giovedì 31 dicembre 2020

realtà

 Nei film le donne quando sono depresse mangiano lardo fritto nello strutto. Bevendo vodka liscia. E restano fregne.
Io a Capodanno finocchi lessi e pollo alla piastra. Con acqua.
E assomiglio a Bombolo.
Ah, la vita...

venerdì 13 novembre 2020

Autunno

 Proseguiamo, le settimane sembrano volare mentre i giorni sono lunghi e pieni. E' molto strano.
Ogni tanto ripenso al primo lockdown, ora che attendiamo il secondo.
E' stato a marzo, Topo stava per compiere 5 anni e Patato aveva due anni e mezzo. Quanto è cresciuto il piccolo, in quei mesi. Quanto sono cresciuti entrambi, come fratelli.
E ora ha quasi 3 anni e mezzo, lui, e il fratello tra poco farà i 6.
E mi sembra già tutto così diverso.
Sarà che me lo aspetto, il passaggio ad arancione e poi a rosso.
Sarà che mi sono premunita di farina e balsamo (per fare la pasta modellabile), sarà che ho un po' di libri operativi cercati con cura, sarà che a 3 e 5 anni...6 mesi fanno tanto. Anche se non so come sarà davvero, come ne usciremo stavolta, sono leggermente meno preoccupata, ora, per la salute mentale di tutti. Forse perchè ancora non ci siamo, nel rosso.
Non lo so. So che sono stanca e tesa più spesso di quanto vorrei, ma nel frattempo è bello vederli così felici di andare a scuola. E andare io, a scuola.

lunedì 21 settembre 2020

Settembre

 Settembre è sempre il mese del ricominciare, no?

Da qualche anno non uso più l'agenda, anche se quelle piccole QuoVadis le ho usate fin dall'università.
Adesso segno tutto nel calendario del telefono, è pratico ma non è la stessa cosa.
L'agenda vuota da riempire prima con ordine e poi con crescente casino è sempre stata un piacere.
Settembre.
Quest'anno la scuola è strana,e in una famiglia composta da insegnanti e studenti, la cosa si sente eccome.

TOPO ha ricominciato nella sua vecchia scuola, FINALMENTE per l'ULTIMO anno.
Anche perchè non è che abbiamo cominciato benissimo.
Lo so che è un bambino vivace, e anche parecchio chiacchierone. E a volte lo trovo anche immaturo, in contrasto con la sua intelligenza che a volte mi lascia senza parole.
Però...però è stato già  MESSO FUORI DALLA PORTA  dalla maestra. Il che, alla scuola dell'infanzia, mi fa molto scuola gentiliana. E io ci lavoro, all'infanzia.
Vedremo come procede, per il momento osservo.

PATATO ha cominciato in un'altra scuola, ca va sans dire, non lo avrei mandato in un posto da cui non vedo l'ora di tirar fuori l'altro.
Non che ci vada volentierissimo, sarà che siamo in inserimento e purtroppo devo farlo entrare dopo due ore che stiamo insieme io e lui, ma mi dice che non ci vuole andare.
Però poi entra, con la faccia un po' seria, e insomma...so che dopo qualche minuto è già tutto passato.
Da giovedi potrà andare per tutta la mattina, e non solo dalle 10 al pranzo,e questo aiuterà sicuramente perchè andremo a scuola tutti e via.

Insomma, è settembre e stiamo ricominciando.
Le maestre di Topo non le vedo mai, non posso entrare e fermandomi sul portone esterno vedo solo la bidella, al contrario Patato entra da un cortile nel quale posso entrare anch'io, il che rende il passaggio più facile.
 
La mia scuola è cambiata parecchio, ci sono grandi difficoltà da gestire per noi, per i bambini e per i genitori, e non sarà un anno facile.
Anche perchè cominciano già i primi casi di virus in altre scuole, e non siamo pronti per quando arriverà da noi.

Non so, è settembre...ma è un inizio molto strano.


venerdì 24 luglio 2020

la fine del nido. E di un'epoca.

Quando Topo concluse il nido, io ero tranquillissima.
Sarà che le cose si sono concluse un po' freddine, per via di mancanza di professionalità della titolare, sarà che avevo Patato piccolino da gestire e che Topo a 3 anni e mezzo era prontissimo per andare.
Sarà che quest'anno il nido lo abbiamo vissuto poco, sarà che Patato deve ancora fare 3 anni ed è pure così bassetto rispetto al suo fratellone lunghissimo che pare più piccolo.
Sarà che le educatrici mi hanno dato la scatola con dei lavori bellissimi, sarà...
Sarà che è il mio ULTIMO asilo nido, e sarà che col nido si chiude una fase importante di prima infanzia.
Patato comincerà la SCUOLA dell'infanzia, e io ci lavoro e lo so che è diverso.
Cambia tutto. Non sarà più nell'ambiente "nidoso" dell'asilo nido (i nomi sono molto rappresentantivi in questo caso), ma sarà a scuola.
E' tutto diverso, per lui....e per me che ora...non so...mi sento come se davvero si chiudesse un'epoca importante.
Sarà questo e quello, sarà anche che nella mia vita personale stanno cambiando irreversibilmente alcune cose.
Ma insomma. Ho lasciato Patato, ho preso la scatola. Sono arrivata in macchina, l'ho aperta. E sono scoppiata a piangere. Ecco.

domenica 5 luglio 2020

esistenza

L'ultima volta ero lì che parlavo di ricominciare ad esistere...probabilmente il mio attimo di ottimismo era un po' eccessivo, ma insomma.
Diciamo che è più una voglia, un desiderio sempre più presente.
Nella realtà quotidiana non ho ancora uno status di individuo a sè stante, se non per una mezz'ora un'ora al giorno.
E la cosa è pesante. A volte mi ritrovo a pensare a settembre come a un miraggio, sperando che non si riveli davvero tale, perchè ho bisogno di avere di nuovo un po' di spazio vero.
Correre (o insomma corricchiare) è già una grandissima (e sudatissima) cosa, ma mi piacerebbe avere anche il tempo di una doccia da sola, di fare un altro bel giro di decluttering che mi fa sempre star bene, di passeggiare, di fare una telefonata.
I bambini sono totalizzanti, se li lascio fare si espandono come gas occupando tutto l'ambiente circostante.
Giocano tra di loro, anche, e di questo ringraziamo l'evoluzione e il fatto che la piccola belva cresce e diventa sempre più "appetibile" per il grande.
Ma sono anche tanto tanto richiedenti. Tanto.

martedì 23 giugno 2020

cosa succede

Proseguiamo navigando a vista, presi dalla stanchezza, con contorno di preoccupazioni personali, familiari, generali.
E' tutto un po' strano, a volte molto strano.
Ci sono sacche di quasi normalità, persone che chiacchierano, i bambini che giocano.
Riaprono i centri estivi, e grazie al contributo comunale ce la possiamo fare...non chissà quanti giorni, ma insomma un paio di settimane, tanto per staccarci un po', tutti, almeno per qualche ora.
E' necessario.
A me, sicuramente. Ma anche agli altri tre, che ne sono meno consapevoli.
Non l'avrei mai detto, ma ho cominciato a correre. O meglio, faccio, per un tempo ridicolo, qualcosa che qualcuno molto vecchio e malato potrebbe definire, in uno sprazzo di ottimismo, correre.
Ma è già qualcosa, anzi è tanto.
Dopo 5 anni, 6 se consideriamo la gravidanza, ricomincio, piano, a esistere.
Ho curato i denti, ho prenotato un paio di visite specialistiche, e faccio questa cosa che chiamo correre.

p.s. mentre scrivo, nella mia mezz'ora quotidiana di pace, sento i bambini che, a turno o insieme, si lamentano e piangono. Sento anche diversi tonfi.
Considerando che sono nella sala con il padre, sala arredata solo con la libreria e un divano modulare...tutto nella norma.
E se esistesse un centro estivo anche per i mariti, ce lo manderei, maledetto lavoro da casa.

martedì 26 maggio 2020

Evolvi o muori, madre!

Evolvo.
A fatica. Ma evolvo.
Capita(va, prima della quarantena), che il Filosofo mi indicasse in giro quelle che definisce Supermamme.
le mamme che, SOLE, gestiscono almeno 2 bambini. Di solito 3.
Di solito almeno uno è un lattante.
E tendenzialmente sono belline e tutte curate.
Io tendenzialmente sembro una scimmia in agonia.
Detto ciò, sto evolvendo.
A me portare i bambini al parco da sola non è mai sembrato semplice. Anzi. Un delirio.
Uno se ne andava di là, uno di qua, se possibile verso il parcheggio, o a portata di calcio dalle altalene.
E invece...ce la faccio. Circa.
Io a piedi, loro sulle biciclette, perchè Patato pazzo è troppo piccolo per potermi fidare ad essere anch'io su ruote.
ma insomma..ce ne andiamo al parco insieme, senza che a me venga un colpo.  Per ore.
Capita che io finisca per informarli, a voce abbastanza alta (c'è chi lo chiamerebbe urlo), che sono due mostri.
Non che la cosa li turbi.
Però insomma, mi sento orgogliosa di me.
Riesco a fare una cosa che molte donne fanno serenamente ad occhi chiusi. Io la faccio sudando, imprecando tra me e me e spesso arrivando a fine giornata lurida di polvere fango e resina.
Ma lo faccio.
Oh yeah.

lunedì 27 aprile 2020

disgregandosi

Dormire non abbastanza e non abbastanza bene, non riposare, non staccare mai dalla stand up tragicomedy della mia vita davanti ai figli.
Tutto questo mi rende probabilmente mentalmente instabile.
Mi sto disgregando e sono troppo stanca per oppormi, oltre tutto quando?
24 ore al giorno sono davanti agli occhi di loro due che mi scrutano, mi imitano se sbaglio, mi domandano, mi mettono alla prova, mi cercano, mi vogliono senza se e senza ma e di nuovo mi scrutano, pronti a cogliere ogni cazzo di sfumatura.
Anche del mio linguaggio, che non è mai stato da bestia ma neanche da perfetta educanda.
E sono così stanca.
Noto il crollo dalle piccole cose. Le rughe improvvisamente arrivate, i capelli bianchi. Il corpo che cede in piccolissimi mille modi.
Dimentico le cose: chi ha messo qui questa bottiglia? E sono stata io. Ti ho già detto che...? Sì, due volte.
perdo la pazienza. Urlo. Sibilo come un maniaco omicida.
Sono stanca.
Stanca di tutto.
Ascolto le notizie e mi incazzo e divento di quelle persone brutte che se la prendono (mentalmente) con altre persone.
Non esisto più, praticamente.
E non credo di poter reggere ancora a lungo in questo modo, senza mai uno spazio di sfogo, uno spazio in cui essere me stessa, in cui mollare gli ormeggi e strillare
e battere i piedi e lanciare qualcosa e piangere, oh cazzo vorrei piangere.
Non si può, perchè di notte se dormi, sfrutta l'attimo e dormi, e se non dormi i pensieri i pensieri i pensieri e il giorno dopo sei PIU' stanca e se per caso ti lasci sfuggire una lacrima poi chi ti ferma.
Mi sento fragile, e il fatto di essere una donna fortunata, più o meno sana, con una casa che ha persino 2 metri quadrati (dico in senso letterale) di cortile, e persino con un fantastico tapis roulant su cui passare una mezz'ora solitaria al giorno, non mi consola.
Fa lo stesso. Io sto male lo stesso. Ma che cazzo, ma potrò star comunque male?
Mi sto disgregando, anche se faccio del mio meglio.

giovedì 16 aprile 2020

Un dentino. E il mio letto, mamma.

Un dentino.
Il PRIMO dentino.
Topo ha perso il primo dentino.
E' cominciata due giorni fa, quando è arrivato da me dicendo: Non arrabbiarti mamma, ma forse mi sono rotto un dente.
E poi ha aperto la bocca. E dietro a un incisivo, un po' storto, stava spuntando un altro dente.
E l'incisivo dondolava.
Poi oggi, mangiando un biscotto...tac.
Il dentino è caduto.
E ora ha la finestrella in bocca e aspetta la fatina dei denti.
Io in realtà non ho mai avuto alcuna fatina, ma il Filosofo ha provveduto a imbastirne la storia.
D'altra parte, come lui mi ricorda spesso, la mia infanzia
dickensiana fa sì che io abbia alcune lacune 😃.
Comunque sia, insomma...diventiamo grandi, no?
Voglio dire, cadono i dentini, l'altezza aumenta a dismisura, le domande pure...e poi...cadono i denti, cavolo!!!
Non ero pronta, non del tutto insomma.
Crescono. Crescono velocemente.
Da quanto Patato dorme da solo? Mica tanto, no???
Eppure le prime notti veniva spesso da noi, con il suo Winnie Pooh sottobraccio. E si addormentava nel lettone.
L'altra notte, erano le 5 di mattina. E' arrivato perchè doveva fare pipì, e io in preda a un momento di coccolosità acuta dopo me lo sono portato nel lettone. Pensando va beh dai, due orette insieme che vuoi che sia.
E invece no.
Mamma. Mamma? Voglio andare nel mio letto.Ah, ok. E si stava già avviando. Poi mi ha chiesto di accompagnarlo, ma insomma.
Crescono.
Bisogna che ci faccia l'abitudine.


lunedì 6 aprile 2020

Crescere insieme

Il grande ha compiuto 5 anni a metà marzo. Il piccolo farà i 3 a metà agosto.

Fratelli.

A volte, ancora, quando dico "i miei figli" o "tuo fratello" o "suo fratello" ho un attimo di esitazione. Come se mi aspettassi che saltasse fuori qualcuno a dirmi "hey hey non barare, figli?! Fratelli?! Che dici!".
Non lo so perchè. Non ho ancora superato il passato? Non del tutto, direi.
Poi sono anche figlia unica, e cresciuta in mezzo ad adulti e vecchi.
Sarà per quello che mi fa ancora strano?
Boh.

A volte li guardo quando sono insieme, li sbircio di sottecchi e mi chiedo come sia, essere fratelli.
Un po' me lo insegnano loro.

E' tanto, essere fratelli: si è fratelli sempre, e in tanti modi.
Li vedo, il grande che fa finta di niente ma è contento quando il piccolo lo imita in tutto e lo prende a fulgido esempio di ogni umana genialità.
Il piccolo che deve fare TUTTO quello che fa l'altro, soprattutto se spericolato.
Hanno due caratteri un po' diversi, il grande istrionico e sensibile, il piccolo testardo e curiosissimo.
Si cercano molto, sempre di più: prima era soprattutto Patato a correre dietro al fratellone, adesso anche l'altro chiama il fratellino per giocare e combinare guai.

Giocano insieme, il miracolo si sta realizzando.
Non per ore, eh, ma a giri di 15-30 minuti alla volta.
Costruiscono capanne, soprattutto. Creano mini comunità di peluche in cui loro sono i fratelli /genitori/accuditori dei loro cuccioli.
A volte vanno anche a caccia di mostri.

Capita spesso che il grande, magnifico costruttore di impalcature incredibili di lego, si infuri perchè l'altro è un perfetto guastatore quando ci mette.
ma di solito il mio perentorio "non picchiare tuo fratello" è rivolto al piccolo.
Per il resto, hanno ancora competenze molto diverse, anche se entrambi sono super chiacchieroni e desiderosi di molte molte moltissime attenzioni.

Patato balla tantissimo e canta e vuole suonare (sì, ho ceduto e presto arriverà un mini ukulele), Topo vuole costruire ingegneristiche architetture, raccontare storie incredibili e sapere nei dettagli in che modo dovrebbe mai funzionare una macchina del tempo visto che il tempo va avanti e non indietro e tornare indietro significherebbe che  noi esistiamo anche indietro ma non è possibile perchè saremmo doppi (tutto questo senza mai prendere fiato).

Topo ha cominciato a dormire da solo nella sua camera a 3 anni e mezzo, Patato invece ha cominciato da paio di settimane, un po' prima rispetto al fratello...sempre tardi rispetto a quei bambini che dormono da soli dal primo giorno di vita.
ma insomma...a me a dire il vero tenermelo di fianco andava bene, lo ammetto.
E devo dire che credevo andasse peggio, e invece...
E invece la sera lo metto a letto, e lui pigola e canta e discute finchè non arriva il fratello a dargli un bacio.
poi sentiamo Topo che fa le scale del letto a ponte, e quando si sdraia sopra le nostre teste Patato lo chiama, per dirgli che gli vuole tanto bene.
E l'altro risponde anch'io. E poi chiama lui, per dare la buonanotte. E alla fine si placano entrambi. Per un po', perchè, di notte ci sono pipì, risvegli e altro.
ma insomma, va bene.
Qualche volta, Topo si sveglia da un incubo. E se prima chiamava, ora ha cominciato a scendere le scale e intrufolarsi nel letto del fratello. E li trovo la mattina, addormentati con le teste vicine.
Altre volte verso le 6 me ne trovo uno o due nel letto, co winnie pooh e goldrake di peluche, pure.
E allora la faccenda si fa un po' affollata, in effetti.
Ma se fossero questi i problemi...


venerdì 3 aprile 2020

Quotidianità

C'è una quotidianità fatta di routine che si ripetono, più o meno rigide.
Io sono quella rigida, anche se preferisco rigorosa.
Lo faccio per i bambini, ma anche molto per me stessa, perchè sto cominciando ad incrinarmi...e non posso permettermelo.
Ci sono i momenti duri, quelli in cui vorrei solo scappare lontanissimo e urlare, come nella versione cupa di un film di Fantozzi. Ricordo la scena del pomodorino..o qualcosa di simile. Ecco. Una cosa così.
Non posso permettermi neanche questo, perchè se faccio tanto di allontanarmi per andare in bagno, mi stanano subito anche lì.
Ci sono momenti in cui faccio e ricevo telefonate, soprattutto legate al lavoro, da colleghe che si sentono soverchiate dalla tecnologica, che fare didattica online alla scuola dell'infanzia è abbastanza straniante di suo...
E ci sono le video lezioni, i messaggi, i powerpoint e tutto quanto, preparati quasi di nascosto strappando i momenti qua e là.
Poi c'è qualche telefonata diversa, mamme, di solito, di amichetti dei bambini. Persone con cui non sono mai stata in confidenza, che forse chissà se rivedrò mai...che mi chiamano e dopo un po' le sento che piangono.
Perchè sono stanche, perchè non sanno come fare con i soldi, o con il lavoro da casa, o con i bambini, o con il marito, o con tutto insieme.
C'è una quotidianità di crisi che è sempre più importante.
Io non so bene in che modo andare avanti, mi aggrappo alla routine, alla pseudo normalità che ci siamo costruiti intorno. E cerco di non chiedermi troppo spesso chi saremo quando finirà. Nè quando mai finirà.

martedì 24 marzo 2020

Ho un po' pianto

Ieri è successo, ho un po' pianto.
Di nascosto, in bagno. Durante una pipì in solitaria.
Mi è venuto da piangere e mi sono accorta che mi scendevano le lacrime, pensavo di essere concentrata su altro, sulla lista della spesa da fare tra qualche giorno.
Pensavo che mi sta finendo la carta forno.
La carta forno.
Non il pane. Non un farmaco salvavita.
La carta forno.
Eppure mi è venuto da piangere.
Perchè non so più se la posso comprare.
Non ho capito ancora bene cosa saranno i beni di prima necessità, ma dubito rientri.
Anche se al momento io la sento come tale.
Perchè con i bambini cucino. cucino. e cucino ancora.
Biscotti pizza tortini polpette. E uso la carta forno quando cuocio.
Sono certa di poter imparare a ungere bene la teglia senza far troppi danni, eppure sono andata in crisi.
Ricordo mia nonna, negli anni '90, io ero una ragazzetta e lei telefonava e mi diceva "oddio, è terribile. E' morta la televisione!", perchè non vedeva più rete4 e si stava perdendo Sentieri.
Sto diventando mia nonna.
La quarantena, l'isolamento, mi stanno trasformando in una persona che in bagno si ritrova a piangere pensando alla carta forno.
So che devo concentrarmi su un piccolo traguardo per volta, un giorno per volta, una cosa per volta.
Io ci provo. Ma ho bisogno di obiettivi, anche a lungo termine, per sentirmi tranquilla. Sono sempre stata così, ho bisogno di vedere una fine a questo, e non c'è.
Non si vede perchè per il momento siamo ben lontani.
Cominciano i contagi delle persone a me vicine, e non so se mi fa più paura il virus, o i suoi "effetti collaterali".
ho paura che mia madre smetta per qualche motivo gli psicofarmaci, che ora più che mai sono necessari, ho paura di arrivare al "futuro" tutti noi troppo psicologicamente provati.
Faccio del mio meglio con i bambini, di giorno, poi di notte crollo e mi risveglio alle 2 con un'insonnia ansiosa ad occhi sbarrati.
E il giorno dopo ricomincio, routine rigida e rassicurante per tutti, qualche idea per giocare, qualche sgridata che forse mi potrei risparmiare.
Sono certa di poter vivere senza carta forno.
Ma non riesco ad essere certa che tutto andrà bene.

sabato 21 marzo 2020

La routine giornaliera non è tutto...ma è tanto.

Consideriamo che io sono una persona disordinata, ma ho anche una grande passione per liste, organizzazione, decluttering, e tutto quanto aiuta il mio lato ansioso e ossessivo a stare tranquillo.
In pratica mi contraddico da sola, ma che farci?
Ah, le liste, gli elenchi puntati, gli ordini del giorno...amour fou, per me!

Assolutamente sì. (Considerato poi il periodo, e la fascistizzazione progressiva della nostra società...ecco...)

E insomma, le liste, gli elenchi.
E la ROUTINE.
Routine giornaliera, abbastanza rigorosa.
Questo mi sta salvando, in questo lunghissimo periodo di isolamento e clausura.
Sarà anche che faccio l'insegnante in una fascia d'età in cui la routine è fondamentale, sarà che ho due figli piccoli, sarà che il Filosofo, come me, se non ha una routine tende a perdersi.
E se si perde, come me, poi si deprime. Si affloscia. Si abbrutisce.
E allora, ecco che ho disegnato, rozzamente lo ammetto, la routine giornaliera.

Io mi alzo un po' prima degli altri, ma insomma intorno alle 8 tutti in piedi.
Pipì, colazione, lavaggi vari.

Pulizie di casa (con i bambini, il che vuol dire pulizie non incredibilmente perfette ma insomma)

Compiti (libri di attività, giochi con adesivi, colorare, cose così)

Gioco/ lettura / ginnastica (grande invenzione, la ginnastica dei supereroi), uscita nel micro cortile di casa

ore 12 Pranzo

gioco, musica (youtube), libri

Pisolino per il piccolo, cartone animato e gioco per il grande

ore 15.30/16 merenda

attività del pomeriggio:

Gioco/ lettura / ginnastica (grande invenzione, la ginnastica dei supereroi), uscita nel micro cortile di casa, video chiamata con nonna o qualche amico
+ cucinare insieme

ore 18.30/19 cena

gioco / libri / musica /cartone animato.


Nel mezzo io ci metto anche i video e le attività da mandare ai miei alunni, un po' di cucina in più, la mia personale ginnastica e cose così.


Poi, siccome noi siamo tutti e quattro un po' zucconi, certe cose è bene ripetercele e quindi, oltre alla routine, ho preparato una specie di "promemoria" (rozzo anche lui...)

Ecco, l'immagine fa un po' pena, quello in alto a destra è una persona piegata, non Zigozago di Richard Scarry...va beh, anche la foto è stata fatta "in compagnia", come tutto il resto.
Comunque, insomma...noi ci salviamo così, al momento.

mercoledì 11 marzo 2020

Dentro casa. Cosa facciamo oggi, mamma?

Dentro casa. O a circa 50 passi da casa, nel giardinetto recintato a cui si accede solo con la chiave. Deserto sempre, se no nemmeno lì.
Cosa facciamo oggi, mamma?

Fino ad oggi eravamo andati al vicino mare, a tirare i sassi al fiume, nel bosco.
Ora è tutto troppo lontano, non si può.
Forse il bosco, sempre deserto anche lui, che in bici lo raggiungi in 5 o 6 minuti da casa, ma meglio di no, per ora.
Ce ne stiamo a casa. Dentro casa, sul terrazzo, dietro dai garage, nel giardinetto.
Cosa facciamo oggi, mamma?
Faccio del mio meglio.
Per i miei figli, per i miei bambini lontani, i miei bimbi di scuola. Che anche se non siamo scuola dell'obbligo siamo scuola e siamo insegnanti.
Cerco di unire le due cose, quando posso.
Utilizzo, bieco lavoro minorile?, i miei figli (o meglio le manine, inquadrate nel video), per proporre ai piccoli a casa piccoli lavori, disegni, attività.
Leggo storie a tutti, ai miei e agli altrui, sempre col cellulare che mi riprende storta e che impietoso mostra i cedimenti improvvisi della pelle (i 40? lo stress? chissà) e mi fa sentire così ridicola. Ma anche così gratificata quando i bambini rispondono, e il telefono trilla e ci sono i disegni e i messaggi vocali.
In casa, disegnamo, pasticciamo coi colori a dita e con le tempere solide (grande invenzione davvero), con la carta di ogni tipo, con lo scotch carta (che roba fantastica é?!).
Facciamo bagni in poca acqua con molti pentolini e travasiamo fino alla follia.
Probabilmente ingrasserò come un krapfen ripieno, perchè qua si cucina. Tantissimo.
Patato vuole partecipare a modo suo, il suo leitmotiv è "lo posso assaggiare?"
Topo, dall'alto dei suoi ormai cinque anni (domenica, niente festa ma...torta sicuro, per stare in tema), aiuta e dirige.
Quantità di risotti, di vellutate, di polpette, di chips di zucchine (libidinose, non ne avanzano mai), di pizza, di biscotti. Ne usciremo rimbalzando, probabilmente.
Le due trottole di casa corrono anche molto. non importa come e dove. Riescono a correre anche sul divano. Si inseguono. giochiamo a nascondino, a strani giochi di finzione in cui dopo un po' perdo il filo, a buttarci in lotte scoordinate.
Balliamo molto (al momento le nostre hit sono Footloose e I'm still standing), soprattutto io e Patato, mentre Topo improvvisa arrampicate selvagge dovunque trovi un appiglio.
Nelle uscite al giardino deserto, osserviamo. Scaviamo come cani da tartufo. Oggi una lucertola particolarmente lenta è stata oggetto di ammirazione per molti minuti (arrampicata sulla mia mano a godersi il sole e, immagino, il mio calore animale). Con la lente di ingradimento ogni cacca di piccione è tutto un mondo.
Abbiamo trovato il guscio abbandonato di una chiocciola e qualche pezzo di corteccia.
Cosa facciamo oggi, mamma?
Le nostre giornate sono routinarie,a modo loro.
Abbiamo disegnato e colorato la scansione della giornata, così sappiamo sempre cosa faremo poi.
Si comincia con pipì /lavaggio, colazione, pulizie di casa e poi "compiti"/gioco in casa/gioco fuori e si prosegue così per tutto il giorno.
Cercando di fargliela pesare il meno possibile, mentre devono, per amore o per forza, scoprirsi e riscoprirsi come fratelli. Diversi, ma grande risorsa l'uno per l'altro.

venerdì 28 febbraio 2020

addosso

In questi giorni ho addosso un senso pieno di stanchezza.
Con strane sfumature di solitudine.
Anche se in casa siamo 4.
Anche se ho sempre qualcuno addosso, davanti, dietro, in braccio che mi chiama che mi strilla che mi chiede che mi ordina.
Sono molto stanca. Molto provata da molte cose.
Vorrei essere più centrata, più equilibrata, più capace.
Meno nervosa, meno impaziente, meno fragile.
Sono il genitore severo, sono la maestra severa, sono una persona così severa e rigida? Non credevo.
A volte, a volte, lo sono anche in reazione: è un ruolo che qualcuno deve avere, o no? Non lo so.
So che sono anche quella stanca, molto stanca.
Non so quando riapriranno le scuole, e la mia scuola nel ghetto cittadino non lascia certo tranquilli quanto ad andirivieni di gente da ovunque, con conseguenti possibili spostamenti di virus vari da ovunque, appunto.
Sono molto stanca. Sono troppo stanca.
Domani faccio le analisi del sangue, anche questo è aver cura di me.
Sto sistemando i denti, anche se incapsulato uno ecco che salta fuori l'altro e mi viene da piangere.
Il dolore, alle volte, il costo, il tempo da dedicare.
Quei preziosi scampoli di tempo solo mio...ecco che ora vanno tutti offerti al dentista, incastrato nei miseri tempi morti.
E' come una ciliegia amara su una torta già traballante.
Mi sembra enorme, più che una ciliegia un macigno, e mi mancano le forze.
Non aiutano le giornate forzatamente a casa per tutti, così, in questa convivenza resa poco serena dalle biblioteche semi chiuse, dalle piscine scomparse, da tutto quanto aiutava a distrarre i bambini.
Ho deciso di preparare uno schema delle attività della giornata, sulla falsariga di quello che uso a scuola.
Vedrò cosa ne verrà fuori. Sicuramente Topo parteciperà alla creazione, e Patato tenterà di distruggere tutto.
Sono convinta di farlo per i bambini..ma sotto sotto lo so, che è un modo per rasserenare anche me.

P.s. Tra 15 giorni il grande fa 5 anni. che roba incredible.
Ca va sans dire che la sua festa di compleanno, già semi organizzata, va a ramengo. Rimedieremo più avanti, a questo.

sabato 4 gennaio 2020

addio passeggino addio

Complice questo inverno troppo mite, si sta fuori casa più di quanto pensassi.
E quindi...passeggiate, uscite, momenti al parco vicino casa. Quale momento migliore per dire addio, dopo 5 anni di onorato servizio, al passeggino?
E' stato uno dei pochi acquisti fatti nuovi nuovi quando stava per nascere Topo.
Ha la sua navicella (usata ben poco) e il passeggino vero e proprio (sfruttato parecchio).
Quando Topo aveva poco più di due anni e Patato sarebbe nato di lì a 3 mesi, io e il Filosofo abbiamo deciso che il passeggino sarebbe servito al nuovo piccolo di casa.
E così, colui che da quel momento sarebbe diventato il figlio grande, nè è stato abbastanza rapidamente sfrattato.
Non da un giorno all'altro, ma abbastanza in fretta. Non volevamo farlo a ridosso dell'arrivo di Patato, e così abbiamo anticipato un po'.
Ora Patato ha poco più di due anni, proprio come il fratello allora. E anche se NON arriveranno nuovi piccoli in casa..perchè fare discrimazioni? :-).
E quindi...via il passeggino per tutti. Anche perchè in effetti da dopo l'estate l'abbiamo usato davvero poco.
Alla fine è più che altro un ingombro in garage, visto che ormai se si esce si cammina tutti, e piuttosto,. in caso di viaggio in auto, nel bagagliaio ci mettiamo le loro bici.
Si chiude un'altra epoca, con questo passaggio.
Sarà che l'abbiamo comprato che io avevo il pancione tanto desiderato e faticosamente raggiunto, sarà che appunto, è stato il nostro unico acquisto, tolte un paio di tutine e qualche pantalone (e quintali di pannolini....), ma me lo ricordo bene.
Ricordo la macchina vecchia, col bagagliaio troppo piccolo e noi che incastrammo un pezzo sul sedile di dietro, pensando a quando lì il posto sarebbe stato occupato dall'ovetto.
Sono passati cinque anni. Era inverno anche allora, e Topo sarebbe nato un paio di mesi dopo.
E il tempo è volato, ragazzi se è volato.