giovedì 7 settembre 2017

La seconda prima volta


La prima volta. La prima volta è diversa quando è la seconda.
Almeno per me.
Prima che Patato nascesse mi chiedevo, spesso, come diamine avrei potuto amarlo come amo Topo.
Questione evaporata da sola quando ho visto per la prima volta la sua testina capelluta.
In effetti, lo amo follemente. Come Topo.
Ma ci sono tante cose diverse.

La prima assenza
La prima volta che ho lasciato Topo con suo padre mi sa che era giugno. O luglio forse.
Topo aveva 3 o 4 mesi. 4, più che 3. Sono stata fuori circa un’ora, angosciandomi per almeno 45 minuti.
Ieri sono andata a prendere Topo all’asilo. ho lasciato Patato con il Filosofo.
Sarà che ormai so che il Filosofo è rodato, sarà che ho bisogno di recuperare il rapporto con Topo, sarà boh...sono stata fuori poco, in effetti, neanche 40 minuti, ma ero tranquilla.
Pensavo che alla peggio Patato avrebbe pianto un po’, ma che l’avrebbe fatto tra le amorevoli braccia paterne, che sono solo più pelose e forti delle mie, e per il resto sono altrettatnto capaci.

Il primo biberon
Con Topo ho pianto. Ho pianto quando ho visto che dovevo per forza dare l’aggiunta, ho pianto perché cercavo di rimandare, ho pianto quando ho accettato che fosse necessaria, ho pianto le priem volte che l’ho biberonato.
Ho pianto un casino.
Con Patato ho pianto un po’. Prima di accettare il fatto che l’aggiunta è fondamentale. E che diventerà sempre più preponderante, visto che il mio latte è sempre quello e lui mangia di più.
Ora durante la ciucciata biberonata lo coccolo e lo cicciolo, e basta.

Il primo pianto disperato
Topo ha avuto un inizio complicato, e ha mantenuto un bisogno di fisicità e di contatto veramente altissimo, fino allo svezzamento e oltre (tutt’ora siamo ad alto contatto qua…). Bastava appoggiarlo nella carrozzina perché si svegliasse dopo 5 secondi urlando con una disperazione che mi straziava. e mi faceva impazzire, tra panico, terrore e altro panico.
Patato è diverso, e io credo dipenda anche da una nascita molto più dolce e da un inizio insieme più delicato e intimo. Comunque, anche lui piange.
E ieri c’è stato il primo pianto davvero disperato, quei pianti che non riesci a consolare in pochi minuti. E stavolta, per quanto sia per me angosciante sentir piangere uno dei miei figli, non mi sono fatta prendere dal panico. Ero triste, ero agitata...ma ero presente a me stessa.

Il Filosofo, anche lui, la sta vivendo diversamente, anche se lui si occupa prevalentemente di Topo e con Patato stanno appena cominciando a conoscersi.
Lui dice che non si sente più capace con un neonato, tanto che sono stata io, quella che non avrebbe staccato gli occhi da Topo neanche per andare fare pipì, i primi mesi, a dirgli che poteva stare anche un po’ da solo con suo figlio mentre io mi occupavo dell’altro.

Alla fin fine...devo ammetterlo. E’ più sensato come mi comporto ora.
Non so come sarà il futuro...guardo i miei figli e mi sembra di traboccare amore.
Spero che un giorno anche loro si vogliano bene l’un l’altro.

6 commenti:

  1. Tanto amore <3
    I dubbi si sciolgono tutti all'evidenza ma quanto è difficile da immaginare prima, eh?
    Buona famiglia :-)

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    1. alcuni dubbi sono ancora qua...ma diversi...e sempre meno in effetti!

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  2. Questo post mi dà coraggio! !! :) Anche io la prima volta che ho lasciato Cesare sono tornata in lacrime, aveva poche settimane e dovevo andare dal dottore. ..allora spero che anche per me tanti scogli saranno poi facili da superare con il secondo! !!!

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    1. Tu parti già meno ansiosa di me...e questo non è da poco :-))))))

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  3. Ah, ti ho scritto per mail finalmente! !! :)

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  4. Io l'ansia ce l'ho ancora adesso che ha 20 mesi, ma sono brava a non farla arrivare a lei, mi logoro dentro e basta!
    Mi chiedo anch'io come potrei amare un altro bimbo come amo lei, come potrei "dividere" questo amore in due... Ad ogni modo ora c'è solo lei!

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