mercoledì 29 giugno 2022

Briciole

I figli continuano a crescere, e come nel monologo di Mattia Torre "i figli invecchiano". Invecchiano me.
Sono spuntati altri capelli bianchi, con loro l'idea l'esigenza la questione del tingere, coprire, colorare.
La pelle perde collagene, la mia. La loro è splendida, sempre, ricoperta di crema solare a strati successivi. E di sabbia. E di polvere. E di colore. E di briciole.
Corrono e saltano.
Il puledro grande è tutto ginocchia e gomiti e occhi giganteschi spalancati e il Filosofo si chiede "chissà, credo sia gay, dovremo sostenerlo più che mai e prepararlo al futuro, se non andrà via dall'Italia...".

Il topo piccolo mi dice ancora di mettere la collana e gli orecchini perchè così ci sposiamo e sono ancora la mamma più brava del mondo e profumata di vaniglia.
E' una cosa fragile che sta per finire e io lo annuso sulla testa e penso che stanno crescendo velocemente.
A volte mi proietto senza volere nel futuro, in avanti di anni, e mi chiedo come sarà, cosa sarà.

A volte all'improvviso nel presente ritrovo sprazzi di me stessa e per un attimo mi sento in colpa come se mettere a fuoco me significasse sfocare loro. Anche se non è vero.
Anche se loro stessi sfocheranno me, ed è giusto così, portandomi a vivere nella loro visione periferica dove sta chi è la base sicura mentre tu te ne vai per il mondo.

E' un periodo strano, anelo a tempi miei e contemporaneamente li sbircio crescere e mi dico "ci siamo quasi", i bambini non restano per sempre bambini perchè, fortuna, continuano a vivere e crescere.

Mi faccio mille domande e non trovo le risposte, ho tanta di quella confusione dentro di me su me stessa che ho paura che trabocchi, a volte, e che loro se ne accorgano.
Per ora ai loro occhi sono sempre io, la stessa. Solo con qualche capello bianco. Con qualche ruga in più.

A volte distolgo lo sguardo perchè non vedano dentro ai miei occhi la bufera che sto cercando di attraversare.

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