mercoledì 31 gennaio 2018

giorni sì giorni no

La stanchezza è l'impasto base delle mie giornate.
Complice il clima invernalumidonebbioso della bassa padana, non è facile ricaricarsi.
Anche perchè ci tocca rimandare il vaccino di Patato, causa ennesimo scatarramento bestiale.
Sarà che io odio rimandare i vaccini, sarà che non vedo il sole da giorni, sarà che Topo è impegnativo parecchio ultimamente...ma io sono molto giù.
Me ne accorgo perchè devo stare davvero attenta a non perdere la pazienza, e perchè fatico a volte a trovare riserve di energie adeguate per i babmini, e perchè mi capita di guardare il Filosofo e trovarlo irritante un po' a caso.
Ci sono alcune cose che stanno pesando solo su di me, o al 90% su di me, nella gestione familiare, cose che io da sola non posso gestire.
Il weekend è stato orribile, per me.
Soddisfazione nel vedere che Topo non lo ha percepito, ma non posso vivere con panico l'arrivo del finesettimana.
So che le cose cambieranno.
Anche perchè tra poche settimane devo tornare a lavoro, con Patato che avrà 6/7 mesi e tutto il resto.
E non potrò reggere questi ritmi E il lavoro con i bambini i genitori le riunioni.
Al momento mi attacco ai giorni sì, alle cose positive e ai piccoli successi.
Le prossime due settimane si prospettano davvero complesse.
Chissà.

lunedì 15 gennaio 2018

Il tempo di qualità

Mi sono spesso sentita dire che l'importante, coi figli, è il tempo di qualità. Non la quantità.
Che poi si fosse tanto tempo di qualità sarebbe il massimo, immagino.
Ad avercelo.
Mi ci sono interrogata un sacco, su questa cosa.
Alla fine...sono arrivata ad una conclusione, probabilmente un po' mi sto autoassolvendo, non lo so.
Difficile fare un'analisi precisa di se stessi.
Comunque...la mia conclusione è che ai miei figli, e in particolare a Topo, faccia bene il tempo con me.
Il tempo. Non necessariamente un tempo ottimo, dedicato montessorianamente a lui.
Io e Topo chiacchieriamo molto, mentre facciamo la spesa, mentre cuciniamo, mentre andiamo di qua e di là.
Cucinare con lui (faccio iooooo, apro ioooo, mescolo iooooo) richiede più o meno il triplo del tempo e anche il triplo del casino...fare la spesa io e lui anche (perchè vuole prendere, portare, pesare), ma è tempo insieme.
E' di qualità? non lo so.
Ho deciso che per me il tempo di pessima qualità è tempo quando io sono al telefono, o quando sono arrabbiata per cavoli miei o troppo stanca per essere presente a me stessa.
per il resto...c'è il tempo al parco immersi nel fango che neanche i marines in addestramento, ma c'è anche il tempo in macchina nel traffico, durante il quale al massimo cantiamo qualche canzone.
C'è il tempo per lui abbracciati e il tempo condiviso, mentre io allatto ed è tanto se riesco, nel frattempo, a leggere un libro.
Io sono sempre stanca, stanca, stanca.
Patato mi sputa in faccia il latte artificiale e vorrebbe solo pappa e tetta. Soprattutto di notte.
Topo è particolarmente sul pezzo nella ricerca di attenzione attiva: chiacchieriamo, mamma, facciamo, mamma, leggiamo, mamma.
Perdo capelli a ciocche, mi domando quando resterò calva, e quando ricomincerò a poter dormire un po'.
La qualità del tempo...la cerco. Ma mi accontento.

venerdì 5 gennaio 2018

grazie E.R. grazie

Dopo giorno, riesco a ringraziare: ho ricevuto una donazione da E.R., che insieme agli altri due meravigliosi regali "natalizi" fa sì che per me sarà davvero possibile iscrivere Topo al famoso corso di psicomotricità in musica o come cavolo si potrebbe definire.
Il discorso è questo...e la mia gioia è grande grande grande.
Anche la mia gratitudine, davvero. Anche se le parole scritte, e lette, su uno schermo, non riescono a farla risuonare abbastanza forte. Perchè è grande davvero.
grazie. un grazie sentito. e grandissimo.

4 mesi...no ormai 5.

Il fatto è che Patato ha già 4 mesi, anzi, stiamo correndo verso i 5.
 E così come i primi due mesi sono stati lunghissimi, soprattutto le notti..adesso il tempo mi scorre tra le mani e mi sembra di stare sempre e solo correndo...e che tutti e due i miei figli mi crescano sotto gli occhi a velocità folle.
Continuo ad essere stanchissima, il Filosofo è non pervenuto causa immersione in tesi da scrivere e, complici le vacanze scolastiche di Topo, io non so più neanche cosa significhi lavarsi i capelli,o sedersi a tavola senza sembrare la dea Kalì che taglia carne, offre pera, cuoce pasta e asciuga pozzanghere di acqua mentre ingurgita gli spaghetti senza neanche condirli.
Patato cresce.
Abbiamo ricevuto in prestito un seggiolone Ikea (l’altro di mia cognata non stava in casa..un conto è in tre, un conto in 4, quando gli spazi sono sempre quelli) e sta con noi a tavola anche se ancora non è iniziato un vero e proprio svezzamento. Solo frutta, ma lui non sarebbe d’accordo, anzi esprime tutta la sua contrarietà alla sua non partecipazione al pasto comune.
E quindi lunedì, complice il ritorno al nido di Topo, cominciamo. Non ce la potevo fare a cominciare il delirio brodo+verdura+farina adesso con tutti e due a casa.
 E’ troppo incasinato, TUTTO.

Chi mi diceva che quando hai due figli la fatica e il casino non raddoppiano, ma si moltiplicano, aveva ragione.
 Ma aveva ragione anche il cugino del Filosofo che rifletteva: “è un casino assurdo..ma ci sei dentro. E in qualche modo vai avanti, e finché lo vedi da fuori pensi che tu non ce la farai mai...ma poi ci sei dentro e devi farcela per forza”.

 E’ vero. In sintesi...evolvi o muori. E quindi...evolvi.

 E ce la fai.
E se con UN neonato/bebè per casa ti sembrava impossibile avere impegni extradomestici, cucinare, fare altro che prenderti cura di lui...con un bambino E un bebè, tutto quello che sembrava impossibile diventa magicamente la norma.
DEVI uscire di casa, DEVI cucinare, DEVI avere cura di qualcun altro che non è il bebè, e che ha bisognissimo di te.
E lo fai.
 Io, continuo a dirlo, con una fatica boia.
Ma in effetti, a viverci dentro ti rendi conto che lo stai facendo, anzi a volte non ti rendi neanche conto, ma solo se ci pensi.
Mesi fa, 5 mesi fa, poco prima che Patato nascesse, mi chiedevo come avrei fatto e pensavo sarebbe stato terribile. Forse non immaginavo quanto sarei arrivata stanca alla sera, ma non immaginavo neanche che avremmo in realtà preso un nostro ritmo in maniera così naturale.

Sarà che Patato, come mi dicono essere molti secondi figli, è veramente un patatone.
Adora suo fratello, che gli faccia le coccole o gli salti in testa: lui lo guarda con gli occhioni a cuore e ridendo.
 Accetta di buon grado cose che Topo giammai: si addormenta da solo, ogni tanto, si addormenta in situazioni di casino totale, accetta lunghe trasferte, sballottamenti, attenzione più che condivisa quasi totalmente devoluta ad altri che a lui in diversi momenti.
E io lo amo follemente.
Prima che nascesse mi chiedevo come avrei potuto amare qualcuno anche solo metà di quanto amo Topo.
Poi è nato Patato. E ho pensato: Cavolo, posso farlo. Amo tantissimo questo nuovo cucciolo.
E invece...non avevo idea di cosa stessi dicendo.
 Adesso, lo so.
 Adesso che passano i mesi e io mi rendo conto che lo amo ogni giorno di più, che mi si gonfia il cuore solo a guardarlo quando mi vede e si illumina e mi sorride.
 Poi guardo Topo e me lo mangerei di baci e mi scopro a pensare che davvero è incredibile questa cosa dell’amore che, come il casino, non raddoppia...si moltiplica proprio!!!