difficile per arrivare alla maternità significa che devo anche gioire di ogni cazzo di problema che si presenta?
Sono stanca.
e ho paura.
Ho paura di quello che mi ha detto la dottoressa: si va da possibile induzione (di nuovo? va beh...), a parto cesareo programmato o d'urgenza, a morte del bimbo.
E tutto questo dovrei, nella sua testa di gran cazzo, gestirlo io, "soltanto" monitorando il fatto che lui si muova costantemente. Che poi quale bambino nella pancia si muove SEMPRE? io lo sento spesso, ma ci sono anche ore di silenzio, in cui immagino stia dormendo, o sia girato in modo che io non sento niente.

Adesso la strategia è fare gli esami ogni settimana, e ogni settimana portarli alla dottoresa.
Oggi ero contenta, pensavo che mancano solo due mesi e poco più e poi non vedrò mai più quel consultorio schifoso. pensavo che mi mancava solo una visita e un'ecografia.
E invece ogni settimana dovrò di nuovo andare lì da quella tizia che mi terrorizza e mi tratta sempre come una cretina, con la paura di quello che potrebbe succedere.

Anelavo la 30esima settimana perchè pensavo che avrei cominciato a vedere la meta, e che finalmente mi sarei goduta un po' la gravidanza, almeno gli ultimi mesi.
invece...
Invece sono stanca di tutto. Non vedo l'ora di partorire, anche se mi spaventa il futuro. Sarà dura, sicuramente, ma almeno una volta nato lo vedrò, sarà FUORI da me e non sarà tutto sempre così incontrollabile.


lunedì 8 maggio 2017

Le cose che ho imparato negli utlimi 2 anni (da mamma)...e che devo ricordare di nuovo.

L'insonnia notturna, di solito tra le 3 e le 5 (sì, ho anche letto cosa significa per la medicina cinese...), mi porta a pensare e ripensare.
Spesso, visto il mio carattere ansioso e la mia storia di vita, sono pensieri preoccupati.
ma i pensieri preoccupati portano altri pensieri ancora più preoccupati, e questo non aiuta a prendere sonno.
E allora cerco di passare a cose migliori.
per esempio, penso a quanto ho imparato, grazie a Topo e al fatto di essere la sua mamma.
Sono passati due anni.

1. Tutto cambia. E in fretta.
Tutti i primi mesi di notti insonni con le poppate ogni 45 minuti sono finiti e ora sembrano lontanissimi.
La settimana in UTIN. L'allattamento misto e i sensi di colpa. Tutto è cambiato ed è cambiato giorno dopo giorno anche quando io non me ne accorgevo e mi sembrava di essere sempre allo stesso punto e che nulla potesse mai diventare diverso.

2. Allattamento e alimentazione
Sarei felice di allattare il mio secondo bimbo al seno. Ma se non sarà possibile, vorrei evitare di viverla come un fallimento personale o come qualcosa di cui vergognarli, come è stato, all'inizio, con Topo.
L'allattamento misto non è una manifestazione di Satana, l'ho capito col tempo.
E anche l'alimentazione, se si smette di ascoltare chiunque apra la bocca per dire la sua, fila via più liscia.
lo svezzamento e tutto quanto. Non ho praticato un autosvezzamento in senso stretto, sono partita con qualche settimana di più o meno pappe, e poi abbiamo implementato e dato alimenti sempre di stagione in modo che potesse assaggiare e provare tutto a suo modo e gusto. Ed è andata benissimo così.

3. I vaccini
Partivo da vaccinista convinta, e c'è stato chi mi ha scassato l'anima con discorsi su quanto i vaccini siano il maligno (ma non era il latte artificiale?).
E su quanto faccia male il latte di mucca, e tutto il resto.
"E poi i vaccini li fanno le case farmaceutiche": come se questo dovesse stupirmi. Sarebbe più strano se li producesse un agricoltore, per quanto biodinamico potesse essere.
Insomma...alla fine ho portato Topo a vaccinarsi con l'ansia. Almeno ai primi due buchi.
Ora, Topo è vaccinato, è a posto per qualche anno , fino ai prossimi richiami, e siamo coperti anche per la varicella.
E io sono sicura della mia scelta.

4. Il sonno
Non so se il mio secondo bimbo sarà come Topo, se anche lui avrà come punto debole il sonno. Ma comunque vada, devo ricordarmi che prima o poi dormirà anche lui.
Prima o poi avremo di nuovo notti di sonno.
E questo è da ricordare, davvero. Anche se so che non sarà facile.

5. I consigli non richiesti e le cose da non ascoltare
Dopo il mio periodo di isolamento forzato, sono tornata, parzialmente, nel mondo.
E sono stata letteralmente investita da discorsi del cazzo.
Consigli non richiesti, nuovi racconti di parti orrendi, frasi del tipo "ma non hai paura che" sugli argomenti più svariati...
Non ci ero più abituata, dopo questi mesi di silenzio totale.
E devo dire che un paio di cose mi hanno anche colpita, facendomi venire paure che non avevo. Grazie, eh?
Non ci avevo pensato, ad alcune possibilità.
Bene. Con Topo ho dovuto difendermi dall'invasione di chi voleva a tutti i costi terrorizzarmi su tutto...ed ero anche alla prima gravidanza, dopo anni di PMA e di dolore.
A questo punto...NO. Assolutamente NO. Non voglio più lasciare spazio a queste persone e ai loro discorsi.
Mi bastano le mie di paure. Voglio ascoltare solo chi sa darmi conforto, e non chi vuole affossarmi, anche quando lo fa (spero) senza cattiveria.



mercoledì 3 maggio 2017

La seconda gravidanza, in breve

Le immagini sono tutte tratte dal web.



Io non sono mai stata molto elegante neanche prima...ma ora...

Questa è PERFETTA. Esatta al millimetro.


E anche questa è vera. Oh yeah.

http://www.parenting.com/gallery/first-pregnancy-vs-second-pregnancy

venerdì 21 aprile 2017

La seconda gravidanza è davvero diversa

Prima di tutto, finchè non sono saltati fuori i guai e il ricovero, questa gravidanza era un po' in sordina.
Rispetto a tutto il resto.
Ora che sono bloccata, anche se adesso, libidine, posso di nuovo fare un po' di roba in casa (il che è più che necessario), è inevitabile pensarci di più.
E in questo caso prima e seconda gravidanza non sono molto diverse:
Magari le ansie non sono identiche, ma sono il fattore principale comunque.

Il fatto che però sia la "seconda" (se non contiamo gli aborti spontanei) gravidanza la rende diversa.
C'è una consapevolezza diversa che io, nella mia vita, ho raggiunto qualcosa che mai avrei creduto: ho un figlio che amo più di me stessa, più di chiunque altro.
A volte mi domando se potrò amare così anche un secondo bambino. Lo so, se lo chiedono in tante.
ma con Topo ero già innamorata prima ancora di sentirlo muovere nella pancia...è tutto diverso...

Va detto che il fratellino è bello vivace pure lui, a proposito di muoversi nella pancia.
Sarà che stavolta la placenta è posteriore, ma sono settimane che lo sento danzare alle ore più strane di notte e giorno. Praticamente un mese prima di Topo.
Questo contribuisce a rendere le cose più reali.
Comincio a parlargli, ogni tanto, e rispondo ai suoi movimenti con le carezze, e comincio ad avere in mente il nome.
Il nome di Topo era il preferito del Filosofo, stavolta il mio "voto" sarà quello definitivo, in una rosa di scelte condivise.
Neanche dovessimo decidere di vita o di morte.

Poi c'è il parto. Che è ancora parecchio lontano (speriamo), eppure quando ci penso ho un po' paura. Con Topo avevo paura? Non ricordo. Mi sa non tanta.
Adesso che so come sono state le ore e ore di contrazioni, un po' ne ho. Più che del parto in sè, che ricordo emotivamente ma non "fisicamente".
E poi è diverso, non è solo il parto, non sono solo io con la mia pancia, questa volta il mondo fuori esiste. Questa volta fuori c'è Topo ad aspettarmi.

Dovrei pensare meno, lo so.
Da sempre la gente ha figli, da sempre i bambini che si ritrovano per casa un piccoletto nuovo si incazzano e la vivono male e poi la superano e poi ci litigano e poi ci instaurano un rapporto unico.
Eppure a me viene l'ansia. Ma che novità.
A volte penso davvero che l'incoscienza, l'incosapevolezza possano essere molto positive. Peccato che io sia tutt'altro che così.


domenica 9 aprile 2017

Un anello per ghermirli e AL WATER incatenarli (un post di color verde-marrone)

Sono anni e anni che lavoro a strettissimo contatto con le persone. Stretto proprio. Nella scuola, soprattutto.
Sono anni, anche ormai una decina, che sono alla scuola dell'infanzia, ovvero in uno dei maggiori crogiuoli di virus esistenti nel primo mondo.
E credevo, ingenua e stolta, di essermi ormai fatta un po' di anticorpi. mi hanno fatto addosso ogni tipo di liquame che possa uscire dal corpo umano..ed è incredibile quanto liquame di ogni genere possa produrre un corpicino che pesa neanche 20 kg.
E infatti negli ultimi anni mi sentivo persino relativamente tosta.
Poi grazie ai super avanzamenti della medicina moderna...ecco arriva il mio amore, il mio Topo. O dovrei dire il mio enorme Topo-Bacillo.
Topo...(musica di Profondo rosso in sottofondo)...frequenta l'asilo nido.
E asilo nido significa...malattie!!!
Nuovi terrificanti virus che il mio corpo adulto aveva dimenticato. Epidemie, giornate in cui nel giro di 5-6 ore almeno 7 bambini stanno vomitando e spruzzando diarrea ovunque, o scatarrando come vecchi masticatori di tabacco.
C'è stata poi l'ultima, incredibile, insperata, novità: la mia gravidanza.
Facendo due conti abbiamo: mamma in gravidanza + Topo al nido
Risultato: urge rimaneggiare la poesia di Tolkien.
La spirale fetida comincia in dicembre, quando neanche sapevo di essere incinta.
Topo si prende un virus, una febbricola di qualche giorno. E io anche. Qualche giorno.
Ok, dai, passa.
Poi arriva la vigilia di Natale, Topo col febbrone per 2 giorni. Io col febbrone a 39 per 5 o 6. E senza potermi curare se non con qualche tachipirina.
Superiamo il capodanno e ci inoltriamo nel mese di gennaio.
E arriva il primo virus intestinale. Topo vomita UNA volta e resta mogio e con lo stomaco un po' strano un paio di giorni. Io finisco al Pronto soccorso, in preda a dolori talmente atroci che non riesco a stare nè seduta, nè in piedi, nè sdraiata. Gastroenterite mostruosa, da cui esco una settimana dopo, con un sano colorito verde in faccia e la pancia si sistema dopo un'altra settimana.
Febbraio passa indenne. Evviva.
Arriva marzo, e il mio ricovero per contrazioni e collo dell'utero accorciato, a cui segue una settimana di febbre alta. Stavolta il contagio è stato in ospedale, e chiaramente l'ho passata a Topo, al quale è durata meno per fortuna.
Alla visita ostetrica di fine marzo temevo di aver preso tanto peso, essendo stata spiaggiata a letto per settimane. E invece mi dicono che ne ho perso un po'.
Racconto della gastroenterite e tutto si spiega.
Mi dicono che comunque il feto "mangia", ma che sarebbe bene prendere un integratore.
Ed entriamo trionfanti (circa) nel mese di aprile.
Aprile inizia con Topo che vomita al nido. E ha anche la diarrea. E nei due giorni successivi, al nido vomito e diarrea la fanno da padroni, diffondendosi ad altri 10 bambini e due dade.
La mia sorte è segnata.
...un virus intestinale per ghermirli e al water incatenarli...
Il giorno dopo, Topo è in forma. Debolino, ma in forma. Io sto bene. E penso (ah, hubrys!) che magari, stavolta...
Durante la notte però cominciano i dolori.
E la mattina dopo io sono un catorcio. E trasferisco il mio riposo forzato in bagno, dove gemo abbracciata al water, o sdraiata di fianco ad esso, o aggrappata.
Per due giorni. Durante i quali riesco a finire addirittura un INTERO pacchetto di crackers, che ovviamente non restano nel mio stomaco neanche un'ora dopo esserci entrati. Bevo. ma ho sempre le labbra secche perchè anche l'acqua ha una super fretta di uscire.
Sono arrivata a chiamare per nome le mattonelle dietro il termosifone, mie interlocutrici preferite.
Ieri è andata meglio. Ho persino mangiato del riso in bianco, sentendomi un'eroina.
Ora, io lo so che in gravidanza le difese si abbassano, in più io stando chiusa in casa non beneficio neanche di sole e aria fresca...però che cazzo.
Il prossimo che mi dice che il secondo semestre è il migliore perchè sei piena di energie...giuro che lo chiudo nell'asilo di Topo in un giorno di gastroenterite violenta.

p.s. io lo prendo, eh, l'integratore. ma ho come il sospetto che in questi giorni non sia contato proprio granchè, poverino...


mercoledì 22 marzo 2017

Tra color che son sospesi


E’ cominciato tutto il primo fine settimana di marzo.
Si parlava del nostro anniversario di matrimonio, di lì a poco, e del compleanno di Topo, una decina di giorni dopo.
pensavo a come organizzare una piccola merenda a casa nostra, alla torta da fare, piccole cose.
Poi sono cominciati i dolori. E ho cercato di fare finta di niente, che fosse tutto normale. Volevo tantissimo che fosse tutto normale.
Ma i dolori hanno continuato,e così lunedì mattina ho baciato Topo, l’ho lasciato all’asilo e sono andata in pronto soccorso.
Col Filosofo che mi aveva detto, al telefono: vedrai, diranno che sono tue paranoie.
In realtà no.
In realtà mi hanno presa, visitata, osservata e ricoverata.
Non mi hanno dato una diagnosi precisa, e neanche imprecisa, in realtà.
Mi hanno detto che dovevo stare a letto, e alzarmi solo per la pipì. E che mi avrebbero fatto esami e tamponi per capire, ma che non c’era da fare altro che stare a letto e sperare.
Cosa che ho fatto.
E’ stato particolarmente difficile, il fatto di trovarmi all’improvviso in ospedale, quando avevo promesso a Topo poche ore prima che sarei andata a prenderlo e gli avrei anche preparato una torta.
Niente torta, niente mamma fuori dal nido ad aspettarlo.
Forse è stata la cosa più dura dei giorni in ospedale, la lontananza da Topo.
La mia vicina di letto aveva una quantità di parenti in visita costante, in barba agli orari e all’educazione.
Io passavo le giornate a leggere, a piangere di nascosto nel cuscino dopo che, alle 18.00 circa, Il Filosofo e Topo erano passati a salutarmi.
Topo è stato bravissimo. Arrivava, si arrampicava sul letto vicino a me per farsi coccolare, mangiava un po’ della mia cena e quando era ora di andarsene mi baciava e diceva “ciao ciao mamma” salutandomi con la manina.
Il mio amore. Vederlo andare via mi metteva una malinconia infinita.
Non potevo fare altro che trattenere le lacrime finché non se ne erano andati e poi andavo in bagno a piangere un po’. In camera c’erano troppi occhi estranei.
Sono stati giorni lunghi, alla 17esima settimana e qualche giorno non puoi fare nulla, se qualcosa va storto.
Questo mi ripetevano i medici in visita. Di stare a riposo e sperare che le cose andassero avanti da sole.
Dopo qualche giorno così, in cui in pratica non facevo altro che stare a letto e farmi fare una puntura al giorno...mi hanno dimessa.
Sempre con l’indicazione del riposo assoluto. Non si sa per quanto.
Il solo fatto di essere tornata a casa è stato bellissimo. Anche se vivo tra letto e divano, alla sera, da quando esce dall’asilo, posso stare con mio figlio.
Leggiamo librini, disegnamo, cantiamo, giochiamo per quel poco che posso.
Lui è la mia gioia e la mia vita, è grazie a lui che sto sopportando questi giorni così lunghi.
i dolori vanno e vengono, e le giornate non passano mai.
non riesco a essere felice di questa gravidanza, o meglio non riesco a gioirne, a godermela, per niente.
Sono meschina, ma invidio le donne che girano tranquille e serene coi loro pancioni, che dicono, perché per loro è vero “sono incinta, mica invalida!” e le vedi ridere al supermercato, o al bar, o per strada con le amiche.
Io conto i giorni, le ore, chiedendomi se servirà, se arriveremo al punto giusto, anche solo al punto minimo per potercela fare, o se tutto finirà male.
Conto i giorni e mi giro sul divano, cerco un punto in cui la schiena faccia meno male, in cui la pancia non tiri troppo e provo a non pensare.
Ma ogni dolore, ogni sensazione di “bagnato”, ogni fitta, ogni stramaledetto colpo di tosse mi fanno paura.
Perchè qua sotto le cose sono parecchio fragili e instabili, pare.
Manca ancora un po’ al prossimo controllo, e se da un lato non vedo l’ora, dall’altro ho paura di quello che mi diranno. Ho paura che le cose stiano peggiorando giorno dopo giorno. Di certo non aiuta il fatto di stare sempre sola con me stessa, anche se leggo molto non è facile distrarsi davvero.
Questo stillicidio di giorni mi distrugge. Non sapere, non sapere se quello che “faccio” conta, non sapere come arriveremo ai prossimi mesi, se tra un mese, anche soltanto, sarò ancora qui a letto a sperare e temere o se sarò tornata al lavoro perché non ci sarà più nessuno da aspettare.
Sono stanca, fragile e coi nervi a pezzi. E sono a letto solo da due settimane.

venerdì 24 febbraio 2017

Insicurezze

Quando ero una ragazza, una ragazzina forse, trovavo noiose e anche irritanti le persone piene di certezze. Quelle che sapevano sempre dove stavano e perchè, e cosa volevano e quali obiettivi avevano e anche come raggiungerli.
Mi sentivo tutt'altra persona io, di tutt'altro spessore. O qualcosa di simile.
In realtà, provenire da una famiglia dove disturbo depressivo e ansioso depressivo sono attorcigliati saldamente alla spirale del dna di ognuno non ha niente di particolarmente esaltante.
Non sarà solo quello, ma certamente c'entra.
Da ragazza mi sembrava che fosse meglio essere come me, per qualche motivo, che mi rendesse più creativa, più intelligente, più che ne so...
Mi piacerebbe,ora, da grande, essere diversa.
Essere una persona con certezze.
Non quella che sono. Non farmi incessantemente domande a cui so già di non saper rispondere.
Non essere sempre in ansia, sempre preoccupata, sempre pronta a rovinarmi la vita da sola, spesso preventivamente.
Sono così stanca. Di me stessa.
Conto i miei errori, li rivedo, li riesamino, e mi domando cosa come quando avrei dovuto fare di diverso.
Il che non aiuta. Aiuterebbe farlo ogni tanto, magari.
Così da imparare dall'esperienza, magari.
Non incessantemente, aggrovigliandomi in un inutile pensare che non porta a niente.
a volte mi fermo, e mi ricordo di com'ero.
Com'ero prima. Prima della terapia, prima di essere madre.
E mi dico che sono cresciuta, cambiata. Che non sono più così aggrovigliata. Così dolorante e ferita.
Eppure...non so...in questo periodo mi sento di nuovo così fragile e stanca e sola.
Vorrei dare tutta la colpa agli ormoni, ma devo ammettere che sarebbe eccessivo. Ne hanno, ma non così tanta.
Sono io che devo crescere. Perchè non si può andare avanti così per sempre.
Mi domando come fare.

venerdì 17 febbraio 2017

Ma ti senti proprio incinta incinta? (tutto diverso!)

E' tutto diverso. Rispetto all'altra volta.
Quando aspettavo Topo, ero prima di tutto una pancia.
Anche quando la pancia era invisibile (o meglio era visibile solo la mia solita ciccetta).
Il mio cervello, almeno i primi 3 mesi, era completamente in pappa, poi si era ripreso ma soprattutto per pensare al futuro Topo. OGNI SECONDO.
Questa volta è diverso.
Perchè il mio cervello ha ancora in mente Topo ogni secondo della giornata, anche quando non ci penso coscientemente.
POI, mi rendo conto che viene poi, c'è il fatto che sono incinta.
Che comincia a tirarmi la giacca sulle tette (di questo passo sembrerò una mucca) e anche la pancia comincia a vedersi.
Dicono che sia normale, che la pancia si vede prima al secondo giro perchè i tessuti muscolari tengono meno.
Ecco, tutto questo è come se non fosse sempre a fuoco.
Me ne rendo conto. Ci penso, ma penso soprattutto al futuro. A come fare, come organizzarmi, come gestire il rientro al lavoro e gli spazi in casa.
Come ficcare due seggiolini auto nella microauto.
Cose così.
Con Topo sapevo sempre al minuto in che settimana ero. E a cosa corrispondeva ogni settimana.
Questa volta ci devo sempre pensare. Devo fare il calcolo. So il mese, ma non potrei dire la settimana così, senza pensare.
Non consulto siti su siti per sapere ogni dettagli del bimbo ad ogni settimana che passa.
Non parlo ancora con la pancia. Parlo molto con Topo e gli leggo tanti di quei libri che questo secondo bimbo nascerà conoscendo già nuvola Olga, Allumè e tutti gli altri...ma ancora non parlo con la pancia.
A volte mi sento in colpa verso la pancia e il suo inquilino. A volte verso Topo. Mah...
So già che man mano che passeranno giorni e settimane le cose cambieranno.
Lo so perchè è già successo. Anche con Topo.
Anche se lui era nella mia mente da subito, c'è entrato sempre di più via via.
E anche nella mente del Filosofo.
Anche se lui stesso dice che finchè non è nato, per lui Topo era una presenza molto teorica.
Almeno finchè la mia pancia non era davvero enorme.
Forse per questo l'altra sera, mentre cenavamo, mi ha chiesto: ma tu ti senti proprio incinta incinta?
Perchè a lui non lo sembro ancora proprio davvero davvero.
perchè la pancia non è ancora un pallone aerostatico, perchè non faccio altro che correre dietro a Topo e tutto il resto, e invece l'altra volta lui si sentiva e si comportava come una specie di protettore di qualcosa di sacro e fragilissimo.
Questa volta da un lato gli verrebbe da esserlo, dall'altro anche lui...anche lui è preso da Topo, e da tutto il resto.
E così questa volta sono meno sacra, o meno fragile?
O meno incinta?!?!?!
no...però siamo meno...meno assoluti. Ecco. Quello di sicuro.
E il lato positivo è che c'è molto meno spazio per la mia ansia quotidiana, per le mie paure, per il pessimismo.