venerdì 5 gennaio 2018

4 mesi...no ormai 5.

Il fatto è che Patato ha già 4 mesi, anzi, stiamo correndo verso i 5.
 E così come i primi due mesi sono stati lunghissimi, soprattutto le notti..adesso il tempo mi scorre tra le mani e mi sembra di stare sempre e solo correndo...e che tutti e due i miei figli mi crescano sotto gli occhi a velocità folle.
Continuo ad essere stanchissima, il Filosofo è non pervenuto causa immersione in tesi da scrivere e, complici le vacanze scolastiche di Topo, io non so più neanche cosa significhi lavarsi i capelli,o sedersi a tavola senza sembrare la dea Kalì che taglia carne, offre pera, cuoce pasta e asciuga pozzanghere di acqua mentre ingurgita gli spaghetti senza neanche condirli.
Patato cresce.
Abbiamo ricevuto in prestito un seggiolone Ikea (l’altro di mia cognata non stava in casa..un conto è in tre, un conto in 4, quando gli spazi sono sempre quelli) e sta con noi a tavola anche se ancora non è iniziato un vero e proprio svezzamento. Solo frutta, ma lui non sarebbe d’accordo, anzi esprime tutta la sua contrarietà alla sua non partecipazione al pasto comune.
E quindi lunedì, complice il ritorno al nido di Topo, cominciamo. Non ce la potevo fare a cominciare il delirio brodo+verdura+farina adesso con tutti e due a casa.
 E’ troppo incasinato, TUTTO.

Chi mi diceva che quando hai due figli la fatica e il casino non raddoppiano, ma si moltiplicano, aveva ragione.
 Ma aveva ragione anche il cugino del Filosofo che rifletteva: “è un casino assurdo..ma ci sei dentro. E in qualche modo vai avanti, e finché lo vedi da fuori pensi che tu non ce la farai mai...ma poi ci sei dentro e devi farcela per forza”.

 E’ vero. In sintesi...evolvi o muori. E quindi...evolvi.

 E ce la fai.
E se con UN neonato/bebè per casa ti sembrava impossibile avere impegni extradomestici, cucinare, fare altro che prenderti cura di lui...con un bambino E un bebè, tutto quello che sembrava impossibile diventa magicamente la norma.
DEVI uscire di casa, DEVI cucinare, DEVI avere cura di qualcun altro che non è il bebè, e che ha bisognissimo di te.
E lo fai.
 Io, continuo a dirlo, con una fatica boia.
Ma in effetti, a viverci dentro ti rendi conto che lo stai facendo, anzi a volte non ti rendi neanche conto, ma solo se ci pensi.
Mesi fa, 5 mesi fa, poco prima che Patato nascesse, mi chiedevo come avrei fatto e pensavo sarebbe stato terribile. Forse non immaginavo quanto sarei arrivata stanca alla sera, ma non immaginavo neanche che avremmo in realtà preso un nostro ritmo in maniera così naturale.

Sarà che Patato, come mi dicono essere molti secondi figli, è veramente un patatone.
Adora suo fratello, che gli faccia le coccole o gli salti in testa: lui lo guarda con gli occhioni a cuore e ridendo.
 Accetta di buon grado cose che Topo giammai: si addormenta da solo, ogni tanto, si addormenta in situazioni di casino totale, accetta lunghe trasferte, sballottamenti, attenzione più che condivisa quasi totalmente devoluta ad altri che a lui in diversi momenti.
E io lo amo follemente.
Prima che nascesse mi chiedevo come avrei potuto amare qualcuno anche solo metà di quanto amo Topo.
Poi è nato Patato. E ho pensato: Cavolo, posso farlo. Amo tantissimo questo nuovo cucciolo.
E invece...non avevo idea di cosa stessi dicendo.
 Adesso, lo so.
 Adesso che passano i mesi e io mi rendo conto che lo amo ogni giorno di più, che mi si gonfia il cuore solo a guardarlo quando mi vede e si illumina e mi sorride.
 Poi guardo Topo e me lo mangerei di baci e mi scopro a pensare che davvero è incredibile questa cosa dell’amore che, come il casino, non raddoppia...si moltiplica proprio!!!

2 commenti:

  1. Grazie per questo post. ..ne avevo troppo bisogno, di un incoraggiamento! !!!! :) di sapere che in qualche modo ce la faremo! !! Grazie grazie grazie! !! :)

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  2. Sono contenta!!!! E' bello condividere qualcosa e scoprire che ...serviva :)

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